I cloni del Lanciotto, moduli e palle ferme, la mano di Bacis, 5 euro su Martinez

L'Arezzo ha sofferto tremendamente nella prima mezz'ora, quando il 4-3-3 dei padroni di casa ha fatto ballare Pecorari e compagni. Poi le cose sono migliorate con il passaggio al 4-4-2, anche perché Bianchini ha segnato due volte sfruttando le palle inattive. Il punto non è da buttare, ma servono le vittorie per dare avvio alla rimonta. E il problema è che l'allenatore non riesce ancora a dare una sua impronta al gioco

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1. La prima mezz’ora dei nanetti di Campi Bisenzio resterà impressa nella memoria. Di questa squadra formata da una banda di ventenni, che sembrano cloni usciti da qualche laboratorio, in giro si diceva molto bene. Tutti piccoli, tutti rapidi, tutti dinamici e aggressivi, hanno confermato di sapersi muovere in sincrono e di attaccare gli spazi come forsennati. Poi, siccome giocano in serie D pure loro e le pecche non mancano, hanno beccato due gol in fotocopia e lì si sono un po’ spenti. Il pari, comunque, alla fine è giusto. E per come si era messa la partita, non è nemmeno da buttare.
2. L’Arezzo, in verità, al Lanciotto i tre punti glieli aveva serviti sul vassoio. Bacis ha scelto la domenica meno indicata per rispolverare l’antico 4-3-1-2. Di là c’era un 4-3-3 collaudato e fondato su pressing, riconquista della palla e ripartenza. Di qua ci stava un modulo non ancora assimilato, due debuttanti in campionato e altri due che per la prima volta partivano dall’inizio. Si sono creati tanti duelli individuali in ogni zona del campo e l’Arezzo ne è uscito perdente quasi sempre. Gli amaranto, come d’abitudine, volevano cominciare la manovra col possesso da dietro. Ma a parte Piccolo, gli altri facevano fatica a muovere palla, col risultato che la riconsegnavano subito agli avversari. E Silvestri, Marrani, Mennini Righini, Benedetti, se intercettano sulla trequarti e danno gas, diventano cavallette. Per mezz’ora, insomma, si è ballato alla grande. E meno male che si è rimasti sull’1-0 e basta.
3. Vittima numero uno dell’avvio sofferente è stato Pacioni. Classe ’95, all’esordio, ha pagato tutto: l’emozione, il contesto tattico, la qualità dei dirimpettai. Ma ci sta che la prima volta vada male. Avesse rotto il ghiaccio con l’Arezzo avanti 3-0, avrebbe fatto ben altra figura. Ha 17 anni, l’importante è che si riprenda.
4. Bacis a quel punto ha dovuto cambiare, ripiegando su un più abbottonato 4-4-2, con Zuppardo prima e Martinez poi dirottati nell’inedita posizione di ala. La squadra si è compattata, ha acquisito un minimo di solidità e soprattutto ha trovato due gol in sette minuti, entrambi su calcio d’angolo, entrambi su cross di Rubechini e colpo di testa di Bianchini. Il Lanciotto soffre le palle ferme e si sapeva pure questo. Lì è girata la partita, perché con meno spazi da aggredire, anche i piccoli satanassi hanno faticato e la gara è diventata equilibrata. Peccato solo che l’Arezzo non abbia avuto la forza per imbroccare qualche contropiede come si deve. Ha difeso con ordine, ma non ha premuto mai. E alla fine ha beccato il pari su una dormita collettiva che grida vendetta: Pacioni distratto, Martinez in ritardo, Pucci fuori posizione, Pecorari sorpreso, Piccolo immobile. Non poteva non nascerci il gol.
5. Questo 2-2, che segue l’1-1 con la Flaminia, muove la classifica ma non muove i sentimenti. La squadra fatica a fare gioco, subisce passivamente gli episodi e soprattutto non vince praticamente mai. Nelle ultime nove giornate, numeri alla mano, ha preso i tre punti solo a Todi. E senza cambio passo, diventa difficile anche rimontare squadre molto meno attrezzate dell’Arezzo.

 

6. Casacastalda e Deruta nei primi posti, per quello che si è visto sul campo, danno l’idea di un campionato dove si sta facendo a gara a chi sbaglia di più.
7. La mano di Bacis ancora non si vede. Mentre l’anno scorso l’Arezzo aveva una sua fisionomia precisa e riconoscibile, adesso siamo a metà del guado. In trasferta la squadra rende molto più che in casa, ma sembra più un fattore mentale che tecnico o tattico. Possesso palla ne fa pochissimo, prende gol praticamente sempre, segna col contagocce, ha diversi over giù di tono e gli under che faticano. Vero che tutte le storie sulla società possono aver minato il rendimento del gruppo e che adesso ci sono diversi nuovi da inserire, ma le idee dell’allenatore la domenica non vengono messe in pratica. Almeno per ora.
8. Martinez non riesce a trovare continuità di rendimento. Non è quello dell’anno scorso, lo vedrebbe anche un cieco. Campi Bisenzio a parte, dove ha dovuto giocare da esterno di centrocampo, anche lui sta faticando. Però Martinez, pure quando non va, corre e ci mette l’anima. E nel girone di ritorno, se c’è uno sul quale si potrebbero puntare 5 euro per la riscossa, è proprio lui.
9. Finalmente in gol Bianchini. Dopo l’exploit di Todi ha passato un mese in disgrazia, senza strusciarla mai. Ieri è tornato lui: due gol segnati e tanto lavoro sporco, quello che dovrebbe garantire ogni settimana. In questa categoria, avere o non avere un centravanti di quelle caratteristiche, in forma, è come passare dal giorno alla notte.
10. I tifosi dell’Arezzo sono tornati in trasferta a Campi Bisenzio, mentre quelli del Perugia erano a Prato, poco più in là. Probabilmente all’Osservatorio speravano in qualche incontro ravvicinato, così da farla finita una volta per tutte...

 

scritto da: Andrea Avato, 17/12/2012

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Lanciotto-Arezzo 2-2, le immagini della partita