Ceravolo e Mancini, lite senza fine in tribunale

L'ex direttore generale citato in giudizio dall'ex presidente per l'aumento di stipendio concesso senza autorizzazione ad alcuni calciatori. In precedenza, a parti invertite, Ceravolo aveva chiesto un risarcimento per la brusca interruzione del rapporto di lavoro e del contratto quinquennale da 200mila euro a stagione

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Prima era stato Franco Ceravolo a portare Piero Mancini in tribunale, chiedendo il pagamento per intero del suo contratto quinquennale da 200mila euro a stagione. Poi l'ex direttore generale, dopo la mediazione degli avvocati, aveva abbassato le pretese, passando a una richiesta di risarcimento pari a 30mila euro, motivata dalla brusca interruzione del rapporto di lavoro a causa della messa in liquidazione dell'Ac Arezzo, nell'estate del 2010. Adesso le parti si sono invertite e ieri Franco Ceravolo è comparso di nuovo al tribunale di Arezzo, citato in giudizio proprio da Piero Mancini. L'ex presidente sostiene che il dg, al quale era stato accordato potere di firma, aveva concesso un aumento di stipendio ad alcuni calciatori, a campionato in corso, senza autorizzazione. Il procedimento è stato aggiornato al prossimo mese di dicembre. Resta in piedi pure una seconda causa davanti al giudice del lavoro, che vede come avversari Mancini e un altro suo ex uomo mercato, Vittorio Fioretti, anch'egli passato alle vie legali per rivendicare stipendi mai riscossi. Per la prossima settimana è atteso inoltre il pronunciamento del giudice sulla proposta di concordato presentata da Piero Mancini per scongiurare il fallimento della vecchia società amaranto.


scritto da: Andrea Avato, 09/11/2011

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