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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Cristian e Veronica a Capo Nord
NEWS

Lo sguardo sul mondo di Salim Cissé

I sogni, le emozioni, i gol di un ragazzo che ha attraversato il mare della speranza e che adesso, con le scarpe arancioni ai piedi, sta scoprendo una vita inimmaginabile fino a pochi mesi fa. La bella storia di un talento tesserato con lo status di rifugiato politico



Salim Cissé è nato in Guinea il 24 dicembre 1992Non si sa quali erano i suoi sogni quando è partito da solo dalla Guinea e si è imbarcato in un viaggio, allo stesso tempo della speranza e della disperazione, per arrivare in Italia e costruirsi un futuro migliore. Di sicuro Salim Cissè, quando appoggiato sulla rete del campo di allenamento della società romana del Borgo Massimina guardava giocare a calcio i suoi coetanei durante la sua permanenza in un centro di accoglienza, immaginava di correre anche lui, con le scarpe da calcio ai piedi, insieme a quei ragazzi. Da quello sguardo i dirigenti della società hanno capito che quel ragazzo sognava di giocare, e quel sogno lo hanno esaudito fornendogli il materiale sportivo e facendolo allenare. Per Salim questo non è stato solo un modo per socializzare e trascorrere le giornate, perché il ragazzo oltre che la voglia ha messo in luce tutto il suo talento. Eppure in Guinea non aveva mai giocato in una vera squadra di calcio, e quindi qui ha dovuto imparare tutto, dalla tecnica individuale, alla tattica al gioco di squadra. Insieme a questo ha dovuto anche imparare l'italiano, e lo ha fatto in fretta. Ha fatto tutto in fretta, Salim, che ha trovato nel dirigente dell'Arezzo Francesco Anzalone un aiuto a livello umano, prima che calcistico. E nelle sue parole, e soprattutto nel suo sguardo, nell'intervista di domenica scorsa dopo la gara con il Trestina c'era tutto il senso della riconoscenza, quella vera e con il cuore, di un ragazzo educato e maturo che ha saputo affrontare la vita di petto e al quale oggi, fortunatamente, la vita sorride. “Per sdebitarmi per quello che avete fatto per me devo vincere il campionato”, ha detto domenica, commosso e commovente. Per lui la società amaranto è riuscita a vincere una battaglia finora unica nel suo genere, cioè di consentirne il tesseramento con lo status di rifugiato politico. La Guinea ha una storia di dittatura, anche militare, e Salim, che ha lasciato nel suo paese i genitori e un pezzo del suo cuore, ha avuto questo status quando è arrivato in Italia insieme a tanti altri uomini e donne provenienti da tanti paesi, attraversando un mare che non è solo simbolico. Oggi con i suoi genitori si sente telefonicamente, e gli avrà raccontato dei suoi gol e di quelle corse con quelle scarpe arancioni ai piedi che lo fanno ancora di più risaltare. Cissè è un predestinato del calcio, e questa impressione l'abbiamo avuta fin dalla prima volta che lo abbiamo visto giocare quest'estate, ma la cosa più importante è che Salim, il ragazzo Salim, sarà un uomo dal quale imparare qualcosa.


scritto da: Luca Caneschi, 11/11/2011