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Scatole cinesi, garantismo e giustizialismo, un processo da fare, l'Arezzo estraneo

L'effetto shock dell'indagine della procura di Civitavecchia, che ha indagato 49 persone tra cui l'ex presidente amaranto Gino Severini, è ancora altissimo. Ma poi sarà il processo penale a stabilire le vere responsabilità degli accusati e il precedente di Mancini e Cappietti del 2008 invita alla cautela. Quel che interessa ai tifosi amaranto, è che la società sia estranea alla vicenda, mentre Ferretti vuole fare chiarezza sulla compravendita del club dello scorso gennaio



lo studio dell'ex presidente Gino SeveriniUno legge e sente parlare di scatole cinesi, maxi frode, evasione fiscale, teste di legno, sistema truffaldino, associazione a delinquere e rimane basito. Se poi queste “facezie” vengono associate a un tipo come Gino Severini, che eravamo abituati a considerare uno di casa, almeno fino a qualche mese fa, l’effetto shock è moltiplicato al quadrato.

In tali casi, cioè quando scoppia la bomba mediatica di un’inchiesta giudiziaria fragorosa, la maggior parte degli osservatori e dei commentatori balla tra garantismo e giustizialismo, a seconda che i personaggi coinvolti appartengano alla propria parte o a quella avversaria. Di solito succede in politica, ma ormai anche lo sport si è fatto una cultura in tema di carcerazioni preventive, custodie cautelari e contestazioni di reati. Tra imprenditori-presidenti che vengono accusati di variegate malefatte e tesserati che finiscono nel mirino dei giudici per condotte antisportive e fraudolente, perfino il più distratto dei tifosi riesce a barcamenarsi nel mare magnum del diritto penale.

Riguardo l’operazione “carpe diem”, condotta dalla procura della Repubblica di Civitavecchia, va spiegato che le notizie pubblicate in queste ore da giornali, siti web e televisioni sono estrapolate dalle carte dei pubblici ministeri. Che Gino Severini sia a capo dell’associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale, che in tutto coinvolge 49 persone, dovrà poi essere dimostrato in tribunale, dove gli avvocati degli imputati faranno la loro parte per smontare le tesi accusatorie. Questo solo per chiarezza, a prescindere da come andrà a finire il processo, che considerando i tempi biblici della giustizia italiana, potrebbe arrivare al sospirato terzo grado di giudizio quando noi saremo talmente vecchi e rincoglioniti che di questa storia non ricorderemo un’acca. Se Gino Severini abbia veramente messo in piedi una rete fittizia di cooperative per gabbare il fisco, noi non lo sappiamo. Dal punto di vista umano, siccome sperare nel male altrui è una meschinità, l’augurio è che dimostri di essere innocente. Altrimenti sarà giusto che saldi il conto.

Nel 2008, per citare un caso simile ma non uguale, Piero Mancini e Giovanni Cappietti vennero arrestati con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla frode informatica, al riciclaggio, alla truffa. Si fecero qualche giorno di carcere e di domiciliari, poi furono rimessi in libertà e alzi la mano chi ha saputo più nulla di quella vicenda. Boh. Severini in cella c’è stato una notte la scorsa settimana, quindi l’interrogatorio di garanzia davanti al Gip gli ha consentito di rientrare a casa, con la propria macchina e senza accompagnamento. Adesso l’ex presidente dell’Arezzo, agli arresti domiciliari, non ha limitazioni né per quel che concerne le visite né il traffico telefonico.

L’attività che lo ha messo nei guai, comunque, risale al 2009 e con l’Arezzo calcio non c’entra nulla. E’ il dettaglio che a noi interessa moltissimo, così come è stata dirimente la precisazione di Mauro Ferretti, il quale ha escluso collegamenti con l’attuale proprietà amaranto e con le sue aziende di Roma. Tra Ferretti e Severini, però, non c’è buon sangue. La colpa, oltre che di una reciproca antipatia a pelle, sta anche nella contabilità del club. Quando si è consumato il passaggio di consegne, Severini ha venduto e Ferretti ha comprato sulla base di accordi precisi, che secondo l’attuale presidente si sono rivelati farlocchi. Ferretti, in pratica, ha dovuto spendere più del previsto e del pattuito. Per questo ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Arezzo, che adesso dovrà accertare come siano veramente andate le cose e chi, fra i due contendenti, stia dalla parte della ragione.

Anche qua, attendiamoci tempi non proprio celeri. Magari si fa prima a vincere il campionato e a spostare il mirino sul calcio giocato. Che poi è quello che diverte di più.

 

scritto da: Andrea Avato, 03/08/2013





Commercialisti di Roma accusati di frode fiscale

COMMENTI degli utenti

Commento 1 - Inviato da: DaM, il 03/08/2013 alle 13:30

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Questo solo per chiarezza, a prescindere da come andrà a finire il processo, che considerando i tempi biblici della giustizia italiana, potrebbe arrivare al sospirato terzo grado di giudizio quando noi saremo talmente vecchi e rincoglioniti che di questa storia non ricorderemo un’acca.

Andrea su, non ti lasciare andare al qualunquismo della peggior specie, non tutti hanno i propri avvocati in parlamento a fargli leggi ad hoc per rimandare le sentenze Cool

Comunque le cose che a me interessano sono questa:

L’attività che lo ha messo nei guai, comunque, risale al 2009 e con l’Arezzo calcio non c’entra nulla

e sopratutto questa

è stata dirimente la precisazione di Mauro Ferretti, il quale ha escluso collegamenti con l’attuale proprietà amaranto e con le sue aziende di Roma. 

poi, per il resto, spero solo che di questa gente ne becchino sempre di più. Indipendentemente dal colore politico e anzi, anche e sopratutto se sono collusi con la politica.

Commento 2 - Inviato da: Andrea Avato, il 03/08/2013 alle 15:47

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Eh, ma la lunghezza da guinness dei processi italiani riguarda soprattutto quelli comuni, dove il nome di grido non c'è. L'esempio di Mancini secondo me è emblematico. Poi l'esperienza mi ha insegnato che i capi d'accusa delle procure, cioè quelli di cui si parla oggi anche per Severini, a volte trovano conferma in tribunale e a volte no. Per questo mi piace sempre essere cauto. Aspettare il terzo grado, se non volesse dire aspettare una vita, dovrebbe essere una cosa normale.

Commento 3 - Inviato da: Amarantegnene, il 04/08/2013 alle 01:50

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Invece secondo me .... L aspettare il terzo grado è assurdo!! Nn penso che chi per4 anni ha seguito la situazione con intercettazione e pedinamenti si sia poi sputtanato con assurde accuse. In Italia aspettiamo il terzo grado e la Divina provvidenza, ma la differenzA purtroppo la fanno, gli Avvocat difensori!!! Per questo facciamo ridere il mondo... Dall Avato... Sta stronzata..... Nn me l aspettavo......

Commento 4 - Inviato da: Libanese 2, il 04/08/2013 alle 07:44

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Questo solo per chiarezza, a prescindere da come andrà a finire il processo, che considerando i tempi biblici della giustizia italiana, potrebbe arrivare al sospirato terzo grado di giudizio quando noi saremo talmente vecchi e rincoglioniti che di questa storia non ricorderemo un’acca.

 

Alo'  ma perfavore..., se è innocente gli bastano i primi  due gradi di giudizio.. e  se qualora il  procedimento giudiziario ecceda i termine di durata ragionevole di un processo..,  i suoi legali  cmq vada la causa  chiederanno  un risarcimento danno per la durata eccessiva deel processo , e cmq le indagini sono durate  4anni...  e se è colpevole  chiederà il patteggiamento con rito abbraviato.., e usufruirà dell'indulto... 

Commento 5 - Inviato da: Libanese 2, il 04/08/2013 alle 07:47

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2).., l'unica cosa assolutamente imèortante è  che l U.S Arezzo non c'èntri un cavolo  con queta storia... ,

x che a noi ci deve interessare solo le sorti della nostra squadra.. 

Commento 6 - Inviato da: Andrea Avato, il 04/08/2013 alle 11:03

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AMARANTEGNENE (3)

Lasciamo da parte questo caso specifico. Parliamo in generale. Il terzo grado di giudizio è una garanzia per ogni imputato, innocente fino a prova contraria e fino a sentenza definitiva. Ci sono casi eclatanti, che riguardano personaggi noti e poveri cristi, di accuse mosse da varie procure riguardo i reati i più variegati, e poi smontate durante il processo. Come ci sono casi che vanno nella direzione contraria. La giustizia italiana fa ridere il mondo soprattutto perché ha tempi biblici, tant'è che questo Paese è stato più volte invitato dalle istituzioni europee a rimediare al problema. E non l'ha mai fatto. Tralascio qua il tema della politicizzazione delle toghe, che per molti è un fatto assodato e per molti altri una clamorosa panzana, sennò andiamo a infognarci in un discorso dal quale non se ne esce più. 

LIBANESE (4 e 5)

Quale strategia difensiva vogliano seguire gli avvocati di Severini, non ho idea. Il mio era un riferimento all'indeterminatezza dei processi, come ho scritto sopra. Concordo sul fatto che il dato più rilevante, per noi che seguiamo l'Arezzo, è che la società sia estranea a quella vicenda. Sul piatto poi c'è anche l'esposto di Ferretti e su questo aspettiamo venga fatta chiarezza.

Commento 7 - Inviato da: DaM, il 04/08/2013 alle 12:55

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Ma che si debba attendere i primi due gradi di giudizio siamo d'accordo. Eventualmente anche la Cassazione, che più che un terzo grado è un esame di legittimità. Del resto i processi servono proprio a permettere agli imputati di difendersi, e sarebbe un brutto paese quello dove il giudice accoglie sempre il teorema della Procura.

Poi però attenzione: se vedo uno che mi ruba la macchina, non è che aspetto la Cassazione per decidere di non prestargli il motorino.

Sulle tempistiche tutto vero, ma a prendersela con i magistrati mi pare di fare come quelli che si incazzano perchè il giudice non usa la custodia cautelare come strumento punitivo: significa non avere la più pallida idea di come funziona il diritto, e sopratutto di non comprendere che i giudici non fanno altro che applicare le leggi scritte dal parlamento.

Poi sulla magistratura politicizzata, è vero che esistono associazioni come Magistratura Democratica o Magistratura Indipendente o altri, che hanno una connotazione politica (di diverso colore). Non posso dire che sia una situazione che mi piace: è un male molto italiano di politicizzare qualunque tema (basta guardare qualche curva di qualche stadio). D'altra parte, l'attualità di questi giorni dimostra che sentenze presunte politiche sono passate da più gradi di giudizio, con giudici di varia connotazione politica, senza sostanziali divergenze nel giudizio finale.

Commento 8 - Inviato da: il ferro, il 05/08/2013 alle 11:37

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la legge è uguale per tutti

non tutti sono uguali per la legge

 

LO STATO UCCIDE