SERIE D GIRONE E - 1a giornata
Flaminia | 4 set | 15 | Livorno |
Gavorrano | 4 set | 15 | Tau Altopascio |
Ghiviborgo | 4 set | 15 | Ponsacco |
Orvietana | 4 set | 15 | Arezzo |
Poggibonsi | 4 set | 15 | Grosseto |
Sangiovannese | 4 set | 15 | Ostiamare |
Seravezza | 4 set | 15 | Città di Castello |
Trestina | 4 set | 15 | Pianese |
Terranuova | 4 set | 15 | Montespaccato |
Convito per le nozze di Ester e Assuero
Giorgio Vasari (1511/1574), pittore, architetto, storiografo e scenografo, è uno dei più grandi figli della terra aretina. Le sue opere impreziosiscono i musei di tutto il mondo e molti edifici pubblici e religiosi, soprattutto di Firenze e Arezzo. Nel 1548 l’artista eseguì, per la sua città natale, quella che forse è la sua migliore opera in assoluto: il grandioso Convito per le nozze di Ester e Assuero, realizzato per il refettorio della Badia delle sante Flora e Lucilla, oggi sede dell’Istituto Tecnico Commerciale Buonarroti. 
TweetGiorgio Vasari (1511/1574), pittore, architetto, storiografo e scenografo, è uno dei più grandi figli della terra aretina. Le sue opere impreziosiscono i musei di tutto il mondo e molti edifici pubblici e religiosi, soprattutto di Firenze e Arezzo.
Nel 1548 l’artista eseguì, per la sua città natale, quella che forse è la sua migliore opera in assoluto: il grandioso Convito per le nozze di Ester e Assuero, realizzato per il refettorio della Badia delle sante Flora e Lucilla, oggi sede dell’Istituto Tecnico Commerciale Buonarroti.
Il dipinto, commissionato dall’abate Giovanni Benedetto da Mantova a metà del luglio 1548, è un meraviglioso olio su tavola di notevoli dimensioni (2,89 metri x 7,45 metri).
La tavola è formata da 39 assi verticali sostenute da due traverse, che dopo accurati studi preparatori Vasari pitturò in soli 42 giorni direttamente sulla parete del refettorio.
Nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi sono ancora conservati i bozzetti preliminari eccetto uno, custodito a Francoforte.
L’artista aretino ideò anche il modello per la cornice e dipinse sul muro, proprio sopra la tavola, un Cristo che porge una corona di fiori alla regina Ester, oggi scomparso.
Il tema affrontato da Vasari è tratto da un testo biblico, il Libro di Ester, dove si narra della salita al trono di Persia di una ragazza ebrea, che riesce a salvare l’intero popolo giudaico dallo sterminio.
Re Assuero – per molti identificabile con Serse I (519/465 a.C.) – dopo aver ripudiato la regina Vasti sceglie come nuova sposa l’ammaliante Ester, introdotta alla corte dal funzionario reale Mardocheo, tutore della fanciulla.
Quest’ultimo viene a conoscenza del complotto di Aman, consigliere del re, che mira a massacrare tutti gli ebrei presenti nei territori persiani. Per questo motivo chiede alla ragazza di intercedere presso il sovrano, che aveva avallato la decisione del perfido aiutante, non conoscendo le origini della consorte.
Ester utilizza tutte le sue armi di seduzione e, nel corso di un lussuoso banchetto, arriva ad accusare in pubblico Aman di tramare l’eccidio del popolo giudaico, quindi anche l’uccisione della stessa regina. L’ira di Assuero si abbatte sul cospiratore, che finisce impiccato sul patibolo che egli stesso aveva preparato per l’odiato Mardocheo.
La storia di Ester è all’origine della festività ebraica di Purim, l’equivalente del Carnevale cristiano.
La scena dipinta dal Vasari è ricca di elementi profani: il convito è inserito in un ambiente cortigiano tipicamente rinascimentale, pullulante di belle donne, paggi, musici, servitori, scudieri e soldati di guardia. Curiosa e simpatica è la figura nel nano di corte sulla sinistra.
I partecipanti, con i loro sgargianti vestiti e gli sfavillanti gioielli, ci mostrano uno spaccato esaustivo del costume cinquecentesco.
Durante la Seconda Guerra Mondiale la grande tavola fu spostata dalla sua ubicazione originaria per ragioni di sicurezza e oggi domina la Galleria (o Sala 8) del Museo Statale di Arte Medievale e Moderna di Arezzo.
Nell’aula magna di Ragioneria è stata invece collocata una copia a dimensione naturale dell’opera.
L’ultimo restauro del dipinto risale al 1994 e le indagini dimostrarono la presenza di un disegno a carboncino, tracciato a mano libera sotto lo strato pittorico.
Per approfondire: Museo Statale d’Arte Medievale e Moderna - pittura e scultura (Liletta Fornasari, Editrice Le Balze 1999)

scritto da: Marco Botti, 27/02/2009
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