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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Daniele e Valentina sposi
NEWS

Esperimenti tattici e otto partite cui dare un senso. Il lavoro di Chiappini sta qui

Rascaroli ancora terzino, Idromela ancora trequartista, Quadrini in campo novanta minuti, Martinez in panchina. La partita contro la Pianese ha sollevato qualche perplessità, ma del resto l'allenatore dell'Arezzo è arrivato da poco e ha il diritto di visionare il materiale a sua disposizione. Questo in vista dei play-off: mancano ancora due mesi e l'errore più grande sarebbe quello di arrivarci con le batterie scariche a livello fisico e mentale



l'Arezzo schierato contro la PianeseA questo punto della stagione, aver pareggiato 0-0 contro la Pianese (quinto pareggio in altrettante sfide “di vertice”) anziché aver vinto, o perso, è una cosa che conta più per l’onor di firma che non per altro scopo. E quindi si, wow, ventunesimo risultato utile consecutivo, eguagliato così il “record” della banda di Cosmi in serie D che resisteva dal 1995-96. Wow, non perdiamo in casa ormai da un anno e mezzo. Wow, per la terza partita consecutiva Scarpelli non prende gol (mai successo durante la gestione-Mezzanotti, che pure non era certo un allenatore zemaniano, diciamocelo) e la porta dell’Arezzo è inviolata ormai da oltre 400 minuti, tra campionato e Coppa Italia. Tutti dati che hanno l’amaro sapore della beffa, se confrontati con una prestazione che sottotono è dire poco a livello di gioco, se rapportati a una domenica che ha visto la Pistoiese tornare a +10 (lo ripetiamo: per quel che vale, a questo punto della stagione), se parametrati – dispiace dirlo, ma è la dura verità – con quelle che erano le aspettative di pochi mesi fa.
A questo punto, per la matematica mancano ancora 12 punti alla conquista dei playoff, da ottenere in otto partite che avranno poco da dire come poco ha avuto da dire Arezzo-Pianese. Altrimenti, è difficile spiegare come in una partita tra la terza e la quarta di un girone ci si lanci in esperimenti tattici in tutti i reparti (Rascaroli ancora terzino, Quadrini seconda punta, Idromela trequartista, fanno tre giocatori fuori ruolo su dieci di movimento), ci si ostini a tenere in campo per tutta la partita un giocatore (Quadrini) che stava offrendo una prestazione palesemente insufficiente, si cambi l’unico centrocampista (Carteri) che stava offrendo una prestazione buona per inserire Dieme, e quando era il momento di tentare l’assalto all’arma bianca, anziché buttare dentro Martinez (autore di uno dei due soli gol segnati finora dall’Arezzo targato Chiappini) si scelga di inserire Carfora, che non sta attraversando un momento di forma smagliante. Ma va bene tutto, in questo contesto: il mister appena arrivato ha tutto il sacrosanto diritto di valutare gli elementi a sua disposizione e trovare quello che ritiene il miglior assetto in vista dei play-off nazionali, quattro partite (o forse più, ancora non possiamo dirlo, anche perché non dipende solo dall’Arezzo) che saranno determinanti per inseguire il traguardo del ripescaggio in serie C.
Tuttavia, in una partita tutto sommato povera di emozioni com’è stata Arezzo-Pianese, c’è spazio per qualche spunto di riflessione, da buttar lì nel caso in cui qualcuno abbia voglia di rifletterci un secondo. Primo, la Pianese ha portato via un pari con merito, ha dimostrato che non si trova a quel punto della classifica per caso e che l’Arezzo non le è poco più avanti per caso, anzi. Secondo, per le otto partite che rimangono al termine di questa stagione, sarebbe forse il caso di dare un po’ più di spazio a chi ha giocato meno fin qui, un po’ per far rifiatare alcuni titolari che sembrano davvero in debito d’ossigeno (cosa peraltro rimarcata anche dal mister stesso all’indomani della sua seconda partita da allenatore dell’Arezzo), un po’ perché le seconde linee in questi contesti hanno sicuramente motivazioni superiori rispetto ai titolari. Terzo, nonché conseguenza dei primi due concetti, se ormai il primo posto è affar che non ci riguarda, per lo meno bisogna trovare il modo di tenere un po’ più alta la tensione di qui a fine anno, e non solo per rispetto a chi paga il biglietto (la qual cosa, a onor del vero, sarebbe già di per sé una motivazione sufficiente): arrivare troppo rilassati ai playoff sarebbe il più grave degli errori, perché la trance agonistica non è una cosa che si può far scattare nelle teste dei giocatori a proprio piacimento.

 

scritto da: Roberto Gennari, 13/03/2014





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