SERIE D GIRONE E - 1a giornata
Flaminia | 4 set | 15 | Livorno |
Gavorrano | 4 set | 15 | Tau Altopascio |
Ghiviborgo | 4 set | 15 | Ponsacco |
Orvietana | 4 set | 15 | Arezzo |
Poggibonsi | 4 set | 15 | Grosseto |
Sangiovannese | 4 set | 15 | Ostiamare |
Seravezza | 4 set | 15 | Città di Castello |
Trestina | 4 set | 15 | Pianese |
Terranuova | 4 set | 15 | Montespaccato |
Tra l'Arezzo e il secondo posto c'è l'ex Nofri: ''Il mio Foligno merita 8 in pagella''
Intervista all'allenatore degli umbri che si giocano la piazza d'onore con gli amaranto. ''Noi non eravamo partiti per vincere il campionato, ma adesso siamo in salute e proveremo a chiudere in bellezza. Dieme? Non sono sorpreso, se diventa più cattivo sottoporta può arrivare in alto. La Pistoiese ha sbaragliato la concorrenza perché ha avuto continuità. E se io l'anno scorso fossi rimasto, chissà... Ho letto dell'arrivo di Pagni. Scelta giusta, certe piazze non possono non avere un uomo di calcio nell'organigramma''
TweetUn anno fa di questi tempi Jerome Dieme segnava il suo primo gol in maglia amaranto. Di ginocchio, a Bastia, pareggiando la rete firmata da Invernizzi. Nonostante le sollecitazioni di Nofri, però, Dieme era ancora un’incompiuta. Oggi il senegalese di gol ne ha segnati 6 e il suo rendimento, specie da quando è arrivato Chiappini, ha avuto un’impennata incredibile. Merito del cambio di ruolo, del tempo che passa o di Dieme stesso? Federico Nofri, che adesso allena il Foligno, dice che ‘’le qualità tecniche sono sempre state sopra la media. E’ il contorno che è cambiato’’.
Cioè?
“Quando sono arrivato io ad Arezzo, Dieme non stava in cantina. Stava ancora più giù. Aveva giocato pochissimo, era sfiduciato. Però aveva doti evidenti. E gli detti spazio, anche se il suo rendimento era altalenante”.
Perché?
“Perché doveva maturare. Io ricordo qualche giocata buona e i gol sbagliati a Castel Rigone e Viterbo. Adesso, da seconda punta, sta facendo bene. Se diventa più cattivo sotto porta, può arrivare in alto”.
Domenica te lo ritrovi davanti insieme a Essoussi. Il Foligno ha la miglior difesa del torneo. Come andrà a finire?
“Mi aspetto una partita equilibrata. L’Arezzo viene da 25 risultati utili di fila, noi da 13. Siamo in salute, appaiati al secondo posto. Può finire in tutti i modi”.
Ma è una partita che vale oppure ormai è poco più di un’amichevole?
“Vale molto. Arrivare secondi o terzi cambia la situazione da così a così. E lo dico in ottica play-off. Inoltre per noi la piazza d’onore sarebbe un motivo d’orgoglio. Ma io non mi aspetto un Arezzo remissivo”.
A proposito di play-off. Il Foligno quanto ci punta?
“Dico la verità, noi tanti calcoli non li abbiamo fatti. Poi è chiaro che ce la giocheremo con tutti e proveremo ad arrivare fino in fondo. Ma adesso voglio chiudere bene il campionato, dopo si vedrà”.
Qua ad Arezzo i 61 punti in classifica non scaldano il cuore. A Foligno la situazione com’è?
“Io alla mia squadra darei 8 in pagella. Non siamo partiti per vincere il campionato, l’obiettivo era ricreare entusiasmo dopo due retrocessioni consecutive. Siamo andati anche al di là delle aspettative e cercheremo di finire in bellezza”.
Però, specie dopo il mercato di dicembre, anche tu hai avuto una bella rosa. O no?
“A dicembre sono arrivati Beati, Calzola e Di Paola, è vero. Ma se guardo gli organici di Arezzo e Pistoiese, dico che noi abbiamo sempre avuto meno ricambi. Per cui siamo soddisfatti”.
Che la Pistoiese sarebbe salita in Lega Pro, si era capito da dicembre. Cos’ha avuto più delle altre?
“Un reparto d’attacco che ha segnato a raffica. E poi la continuità: l’ossatura della squadra è rimasta la stessa, l’allenatore idem. Sono dettagli che hanno fatto la differenza”.
Ciò significa che se tu fossi rimasto ad Arezzo…
“Questo non si può dire, non c’è riprova. Di sicuro io sarei rimasto volentieri, ma è andata in un altro modo. E alla fine quest’esperienza di Foligno per me è stata appagante e positiva”.
Chi è favorito per la volata verso il secondo posto?
“Molto dipenderà dallo scontro diretto. L’Arezzo ha un calendario più agevole del nostro, almeno sulla carta. Ma è tutto aperto”.
Quindi domenica sarà una partita senza tatticismi?
“Per quanto mi riguarda sì, anche se l’equilibrio va sempre mantenuto. Nel girone di ritorno abbiamo fatto 29 punti con 8 vittorie e 5 pareggi. Abbiamo le nostre armi da sfruttare”.
Domenica ti ritrovi contro anche Pecorari. Sotto la tua gestione sembrava ringiovanito di dieci anni. Come mai?
“Perché è un professionista. Guarì dal mal di schiena e non saltò più un allenamento. Fu determinante nel raggiungimento della salvezza sia in campo che dentro lo spogliatoio. Lo saluterò con piacere”.
L’hai visto all’opera l’Arezzo di Chiappini?
“L’ho visto in dvd. Mi sembra stia bene anche di testa. E non perde da una vita”.
I famigerati 25 risultati inutili consecutivi…
“Capisco il disappunto dei tifosi. Ma la Pistoiese si è dimostrata più forte, non c’è da discutere. Semmai è vero che l’Arezzo poteva fare qualcosa in più, duellare più a lungo. Sotto questo aspetto siamo mancati anche noi, è la verità. C’è un dato che è emblematico”.
Quale?
“I 12 punti di distacco. A mio parere tra Pistoiese e Arezzo non c’è tutto questo divario. E nemmeno tra Pistoiese e Foligno. Però la classifica è quella”.
Dicevamo dell’Arezzo di Chiappini. Ti sembra diverso rispetto a prima?
“Mi pare che i difensori partecipino di più alla costruzione della manovra e che la palla stia più a terra. E poi vedo che ha dato continuità tattica giocando con i tre mediani e il trequartista. Non era facile riportare serenità in un gruppo contestato dal pubblico”.
Hai saputo che l’Arezzo ha preso un direttore generale?
“Ho letto”.
Scelta giusta?
“Beh, Pagni lo conosco di nome, ma credo che in certe piazze sia imprescindibile una figura tecnica in grado di leggere le situazioni che propone il calcio. Gli faccio un grande in bocca al lupo”.
L’anno prossimo resti a Foligno?
“Non lo so, adesso sono concentrato sul finale di stagione. Voglio chiudere in crescendo e ne abbiamo la possibilità. Finalmente sono stato ammesso al corso di Coverciano e quindi, una volta preso il diploma, potrò allenare anche tra i professionisti. Sono un ambizioso, non l’ho mai nascosto, e le motivazioni non mi mancano”.
Andrea Mosconi, due settimane fa, ha detto in tivù che tu e lui eravate i “capi” dello spogliatoio nell’anno della promozione in C2. Confermi?
“Confermo. C’erano altri giocatori importanti, come Battistini e Semplici. Ma io e Mosconi eravamo dei punti di riferimento. Anche perché a investirci di questo ruolo era stato Cosmi. Avevamo fame di vittorie”.
Bei tempi quelli.
“Bellissimi. Ma a me la fame è rimasta sempre la stessa”.
scritto da: Andrea Avato, 11/04/2014
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