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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Beatrice, Paolo, Rachele, Elisa ed Emanuele a Ischia
NEWS

Blog - Un giorno strano, work in progress infinito e le occasioni perse in novant'anni

Il 17 aprile ad Arezzo evoca sempre brutti ricordi. Purtroppo la storia della società amaranto è piena di grandi opportunità non colte e al bivio è stata sempre imboccata la strada sbagliata (salvo rare eccezioni). Quando al vertice del club c'erano dirigenze con i soldi, è mancata la programmazione. E quando c'erano le competenze, mancava la disponibilità economica. Per questo non abbiamo mai visto la serie A, abbiamo visto poco la serie B e ci siamo tarpati le ali da soli. Come nel 2004 con Somma...



17 aprile, giorno di rimpiantiIl 17 aprile è sempre un giorno strano. Il ritornello ormai l'hanno imparato tutti: l'hotel Minerva, il pullman coi motori accesi, la squadra in partenza per Vicenza, Pinella Rossi che riceve la notizia e blocca tutto. ''L'Arezzo è escluso dal campionato'' dice la Federazione.

Cosa era successo prima di quel 1993 e cosa è accaduto dopo, lo sappiamo a menadito. C'erano stati scampoli di gloria a fine anni '60 (la prima promozione in B) e poi sogni intensi all'inizio degli anni '80 (la gestione Terziani). Quindi la rinascita degli anni '90 (il calcio semplice e vincente di Graziani) e le speranze tradite del decennio duemila (con Mancini osannato e contestato in egual misura).

Quello su cui dovremmo ragionare più a fondo, è che il calcio di casa nostra ha sempre vissuto alla giornata. Ha vinto, pareggiato e perso (più spesso ha perso, purtroppo) gestendo l'oggi come se non ci fosse domani. Così di duraturo c'è stato poco o niente. E la piazza ha dovuto metabolizzare un work in progress infinito, vedendo scorrere immagini, partite, calciatori, allenatori, direttori alla velocità della luce. La storia dice che una città ricca, godibile, vitale come questa non ha mai toccato la serie A e in serie B c'è rimasta al massimo per cinque stagioni di fila (1969/74 e 1983/88). Tutto il resto è stato sofferenza, qualche volta intervallata da lampi di luce.

Rimanendo agli ultimi vent'anni. L'Arezzo fallì nel '93 per la severità del Palazzo ma anche perché i conti erano fuori controllo da una vita e i bilanci avevano un colore rosso intenso. Per un crudele e ciclico scherzo del destino, inoltre, quando nelle stanze dei bottoni c'è stata gente coi soldi, è mancata la volontà di programmare. E quando c'era la competenza, mancavano le possibilità economiche. Se uno ha un po' di memoria e un minimo di spirito critico, può rileggersi gli almanacchi, frugare nei ricordi e scoprirà che è proprio così, che l'Arezzo avrebbe potuto più di una volta fare il salto di qualità e non l'ha fatto mai.

Tutto ciò torna prepotentemente a galla oggi perché, per l'appunto, è il 17 aprile. Una data che non evoca sorrisi. Ma anche perché l'altra sera in tivù, un certo Mario Somma ha detto chiaro e tondo che se nel 2004, a campionato vinto, Mancini e Fioretti (più Fioretti che Mancini per la verità) lo avessero confermato, sarebbe successo quel che non non è successo mai, dato che il vento soffiava forte alle spalle e le ali per volare non erano di cera.

La nostra condanna è di portare sulla pelle le cicatrici di scelte sbagliate. Noi al bivio abbiamo sempre imboccato la strada sbagliata, salvo rare eccezioni, per novant'anni. Magari da domani le cose cambieranno. Un po' di gloria vera, alla fine, ce la meritiamo tutta.

 

scritto da: Andrea Avato, 17/04/2014





Mario Somma parla del suo addio all'Arezzo

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