SERIE D GIRONE E - 1a giornata
Flaminia | 4 set | 15 | Livorno |
Gavorrano | 4 set | 15 | Tau Altopascio |
Ghiviborgo | 4 set | 15 | Ponsacco |
Orvietana | 4 set | 15 | Arezzo |
Poggibonsi | 4 set | 15 | Grosseto |
Sangiovannese | 4 set | 15 | Ostiamare |
Seravezza | 4 set | 15 | Città di Castello |
Trestina | 4 set | 15 | Pianese |
Terranuova | 4 set | 15 | Montespaccato |
La chiesa di San Bartolomeo
Nel cuore di Arezzo, salendo da Piazza Grande lungo via Borgunto e svoltando verso l’omonima piaggia, raggiungiamo la chiesa di San Bartolomeo. Qui ci troviamo immersi in uno dei luoghi più caratteristici del centro storico e ci rapisce la vista di uno scorcio mozzafiato della città turrita.
TweetNel cuore di Arezzo, salendo da Piazza Grande lungo via Borgunto e svoltando verso l’omonima piaggia, raggiungiamo la chiesa di San Bartolomeo. Qui ci troviamo immersi in uno dei luoghi più caratteristici del centro storico e ci rapisce la vista di uno scorcio mozzafiato della città turrita.
Il piccolo edificio sorge sui resti di quello che doveva essere un tempio pagano o comunque un luogo di culto caro agli etruschi.
In epoca romana questo santuario fu abbellito con blocchi di travertino, come si può notare dalla suggestiva parete esterna che si affaccia su Piaggia di San Bartolomeo, la cui parte inferiore è probabilmente ciò che rimane dell’antico podio.
Con l’avvento del Cristianesimo, il tempio fu soppiantato dalla chiesa, più volte rimaneggiata attraverso i secoli. Un restauro avvenuto tra la fine del Cinquecento e i primi del Seicento donò alla struttura l’aspetto attuale.
All’interno, la scuola pittorica aretina del Trecento ha lasciato una sua interessante impronta.
Partendo dalla parete di sinistra si apprezzano due cicli di affreschi. Di quello più in alto sono ancora visibili quattro Storie dell’Antico Testamento, eseguite da un pittore ignoto del XIV secolo.
Più in basso, invece, sono da ammirare sei Episodi della vita di San Tommaso, già attribuiti ad Andrea di Nerio, capostipite della scuola aretina del Trecento, ma negli ultimi anni identificati come impresa giovanile del suo allievo più illustre, Spinello Aretino. Accanto a una di queste opere affiora un’iscrizione etrusca, retaggio del primitivo culto pagano che qui si celebrava.
Nella zona absidale, in passato, era possibile trovare pure un affresco tardo-trecentesco raffigurante la Pietà con San Giovanni e la Madonna, attribuito dagli studiosi alla cerchia di Spinello e oggi staccato e trasferito al Museo Statale di Arte Medievale e Moderna.
Sempre dentro San Bartolomeo, fino a qualche anno fa era visibile una colonna in pietra arenaria databile al VII secolo d.C., utilizzata come acquasantiera. Presumibilmente faceva parte della chiesa altomedievale.
Dall’interno della struttura, percorrendo una rampa di scale, si giunge agli scavi archeologici sotto il pavimento.
Si intravede subito un arco, forse appartenente al primo edificio cristiano. Proseguendo il viaggio sotterraneo ci addentriamo nella dimensione più antica del luogo e a sinistra ritroviamo i massi di travertino del tempio etrusco-romano, mentre sotto i nostri piedi si apre un granaio a fossa profondo alcuni metri e visibile attraverso due feritoie.
In questi ambienti furono ritrovate in passato anche una stipe votiva con oggetti risalenti al V secolo a.C. e una tomba etrusca.
Oggi la chiesa, di nuovo restaurata e riconsacrata, è stata affidata alla numerosa comunità rumena presente in Arezzo, che ha provveduto ad arricchire le pareti con gradevoli icone bizantine di varie dimensioni, tipiche della tradizione ortodossa.

scritto da: Marco Botti, 12/10/2007
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