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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
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Luigi in Egitto
NEWS

La chiesa del Cristo Divino Lavoratore all'Orciolaia

L’Orciolaia è un quartiere ormai da anni inglobato appieno nella città. Il toponimo è antico e fa riferimento alle fornaci che fin dall’epoca romana erano insediate in questa area. Nel Dopoguerra l’enorme sviluppo urbanistico di Arezzo verso sud-est e sud-ovest determinò l’esigenza di creare edifici religiosi per i nuovi insediamenti e il 26 settembre 1964, come recita la lapide posta all’ingresso, fu consacrata la chiesa a pianta rettangolare dedicata a Cristo Divino Lavoratore, su progetto di Mario Mercantini. 



Il nome della zona fa riferimento alle fornaci romane che producevano vasellame di varie tipologieL’Orciolaia è un quartiere ormai da anni inglobato appieno nella città. Il toponimo è antico e fa riferimento alle fornaci che fin dall’epoca romana erano insediate in questa area.

Nel Dopoguerra l’enorme sviluppo urbanistico di Arezzo verso sud-est e sud-ovest determinò l’esigenza di creare edifici religiosi per i nuovi insediamenti e il 26 settembre 1964, come recita la lapide posta all’ingresso, fu consacrata la chiesa a pianta rettangolare dedicata a Cristo Divino Lavoratore, su progetto di Mario Mercantini.

Nello stesso tempo una porzione del territorio parrocchiale di Santa Maria in Gradi fu separata per formare la nuova parrocchia intitolata a Sant’Egidio.

La chiesa dell’Orciolaia può essere considerata senza dubbi uno dei migliori risultati dell’edilizia religiosa post-bellica aretina, piacevole commistione di elementi moderni e tradizionali sia nell’uso dei materiali, sia nelle forme.

Esternamente la presenza del cemento armato, che spesso e volentieri abbassa la qualità estetica degli edifici novecenteschi, è limitata dal copioso utilizzo del mattone in terracotta, chiaro riferimento alla materia simbolo della zona. Lo stesso campanile, slanciato e armonioso, presenta laterizi disposti a file oblique.

L’elemento che domina le parti alte della facciata e dell’abside è invece il vetro e chi entra nella chiesa non può non rimanere abbagliato dalle enormi e meravigliose vetrate moderne istoriate, che nelle giornate di sole ricreano affascinanti giochi di luci e colori.

Tutte queste imprese sono state realizzate nell’arco di tredici anni, dal 1969 al 1982, dalle Vetrate Artistiche Fiorentine su disegni di Pietro Nincheri ed Edward Butler.

Nella parte anteriore dell’edificio sacro è rappresentata la Discesa dello Spirito Santo sulla Madonna e gli Apostoli, mentre nell’area absidale spicca la Resurrezione di Cristo.

Le grandi vetrate creano dei suggestivi giochi di luceAltre invetriate di minori dimensioni si trovano nelle pareti laterali, con le Opere della Creazione a sinistra, che sormontano un grande Crocifisso contemporaneo ispirato a quelli lignei duecenteschi, e i Sacramenti a destra, proprio sopra una recente Ultima Cena di notevole estensione.

Altri capolavori da ammirare all’interno sono i due bassorilievi in cemento bianco posizionati nei transetti ai lati dell’altare maggiore, eseguiti nei primi anni Settanta dalla scultrice romana Ave Cerquetti, e soprattutto la serie di quattordici formelle in cotto rappresentanti le stazioni della Via Crucis, realizzate tra il 1964 e il 1965 da Quinto Martini, uno dei principali artisti toscani del Novecento.

Nel 1967 dalla giovane parrocchia dell’Orciolaia partì l’embrione di quello che con il tempo sarebbe divenuto il Carnevale cittadino, oggi realtà di ampio respiro nazionale.

Durante i primi anni la manifestazione si svolgeva nel quartiere con carri allestiti con mezzi di fortuna e già nel 1975 l’iniziativa si era evoluta, permettendosi tra l’altro di sfilare per le vie del centro storico.

Alla fine degli anni Settanta iniziò una proficua collaborazione con il prestigioso Carnevale di Viareggio, ma nel 1986 l’evento carnascialesco tornò a svolgersi nel sobborgo natio, a causa di un calo di interesse.

Tre anni dopo la manifestazione era già in ripresa e da allora è stato un crescendo a livello organizzativo e di immagine che hanno consentito agli organizzatori di disporre per qualche anno nella rotonda di Guido Monaco.

Oggi il Carnevale Aretino dell’Orciolaia occupa la zona di Montefalco, avvalendosi di splendidi carri allegorici, trenini e famosi gruppi mascherati provenienti da tutto lo stivale.



scritto da: Marco Botti, 25/04/2008