SERIE D GIRONE E - 1a giornata
Flaminia | 4 set | 15 | Livorno |
Gavorrano | 4 set | 15 | Tau Altopascio |
Ghiviborgo | 4 set | 15 | Ponsacco |
Orvietana | 4 set | 15 | Arezzo |
Poggibonsi | 4 set | 15 | Grosseto |
Sangiovannese | 4 set | 15 | Ostiamare |
Seravezza | 4 set | 15 | Città di Castello |
Trestina | 4 set | 15 | Pianese |
Terranuova | 4 set | 15 | Montespaccato |
La chiesa della Santissima Trinità (o della Misericordia)
Nel XIV secolo l’attuale via Garibaldi era completamente diversa da come la vediamo oggi. Dopo i cambiamenti urbanistici dell’era tarlatesca, che avevano portato in dote anche la cinta muraria più grande della storia di Arezzo, in questa zona si era insediata una serie ininterrotta di monasteri, conventi e chiese che la trasformarono in “via Sacra”. Nel 1348 anche la Compagnia della Santissima Trinità, sorta nel 1315 con l’approvazione del vescovo Guido Tarlati, acquistò case e terreni nell’area, entrando così all’interno delle mura dopo essere rimasta per qualche decennio nello spazio esterno tra Porta Stufi e Porta San Biagio. 
TweetNel XIV secolo l’attuale via Garibaldi era completamente diversa da come la vediamo oggi.
Dopo i cambiamenti urbanistici dell’era tarlatesca, che avevano portato in dote anche la cinta muraria più grande della storia di Arezzo, in questa zona si era insediata una serie ininterrotta di monasteri, conventi e chiese che la trasformarono in “via Sacra”.
Nel 1348 anche la Compagnia della Santissima Trinità, sorta nel 1315 con l’approvazione del vescovo Guido Tarlati, acquistò case e terreni nell’area, entrando così all’interno delle mura dopo essere rimasta per qualche decennio nello spazio esterno tra Porta Stufi e Porta San Biagio.
Fin dalla nascita, l’ente assunse un ruolo primario nella vita cittadina, basti pensare che nella sua sede, nel 1319, Guido Tarlati concesse a tre nobili senesi l’autorizzazione a formare un nuovo ordine benedettino e a costruire il grande complesso monastico di Monte Oliveto Maggiore nei pressi di Asciano, allora facente parte della vastissima diocesi aretina.
La Compagnia della Santissima Trinità si occupava principalmente di assistenza ai malati e gestione delle onoranze funebri.
Nella via Sacra fece costruire una nuova chiesa, presto abbellita con prestigiose testimonianze artistiche come il tabernacolo di Spinello Aretino, realizzato fuori dell’edificio e raffigurante la Trinità. Ciò che è rimasto di quell’impresa eccellente è conservato nel Museo Statale di Arte Medievale e Moderna di Arezzo.
Nella seconda metà del 1400 Luca Signorelli dipinse il gonfalone ufficiale della compagnia, scomparso nell’Ottocento, e per il luogo di culto Andrea della Robbia eseguì una delle sue celebri terrecotte invetriate, rappresentante la Santissima Trinità tra i santi Bernardo e Donato. Nel 1811 questa opera fu staccata e trasferita nella Cappella della Madonna del Conforto in Duomo, dove ancora adesso si trova.
Nei primi anni del secolo successivo fu compiuta la Circoncisione di Gesù, capolavoro a sei mani del savinese Niccolò Soggi, dell’aretino Domenico Pecori e dello spagnolo Yanez de la Almedina.
Nel Settecento il dipinto subì il trasloco in Sant’Agostino, dove fu trafugato nel 1922 e smembrato in cinque parti per essere rivenduto al nero. In seguito fu recuperato e dopo essere rimasto nei depositi del Museo Statale di Arte Medievale e Moderna per decenni, è stato restaurato e ricollocato sulla parete sinistra della chiesa, dove oggi è ammirabile nonostante alcune lacune incolmabili.
Intorno al 1521 il noto pittore francese di vetrate Guillaume de Marcillat disegnò l’altare maggiore e un grande lavamani per la sacrestia, entrambi scolpiti da Pietro di Subisso. Il primo si conserva nella ex chiesa della Madonna del Duomo in via Oberdan, l’altro nella succursale del Liceo Classico Petrarca di via Garibaldi.
Anche Giorgio Vasari lasciò una sua importante testimonianza nel secondo Cinquecento, una Santissima Trinità che è in bella vista sulla parete di sinistra in alto, appena entrati. In origine era un lato del gonfalone della Compagnia.
Nel 1584 Alessandro Allori, pittore fiorentino tra i più quotati del periodo, firmò un Noli me tangere, visibile sulla parete destra, contrapposto al dipinto vasariano.
Nel 1732 la chiesa della Santissima Trinità fu completamente rinnovata grazie a una grossa donazione, assumendo l’aspetto odierno. Di fuori rimasero le linee semplici, mentre l’interno venne decorato con stucchi secondo i canoni del Barocco.
Nonostante il trasferimento dell’altare del Marcillat, rimase al suo posto il Crocifisso trecentesco.
Nel 1741 Giuseppe Berti, artista romagnolo, dipinse La Pentecoste per la parte sinistra e il Transito di San Giuseppe per quella destra.
Nel 1785 la compagnia visse un momento di crisi quando il Granduca Pietro Leopoldo ordinò la soppressione di tutte le confraternite religiose esistenti. I suoi membri crearono in seguito la Compagnia di Carità del Duomo (dal 1792 Confraternita della Misericordia e Morte) con sede nella chiesa di San Sebastiano.
Nel 1847 fu deciso, in maniera definitiva, il ritorno nella via Sacra, oggetto in quegli anni di profondi mutamenti urbanistici.

scritto da: Marco Botti, 14/12/2007
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