SERIE D GIRONE E - 1a giornata
Flaminia | 4 set | 15 | Livorno |
Gavorrano | 4 set | 15 | Tau Altopascio |
Ghiviborgo | 4 set | 15 | Ponsacco |
Orvietana | 4 set | 15 | Arezzo |
Poggibonsi | 4 set | 15 | Grosseto |
Sangiovannese | 4 set | 15 | Ostiamare |
Seravezza | 4 set | 15 | Città di Castello |
Trestina | 4 set | 15 | Pianese |
Terranuova | 4 set | 15 | Montespaccato |
La chiesa di San Lorenzo
Nel cuore più vetusto di Arezzo, dove correva uno dei due assi urbanistici principali della città etrusca e poi romana (il cardo maximum), fa capolino la sconsacrata chiesa di San Lorenzo, affacciata sulla piaggia che da lei prende il nome.
TweetNel cuore più vetusto di Arezzo, dove correva uno dei due assi urbanistici principali della città etrusca e poi romana (il cardo maximum), fa capolino la sconsacrata chiesa di San Lorenzo, affacciata sulla piaggia che da lei prende il nome.
Si tratta di un edificio di origine antichissima, quasi sicuramente paleocristiana, eretto sopra alcune abitazioni romane, delle quali nel sottosuolo sono state rinvenute varie tracce.
Nel corso del Duecento la chiesa fu ricostruita ma di quel periodo sono rimaste poche testimonianze, giusto le due campane e l’abside in pietra, decorata con elementi in cotto di influsso ravennate.
Durante il secolo successivo il luogo di culto fu affrescato da alcuni pittori locali. L’esempio più notevole di questo momento è dato dall’Annunciazione di Spinello Aretino dei primi anni Ottanta del XIV secolo, che fu staccata prima del suo totale deterioramento. Anche se frammentaria, è ammirabile nel Museo Diocesano di Arezzo.
Nelle sue Vite Giorgio Vasari ci dice che questo artista, il principale del Trecento in terra d’Arezzo, aveva realizzato un ciclo con le Storie di Maria nelle pareti della chiesa e una Madonna in Trono (1380 ca.) nel piccolo portico addossato alla facciata. Sempre Vasari ci informa che nel Quattrocento il grande pittore cortonese Luca Signorelli affrescò una cappella con le Storie di Santa Barbara (1472 ca.). Tutte queste opere sono oggi scomparse.
Nel corso del XVI secolo San Lorenzo fu nominata “chiesa dei panettieri e dei mugnai” e nel 1583 venne nuovamente restaurata.
Nel 1631 il più valido dipintore aretino del Seicento, Bernardino Santini, fu incaricato di affrescare il catino absidale. La prima fascia presenta i santi Nicola, Donato, Stefano e Sebastiano e al centro il Matrimonio mistico di San Lorenzo. Al di sopra si trovano alcune Storie di San Lorenzo e, infine, la zona sommitale è caratterizzata dal Coro degli angeli.
Lo stesso Santini pitturò, intorno al 1634, anche due edicole a fianco dell’altare laterale destro, dove è ancora riconoscibile un Sant’Antonio.
Nel 1705 l’edificio sacro fu ristrutturato e stravolto: sparì il portico, fu allungata la navata e gli affreschi vennero imbiancati.
Nel 1932, quando la chiesa fu rimaneggiata in falso stile rinascimentale, questi ultimi tornarono alla luce e sono tuttora visibili, anche se assai deteriorati.
San Lorenzo è legata a uno dei più importanti ritrovamenti archeologici della storia di Arezzo. Secondo la tradizione orale, nel 1541 fu scoperta nel pozzo interno al luogo di culto la celeberrima Minerva, meraviglioso bronzo collocabile tra il V e il IV secolo a.C.
L’opera era sicuramente correlata alla domus romana attigua alla chiesa, più volte indagata nel secolo scorso. Purtroppo fu portata immediatamente a Firenze alla corte di Cosimo I dei Medici e oggi è custodita nel Museo Archeologico Nazionale del capoluogo toscano.
Per approfondire: La Minerva di Arezzo (a cura di Mario Cygielman, Nuova Grafica Fiorentina 2008)

scritto da: Marco Botti, 11/07/2008
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