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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

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Trestina4 set15Pianese
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Davide, Nicola e Niccolò all'Emirates Stadium di Londra
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Articoli e commi, il ripescaggio è una battaglia burocratica. Il Viareggio fuori dalla Lega Pro

Il comunicato Figc del 6 maggio prevede la concessione di deroghe ''in via eccezionale e per fondati motivi'' ai club che non hanno lo stadio in regola. Ma il comunicato Figc del 27 maggio esclude categoricamente questa possibilità, come confermato anche dalle recenti interviste di Macalli, presidente della Lega Pro. L'Arezzo quindi può sperare



l'Arezzo tra speranze e timoriFatta la legge, trovato l'inganno. Così si dice. Ma a volte non c'è nemmeno bisogno di mettere in atto qualche machiavellico stratagemma per ottenere l'obiettivo sperato. Basta buttarla sul burocratichese, impugnare articoli e commi che si contraddicono e far prevalare l'uno piuttosto che l'altro. Et voilà, les jeux sont faits. A pochi giorni dalla decisione finale del Palazzo sui ripescaggi in Lega Pro, l'Arezzo è stretto nella morsa della speranza e del timore. Speranza che non si facciano le cose con i piedi, timore che la serie C scivoli via per un cavillo (''in Italia sappiamo tutti come vanno certe situazioni'' ha chiosato il Dg amaranto Danilo Pagni).

In effetti, spulciando le carte ufficiali della Figc, si scoprono alcuni dati interessanti. Per esempio. Il comunicato numero 144/A diramato da via Allegri il 6 maggio, stabilisce i parametri indispensabili per ottenere la Licenza Nazionale e l'iscrizione alla Lega Pro. Tra i requisiti richiesti c'è uno stadio a norma. Il che significa un milione di cose: dimensioni del terreno, porte di riserva, panchine per il quarto uomo, illuminazione, spogliatoi, infermeria, sala antidoping, parcheggi, capienza, tribuna stampa. Sono i criteri infrastrutturali senza i quali un club, per quanto meritorio sul piano sportivo, non va da nessuna parte.

Va da sè che l'Arezzo questi requisiti ce li ha. I club di serie D che lo precedono in graduatoria invece no. Ma Correggese, Akragas e pure Pomigliano potrebbero appigliarsi al titolo II, comma A, articolo 3 del comunicato di cui sopra. Lì c'è scritto che le società possono depositare presso la Commissione Criteri Infrastrutturali, nel caso in cui non abbiano la disponibilità di un impianto nel proprio comune, un'istanza per ottenere la deroga a svolgere l’attività in un impianto non ubicato nel proprio comune, corredata dal nulla osta del Prefetto.

 

la tribuna dello stadio Esseneto di AgrigentoLa Correggese difatti vorrebbe trasferirsi a Carpi e l'Akragas ha ottenuto l'ok dal Prefetto di Siracusa. La deroga, c'è scritto nel documento, può essere concessa solo in via eccezionale e per fondati motivi. Il che, lo capiscono anche i bambini, vuol dire tutto e niente, perché i fondati motivi potrebbero essere milioni di milioni. 

Messa così, per l'Arezzo le speranze si riducono assai. C'è un però. Con il comunicato ufficiale numero 171/A del 27 maggio, la stessa Figc ha fissato dei paletti che cambiano radicalmente lo scenario. Infatti si legge molto chiaramente che le società per essere ripescate dovranno ottenere la Licenza Nazionale relativa al campionato per il quale chiedono il ripescaggio. Ai fini del ripescaggio nel Campionato di Divisione Unica - LegaPro, non saranno ammesse deroghe sui Criteri Infrastrutturali fissati dalle Licenze Nazionali.

Dunque non c'è molto da discutere. Chi ha lo stadio in regola viene ripescato, chi non ce l'ha deve rinunciare. La linea ufficiale non può che essere questa, come testimoniato anche dalle parole di Mario Macalli, presidente della Lega Pro, che in più occasioni ha ribadito il concetto: ''La novità è semplice: chi fa la domanda di ripescaggio, sia società professionistiche di Lega Pro retrocesse, sia società dilettantistiche che non hanno vinto nessun tipo di campionato, devono avere la struttura sportiva nella sede dove giocano. Se una non ha l’impianto non può dire che per adesso va a giocare a venti chilometri, perché non può fare la domanda. Questa è la vera novità, la più giusta che poteva mettere la Figc''. 

Due dettagli ulteriori. La parola finale non ce l'hanno né Macalli né Tavecchio né le Leghe ma il Consiglio Federale che si riunirà il primo agosto. Oggi intanto l'Alta Corte del Coni si è riunita per discutere il ricorso del Viareggio contro l'esclusione dalla serie C unica. Ma per il club versiliese, che aveva presentato una fidejussione non regolare, non c'è stato nulla da fare: dovrà ripartire dalla serie D. I ripescaggi quindi saranno tre: due club di Lega Pro e uno di serie D. L'Arezzo può continuare a sperare, ma sempre con i piedi ben saldi a terra. 

 

scritto da: Andrea Avato, 23/07/2014





Akragas, il presidente fiducioso per il ripescaggio

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