Atlantide ADV
AMARANTO TV

SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Caterina, Sara, Marta e Sarah
NEWS

Il broncio di Ferretti e il carattere degli aretini. Storia di un'empatia da trovare in fretta

Il presidente non ha assistito alla partita con la Torres (impegni di lavoro) e non ha seguito la squadra a Meda. Pubblicamente ha dichiarato che deve ancora decidere se sabato verrà allo stadio o meno. E' irritato con i tifosi per le critiche subite in estate dopo la rinuncia al primo ripescaggio. Ma il pubblico, in quel momento, ha avuto una reazione più che naturale. E con questa piazza bisogna sapersi relazionare: ad Arezzo siamo burberi ma leali



il presidente Ferretti atteso sabato in tribunaIl presidente Mauro Ferretti continua a tenere il broncio. Mercoledi ha dato forfait alla prima di campionato adducendo importanti impegni di lavoro che sicuramente c’erano, ma sommati alla dichiarazione apparsa su La Nazione di domenica nella quale si diceva ancora irritato per il comportamento dei tifosi, fa venire qualche legittimo sospetto sul fatto che l’assenza sia dovuta anche all’accentuata permalosità del massimo dirigente del sodalizio amaranto.

A pensarci, infatti, perché mai uno che lo scorso anno si è sciroppato trasferte (sia pure domenicali) in luoghi sperduti a veder giocare (male) l’Arezzo di Mezzanotti, deve mancare la prima casalinga in serie C con contorno di entusiasmo e finalmente con un pubblico decente? A questo punto si sente sempre più il bisogno di far cadere il velo di reciproca diffidenza tra il presidente e la tifoseria dato che gli obiettivi importanti si raggiungono anche con una empatia tra ambiente, società e squadra.

Mauro Ferretti è un imprenditore abile e affermato, conosce bene il suo mercato di riferimento e in questo si muove certamente con sicurezza; nel calcio, per sua stessa ammissione, è appena arrivato e questo è un mondo strano dove all’investimento non corrisponde necessariamente il risultato poiché basta un arbitro con la luna storta, un tiro che prende il palo invece di andar dentro che la frittata è fatta. Inoltre una squadra di calcio non è solo un’azienda nella quale contano anzitutto i costi ed i ricavi (che però sono importanti e chi non considera l’equilibrio economico-finanziario una componente importante sbaglia di grosso) ma è anche l’immagine di una città e l’oggetto dell’amore dei suoi sostenitori che non a caso quando ne parlano usano il “noi”. Per questo non può essere gestita solo con criteri aziendali e per questo è necessario anche curare e seguire l’aspetto relazionale.

Da questo punto di vista Ferretti, dopo la non conferma di Nofri che aveva fatto storcere il naso a qualcuno, si era mosso alla grande. Campagna acquisti fastosa (sulla carta, ma a luglio conta quella), abbonamenti a prezzo di favore e presentazione della squadra in piazza Sant'Agostino con dichiarazioni d’amore ai colori, alla città, ai tifosi. E Arezzo aveva risposto come mai a quei livelli, con i 1500 abbonamenti e un’apertura di credito culminata con gli applausi spontanei in tribuna all’indirizzo del presidente. La stagione poi è andata com’è andata e quando la gente ha cominciato a spazientirsi nel vedere giocatori utilizzati male, gioco scadente, sostituzioni sbagliate e soprattutto campionato sempre più compromesso, ha pensato di rivolgersi non all’allenatore (tempo perso) ma al presidente, persona nella quale conservava immutata stima e affetto.

 

un momento della conferenza stampa di agosto aperta ai tifosiE lì invece Ferretti se l’è giocata male. Ha iniziato con quelle affermazioni secondo le quali l’Arezzo è solo sua, poi con la difesa indifendibile di Mezzanotti, poi coi ladri di galline... Eppure quando in conferenza stampa ha detto che comunque sul campo o no quest’anno saremmo stati in Lega Pro (sottinteso col ripescaggio), a parte qualche ovvia battuta (siamo in Toscana) i tifosi si sono messi in stato di fiduciosa attesa.

Quanto accaduto in questa estate è cronaca recente, con il balletto di Ds, il via vai di giocatori, il ripescaggio rifiutato, i sostenitori infuriati, il ripescaggio-bis “miracoloso”, la conferenza stampa quasi grottesca e Ferretti che ora fa l’offeso. Ma, di grazia, cosa dovevano pensare i tifosi dopo la mancata presentazione della domanda di ripescaggio, signor Presidente? E dopo l’ancora misterioso siluramento di Pagni? E dopo che i giocatori partiti per Cascia venivano rispediti al mittente uno dopo l’altro? Lei è nuovo al calcio come dirigente ma avrà saputo o le avranno detto quando ha deciso di acquistare l’Arezzo qual è la storia e la tradizione di questo sport nella nostra città. In più continua a sfuggirle il carattere degli aretini che in questo sono toscani anomali; meno chiacchieroni, più brutali nel dire pane al pane e vino al vino, sospettosi (le origini di campagna) e comunque assolutamente indisponibili a digerire le false promesse o atti di arrogante gestione del potere ma in cambio leali e schietti, pronti a sostenere l’impegno di chi dimostra di volere il bene comune, a comprendere la fatica e l’impegno che va oltre il risultato nudo e crudo e sempre tutto e solo nel nome di una squadra che la città ama, anche se a volte lo fa un po’ di nascosto, con un senso di pudore che è anche questo un tratto delle nostre genti, ma con una profondità di affetto che non le sarà difficile scoprire se lo vuole.

E allora, presidente Ferretti, ritroviamoci. La coda per gli abbonamenti in questi giorni è da sola un segno di stima e di fiducia. Non ci vuole l’abilità del politico di professione da queste parti, serve piuttosto la sincerità e la voglia di raggiungere insieme obiettivi importanti. Diceva il poeta (Dante, quello da lei citato lo scorso anno in una conferenza stampa): “Mauro, i’ vorrei che tu e i tifosi ed io fossimo presi per incantamento / e (...) che , vivendo sempre in un talento / di stare insieme crescesse ‘l disio”.

 

scritto da: Paolo Galletti, 18/09/2014





comments powered by Disqus