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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
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La prima volta di Sereni: la maglia amaranto stavolta non è la sua. Intervista e ricordi

Aretino di Castiglion Fibocchi, cresciuto nelle giovanili, tifoso di curva, adesso al Pavia. Sabato vivrà una giornata speciale e i flashback sono inevitabili: ''in memoria ho la Primavera del 2005/06 con Ranocchia, un predestinato. E poi le due promozioni con Semplici a Figline, quella sconfitta tremenda con la Cremonese, il ritorno in serie D con Nofri e quella volta che a Benevento che festeggiai con il settore ospiti. Dopodomani sarà una partita molto particolare''



Samuele Sereni, classe '88, nato a Castiglion FibocchiC'è sempre una prima volta nella vita. E c'è anche nel calcio. Samuele Sereni di Castiglion Fibocchi, 26 anni, per l'Arezzo ha trepidato in curva e dato il massimo in campo. Contro, non ci ha mai giocato. E quindi è difficile prevedere cosa gli succederà sabato, quando l'amaranto lo troverà sulle spalle degli altri undici e non sulle sue.

 

"Sto pensando da giorni a quali sensazioni mi provocherà la partita. Ma tanto è inutile, fino a quando non ti trovi lì non lo puoi sapere. L'unica cosa sicura è che sarò emozionato".

Che settimana è stata finora?

"Complicata per noi. Veniamo da una sconfitta pesante a Mantova e sappiamo che dobbiamo riscattarci a tutti i costi".

Al di là della retorica e delle banalità a uso e consumo delle interviste, mi dici cos'è per te l'Arezzo?

"E' la squadra della mia città, è un pezzo di vita, è il cuore".

Verità?

"Puoi chiedere a chiunque mi conosca. Ti confermerà che è così".

Te l'aspettavi l'Arezzo sopra al Pavia?

"No. Ma la gente ad Arezzo ha fame di risultati e si è creato un bell'ambiente. Il campo poi non mente mai".

 

in azione con la maglia del PaviaUn po' d'amarcord. Tu ad Arezzo fai le giovanili e ti ritrovi in Primavera nella stagione 2005/06. Flash in memoria?

"Una gran bella squadra con Lancini, Calderini, Bazzoffia, Bernicchi e Andrea Ranocchia. Era un predestinato, si vedeva da lontano. Ci allenava Rubinacci, lo ricordo con piacere".

L'Arezzo poi ti manda in prestito a Figline, in serie D.

"La mia fortuna. Due anni e due promozioni con Leo Semplici in panchina. Dalla serie D arriviamo in C1, con Chiesa e Robbiati come compagni nello spogliatoio. Ci sentiamo anche oggi, sono professionisti veri".

Quindi il ritorno ad Arezzo, nella squadra di Chianese, Togni, De Oliveira e Croce. Com'è che non vinceste il campionato?

"Lo buttammo via. A ripensarci oggi il rammarico è ancora più grande, perché avevamo gente di livello assoluto. Ci frenarono i problemi fuori dal campo, da quel punto di vista fu un'annata complicata".

Arezzo-Cremonese 0-2, andata dei play-off. E' la partita che la gente non ha mai digerito.

"Nemmeno io, lo giuro. Black-out totale. Qui a Pavia in squadra c'è Carotti, che nel 2010 giocava a Cremona. Anche lui mi dice sempre che noi eravamo più forti".

Con Piero Mancini hai mai riparlato?

"No, dopo il 2010 no".

Sabato era allo stadio. Cosa gli avresti detto se te lo fossi trovato davanti?

"L'avrei salutato, a me voleva bene e sono sicuro che ne voleva anche all'Arezzo. Purtroppo lui è un tipo particolare, fatto a modo suo. Bastava che avesse messo a posto due o tre cosette e quell'anno sarebbe andato diversamente".

Ad Arezzo poi ci sei tornato in D nel 2013, per pochi mesi soltanto. Perché non è durata di più?

"Il mio intento era quello. Arrivai con la squadra in difficoltà e nel girone di ritorno riuscimmo a risalire fino alla salvezza. Nofri fu molto bravo in quel periodo e ricordo che la speranza mia e sua era di restare. Invece andò diversamente. E qui mi fermo perché è meglio così".

 

gennaio 2010, il saluto ai tifosi amaranto a BeneventoIo ricordo una foto scattata a Benevento, dopo una vittoria per 1-0 con gol di Maniero. Ci sei tu a braccia levate verso il settore ospiti amaranto. Sei sempre uno del popolo o no?

"Ti rispondo di sì. Molti di quei ragazzi sono miei amici e sabato mi dispiacerà non vederli sugli spalti. So che stanno rinunciando alle trasferte. E sapendo quanto sacrificio può costare loro una scelta del genere, li rispetto ancora di più".

Tra Arezzo e Pavia ci sono anche Grosseto, Pisa, Mantova, Rimini e Spal. Dove ti sei trovato meglio?

"Sono stato bene quasi ovunque. Però nel cuore mi è rimasta la Spal, mi sono sentito come a casa mia".

Dimmi un po' del tuo Pavia. Siete un po' ballerini come rendimento, giusto?

"Ma no. Abbiamo perso due partite strane. A Novara siamo rimasti in dieci dopo poco e a Mantova abbiamo proprio toppato. Però siamo forti, te lo assicuro".

Nonostante i tanti gol al passivo?

"Sì, nonostante i gol al passivo. Proviamo sempre a fare gioco, è una filosofia che Maspero ci sta trasmettendo e che alla lunga pagherà. In rosa ci sono giocatori che hanno militato in categorie superiori, sono convinto che lotteremo fino alla fine per la promozione".

Si è parlato molto dei proprietari cinesi del Pavia. Com'è la società?

"Organizzata, professionale, solida economicamente. Sono stati rifatti i campi d'allenamento e quello dello stadio. Siamo messi bene".

Che partita ti aspetti sabato?

"Combattuta, perché l'Arezzo è un avversario solido, quadrato. Abbiamo visionato le immagini e sappiamo che ci sarà da soffrire. Però noi abbiamo tanta qualità".

Erpen ha detto che tra il suo sinistro e il tuo non c'è paragone.

"Lo so, ma lui è un rifinitore. Io devo fare l'operaio".

 

scritto da: Andrea Avato, 16/10/2014





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