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Orgoglio Amaranto a uno snodo cruciale: ''O troviamo nuova linfa oppure chiudiamo''

Intervista al presidente Roberto Cucciniello a pochi giorni dalle elezioni del nuovo Consiglio Direttivo. ''Finora sul tavolo ci sono soltanto cinque nomi, troppo pochi. La tifoseria e la dirigenza non hanno recepito la portata dell'azionariato popolare e noi abbiamo commesso degli errori nel veicolare il messaggio. L'assemblea dovrà decidere se andare avanti con nuovi obiettivi oppure se sciogliere il comitato. Sarebbe un clamoroso passo indietro, ma la situazione è questa. Rapporti con Ferretti? Alti e bassi. Ma alla gente rimprovero di rimboccarsi le maniche solo quando siamo sul ciglio del burrone''. In arrivo miniabbonamenti per chi non ha sottoscritto la Supporter Card



Roberto Cucciniello, presidente di OA, intervistato dalla RaiSono giorni delicati per Orgoglio Amaranto. Entro la fine del mese è in calendario il rinnovo del Consiglio Direttivo, ma il comitato che ha recitato un ruolo fondamentale nell'estate 2010, quando l'Arezzo dovette rinascere dalle macerie, sembra arrivato a un bivio pieno di incognite: continuare o fermarsi qua? E se prevalesse la prima ipotesi, la domanda che molti si pongono è: continuare come? Con quali obiettivi?

 

Il presidente Roberto Cucciniello, in carica da tre anni, qualche dubbio ce l'ha. ''Per adesso sul tavolo ci sono soltanto cinque nomi per il Consiglio Direttivo. E' vero che il termine ultimo per presentare la candidatura scade a mezzanotte di lunedì, ma mi aspettavo una partecipazione molto maggiore''.

E invece?

''Invece c'è stagnazione. Come al solito la gente si dà una mossa nei momenti di difficoltà, come è accaduto quando l'Arezzo è fallito. Ma è una mentalità sbagliata. Non si possono prendere iniziative solo se siamo sul ciglio del burrone. E' proprio adesso, in una situazione tranquilla e serena, che dovremmo tirarci su le maniche''.

Pensi che la tifoseria non abbia recepito l'importanza dell'azionariato popolare?

"Penso di no. Capire come funziona la vita di un club, conoscere le basi di una sana gestione economica, constatare quali scelte debbono essere fatte ogni giorno, avrebbe fruttato un salto di qualità per tutti. Se l'unica ambizione è gioire quando si vince e contestare quando si perde, per me non si va lontano. E questo è un discorso generale che non riguarda solo Arezzo''.

 

alcuni dei gadget prodotti dal ComitatoIl 2 per cento di OA adesso quanto vale?

''Più di prima sicuro. Ma il nocciolo del problema non è finanziario. Azionariato popolare non vuol dire dare soldi a fondo perduto. Vuol dire partecipare alla vita della nostra squadra e contribuire ad assicurarle un domani. Abbiamo in cantiere alcune iniziative per sostenere le formazioni del settore giovanile, che quest'anno sono costrette a sobbarcarsi trasferte impossibili. Ma se la gente non partecipa, il comitato non va avanti''.

Però se questo messaggio non è passato, può anche darsi che proprio OA non sia riuscito a creare un dialogo con la città.

''E' vero. Infatti è necessaria una riflessione profonda su quello che è successo in questi quattro anni. Dopo l'elezione del nuovo Direttivo convocheremo un'assemblea straordinaria dei soci e lì bisognerà decidere. Possiamo andare avanti con nuova linfa e nuovi obiettivi, correggendo alcuni errori nostri che di sicuro ci sono stati. Oppure, se riteniamo davvero che il compito del comitato si sia esaurito dopo un quadriennio, è meglio lo scioglimento che vivacchiare senza costrutto''.

Tu che pensi?

''Io penso che di cose da fare ce ne sarebbero molte, specie adesso che siamo tornati tra i professionisti. Ma ho la sensazione che il clima d'entusiasmo ricreatosi intorno alla squadra, per paradosso, abbia svuotato il comitato. Però è il mio pensiero personale, la maggioranza dei soci magari la vede diversamente. E comunque è l'assemblea a essere sovrana''.

E la dirigenza il messaggio legato all'azionariato popolare l'ha colto?

''Lo dico sinceramente: no. La presenza di un trust di tifosi all'interno della società poteva essere una risorsa preziosissima che è stata sfruttata poco o niente. E' così''.

Ti riferisci alla tua esclusione dal Consiglio d'amministrazione?

''Non solo a quell'episodio, frutto di un gigantesco equivoco di cui tutti scontiamo le conseguenze. Mi riferisco al fatto che, per esempio, OA poteva essere un gancio utile per legare la società al territorio. E' andata diversamente''.

I rapporti con Ferretti come sono oggi?

''Non voglio metterla sul personale. Tra me e il presidente ci sono state e ci sono divergenze di vedute su alcuni temi importanti, mentre su altri abbiamo avuto una collaborazione sincera e proficua. Qui si parla di rapporti tra un azionista di maggioranza e un socio di minoranza che rappresenta circa trecento iscritti. E non posso negare che stiamo sull'altalena: alti e bassi''.

 

l'affollata assemblea estiva nella sede di via CrispiL'azionariato popolare, tra l'altro, consentirebbe di aggirare il problema Supporter Card e consentire a tutti i tifosi di sottoscrivere gli abbonamenti e partecipare alle trasferte. Ci sono novità al riguardo?

''Sulla polemica nata intorno alla Supporter Card non voglio esprimermi. Ognuno ha il suo punto di vista e il comitato non condanna né chi ha sottoscritto la tessera né chi l'ha osteggiata. E' vero, ci sarebbe la possibilità di sciogliere il nodo grazie alle iniziative sociali, all'attività giovanile e alla presenza di un rappresentante del comitato nel Cda dell'Us Arezzo. Ma i segnali che mi arrivano dalla proprietà non sono positivi. C'è invece un'altra soluzione ha già avuto l'ok''.

Cioè?

''Mettere in vendita mini abbonamenti per cinque o sei partite casalinghe a prezzi scontati. Questo darebbe modo a chi non ha la Supporter Card di risparmiare e alla società di fidelizzare gli spettatori''.

Il feeling tra squadra e pubblico te lo aspettavi?

''No. Il merito è giusto riconoscerlo a Capuano, che quest'estate ha fatto da collante ed è riuscito a ricreare un entusiasmo insperato. Tra l'altro sono andato spesso a vedere i suoi allenamenti e, per quel che può valere la mia opinione tecnica, devo dire che è veramente bravo e preparato''.

Per concludere: mi par di capire che i prossimi due mesi saranno decisivi per la vita di OA.

''Esatto. Lo dico con un certo rammarico e con una punta di invidia per quelle piazze come Modena, Ancona, Verona, Taranto dove l'azionariato popolare sta prendendo sempre più piede. Non ho perso le speranze di invertire la rotta, però sto prendendo in considerazione ogni ipotesi, compresa quella di tornare a fare i semplici tifosi. Per noi, che siamo stati tra i primi in Italia a portare avanti un progetto del genere, sarebbe un passo indietro clamoroso''.

 

scritto da: Andrea Avato, 23/10/2014





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