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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Claudio e Vincenzo a Londra
NEWS

Il passato è passato. E oggi bisogna essere più utili che belli. Ma che gioia domenica...

Dalla miglior prestazione dell'anno alla trasferta di Pordenone, da una partita giocata alla grande a una con un coefficiente di difficoltà imprevedibile. Resta il fatto che l'Arezzo oggi è un'isola felice e che i tifosi fanno tutt'uno con la squadra. Merito anche di un mercato che sta dando frutti sopra le aspettative. Per completare l'opera servirebbe solo uno stadio rimesso a nuovo...



entusiasmo in curva Minghelli dopo l'ultima vittoriaSi pensava di non poterlo superare un certo limite, e invece domenica abbiamo toccato l’apice. È stata la miglior partita dell’anno per tante componenti: mordente, fraseggio, occasioni create, solidità difensiva e non solo. Non è mancato niente nella ricetta preparata da mister Capuano, e tutti gli ingredienti sono stati usati nelle giuste dosi. Impossibile non rendersi conto della voglia di rivalsa degli amaranto nei confronti dei veneti, rei di aver sbeffeggiato i Capuano boys dopo la vittoria dell’andata. Chi la fa l’aspetti, soprattutto se attizzi un gruppo di gladiatori quale è il nostro quest’anno. Eppure, non si può nemmeno dire che i tre punti siano frutto solo dell’ennesima prova gagliarda e combattiva che tante volte ci ha permesso di sfangarla col bottino pieno o con un salutare punticino. No, stavolta più che mai l’Arezzo l’ha vinta perché l’ha voluta vincere e si sa che la fortuna aiuta gli audaci. Siamo stati audaci eccome, perché nonostante i rischi dei primi minuti abbiamo alzato il baricentro e ci siamo affacciati con più costanza nella metà campo avversaria, già a fine primo tempo. La ripresa è stata un capolavoro: un aumento graduale ma continuo di intensità, un giro palla quasi mai visto prima e la sensazione che i nostri si trovassero a memoria. Non è stato deluso nemmeno chi ricerca lo spettacolo prima di tutto.

In tutto questo, chi l’ha vissuta dagli spalti non può non essersi emozionato. Immedesimandosi con la propria squadra del cuore, anche tra i gradoni aleggiava la voglia di rivincita, il desiderio di battere una squadra di valore dimostrando di esserne all’altezza e la determinazione di fare quanto prima i punti che rimangono per completare la scalata. E l’esultanza al gol di Sabatino, quindi, non poteva essere una reazione nella norma: è stato un vero tripudio, una sana esalazione di euforia, la ciliegina sulla torta di una domenica più bella di altre, condita dal consueto show finale del mister che libera l’adrenalina in corpo con una salutare corsetta sotto quelli che ormai lo considerano un idolo (e si è soffermato più del solito sotto la curva!). Oggi l’Arezzo calcistica è un’isola felice, e lo testimoniano i giocatori, che si sono divertiti a salutare la Sud a più riprese!
Di domenica mi piace, infine, ricordare un’ultima cosa: quei bambini delle scuole calcio che con le loro vocine urlavano “Arezzo Arezzo”. È il bello del calcio, è la faccia pulita, è la speranza. Portiamoceli più spesso e facciamoli appassionare all’Arezzo. Per come hanno giocato gli amaranto, c’è il caso che qualche cuore sia stato conquistato.

 

i bambini della scuola calcio prima di Arezzo-BassanoOra veniamo al prossimo futuro. Un’altra partita incombe e non è permesso rimuginare sul passato, per quanto bello sia. A Pordenone inizia ufficialmente un minicampionato di cinque partite in due settimane. Uscirne indenni è la parola d’ordine, anche perché sarebbe un’ipoteca per la salvezza. Ci arriviamo, però, con le ossa rotte e con il serio rischio di dover stravolgere la squadra nei suoi componenti. Se ci aggiungiamo che il Pordenone dovrà giocare come se non ci fosse un domani, ecco che la partita assume un coefficiente di difficoltà impronosticabile solo fino a qualche giorno fa. L’equilibrio tattico sarà il primo aspetto da salvaguardare, a costo di non essere belli come domenica.

Ultime considerazioni: il mercato sembrava, ai più, un mezzo disastro. Le bombe non sono arrivate, ma tanti petardi che scoppiano all’unisono possono produrre lo stesso effetto, ed è quello che sta accadendo. La Piccola Orchestra Arezzo a quanto pare non aveva bisogno di un talentuoso solista. Ha il direttore d’orchestra migliore per lo scopo che si è prefissato, e tanto basta. Gli acquisti si sono rivelati congeniali al nostro gioco e pronti a immedesimarsi nell’ambiente. Quando Capuano ha spiegato perché ha rifiutato la cessione di Bonvissuto ha detto tutto. E l’attaccante ha risposto sul campo con un rendimento ancora più alto.

Per quanto riguarda lo stadio, è effettivamente deleterio vedere un settore in certe condizioni. Pensare che a pochi metri da dove regolarmente assisti alle partite casalinghe c’è la maratona (le prime partite allo stadio le ho viste da lì) che cade a pezzi fa male al cuore. Però forse c’è anche da capire chi afferma che non sia proprio una priorità. Basta dare un’occhiata all’affluenza media al Città di Arezzo. La maratona resterebbe vuota comunque e dato che, purtroppo, non basta il buon senso a guidare certe operazioni, diamolo noi un motivo in più per prendere in considerazione la cosa: proviamo a riempire lo stadio, ad affollarlo, già dalla prossima in casa, come mai quest’anno. A quel punto non se ne potrebbero stare con le mani in mano.

 

scritto da: Luca Amorosi, 28/02/2015





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