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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

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Era una bandiera del Lumezzane. Ha lasciato il calcio per lavorare in fabbrica

Michele Pini, laterale sinistro, era in panchina nella gara d'andata ad Arezzo. Per molte stagioni in rossoblù, aveva il contratto in scadenza il prossimo 30 giugno. Qualche settimana fa ha deciso: basta pallone. Con un figlio in arrivo ha preferito un impiego con maggiori garanzie. Guadagnerà più o meno la stessa cifra: 2mila euro al mese



Michele Pini ha lasciato il calcio per fare l'operaioDal calcio alla fabbrica, perché "può garantire maggiori sicurezze economiche". E' la scelta di Michele Pini, 29enne originario di Cignano, che ha deciso di abbandonare il Lumezzane, squadra in cui militava da anni, per non perdere l'occasione di un lavoro fisso. "Avevo anche pensato di finire la stagione - ha detto - ma rischiavo di perdere il posto e non immaginate neanche che coda c'è oggi per un contratto di lavoro".

Da qualche settimana Pini, laterale sinistro, in panchina nel match di andata ad Arezzo, non partecipa più alle sedute di allenamento con i compagni e ha già iniziato la sua nuova avventura in una fabbrica di Manerbio, che si occupa di stampi in alluminio per la termoformatura.

"Da fuori la gente crede che un giocatore prenda chissà cosa - ha raccontato - invece non è così". Con il suo nuovo contratto da operatore meccanico, infatti, Pini guadagnerà esattamente la stessa cifra che portava a casa da calciatore, vale a dire circa 2mila euro al mese. Quel che cambierà, piuttosto, sono le prospettive: tra poco diventerà padre e ha cercato un lavoro che gli potesse dare maggiore garanzie rispetto al contratto da calciatore, in scadenza il prossimo 30 giugno.

Una scelta di vita consapevole quindi, per un giocatore che era diventato una bandiera del Lumezzane.

 

Leggi l'intervista completa a Michele Pini

 

scritto da: La Redazione, 11/03/2015





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