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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Matteo sulle nevi di Alleghe
NEWS

Porta Trento Trieste

Tra le porte di accesso al centro storico di Arezzo, Porta Trento Trieste è quella più giovane.



In origine era chiamata Porta FerdinandaTra le porte di accesso al centro storico di Arezzo, Porta Trento Trieste è quella più giovane.

Nel 1811, durante la dominazione napoleonica, erano iniziati i lavori per la realizzazione di via Anconetana, una strada di collegamento tra Arezzo e l’Adriatico. La caduta dell’imperatore francese causò l’interruzione dell’opera, che riprese sotto il governo granducale nel 1815.

La nuova porta, aperta lungo il tratto est delle mura medicee e inaugurata nel 1816, si inseriva nell’ambito di questi lavori viari e doveva rappresentare il punto di partenza della strada regia. Fu chiamata Porta Ferdinanda in onore al granduca Ferdinando III di Lorena, sovrano amato dagli aretini, che gli vollero dedicare anche una statua, collocata in un primo momento in Piazza Grande e successivamente trasferita in cima a Piaggia di Murello.

Porta Ferdinanda, detta anche Porta Nuova, fu eretta in forme sobrie ed eleganti su disegno di Neri Zocchi ed edificata nei pressi del baluardo di San Giusto, uno dei sette della cinta muraria medicea. Il bastione prendeva il nome da una chiesa, situata nelle vicinanze di via delle Gagliarde, con l’attiguo monastero curato dalle Monache di San Giusto.

A est del complesso religioso femminile si trovava l’Ospedale di San Giovanni Battista, gestito dalla Compagnia di San Giovanni de’ Peducci, una delle più importanti e antiche di Arezzo. Limitrofe all’ospedale erano ubicate la sede e la chiesa di questa compagnia religiosa, alla quale si lega uno dei massimi capolavori di Giorgio Vasari.

Nel 1549, il grande artista aretino le dipinse a olio uno stendardo processionale, recante da un lato la Predica di San Giovanni Battista e dall’altro il Battesimo di Gesù. Adesso l’opera d’arte rappresenta uno dei pezzi forti del Museo Diocesano aretino, mentre di tutti quei plessi religiosi che gravavano sulla zona non è rimasto niente.

Dalla porta si prendeva la nuova strada che portava verso l'AdriaticoNel 1916, a un secolo esatto dall’inaugurazione di Porta Ferdinanda, la Toscana non era più un Granducato retto dai Lorena ma faceva parte del Regno d’Italia, alle prese con gli sforzi per recuperare quei territori italiani ancora in mano all’Austria.

In quell’anno l’entrata cittadina fu rinominata Porta Trieste, come recita una delle due lapidi poste nella facciata interna: “questa porta, che l’ignavia dei tempi servili designò col nome di un principe austriaco, il popolo aretino, col sangue dei figli immolati nella novissima lotta di redenzione, nel nome di Trieste italianamente ribenedice. 20 settembre 1916”.

Alla fine della Prima Guerra Mondiale fu aggiunto anche il nome di Trento, come enuncia l’altra iscrizione: “quando, nel 3 novembre 1918, per il valore delle armi nostre le terre irredente, sospiro di secoli, torneranno per sempre all’Italia, la magistratura municipale, plaudente il popolo, volle qui scritto anche il nome di Trento, perché nella lunga vigilia ‘Trento e Trieste’ fu il grido augurale della vittoria”.

Oggi dalla porta si accede alla graziosa piazzetta San Giusto. A poca distanza, in via delle Gagliarde, è collocata la sede del Quartiere di Porta Sant’Andrea.



scritto da: Marco Botti, 07/11/2008