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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Roberto, Jacopo, Chiara e Giulia alla Valle dei Templi - Agrigento
NEWS

Più risultati che spettacolo. E va benissimo così. L'Arezzo premiato da grandi numeri

A Vicenza come a Salò e come in altre circostanze: poche emozioni. Ma la squadra ha messo insieme il quarto pareggio di fila, il settimo risultato utile consecutivo e una striscia di undici giornate con una sola sconfitta. La continuità di rendimento è innegabile e l'ottava posizione di classifica si spiega soprattutto in questo modo. Peccato per gli spalti vuoti del ''Menti'': per il futuro bisognerà rivedere diverse cose. E gli stadi moderni potrebbero essere un bel toccasana



gli amaranto a Vicenza con il settore ospiti pressoché desertoSERIE POSITIVA - Quarto pareggio consecutivo, settimo risultato utile di fila, una striscia di undici giornate con una sola sconfitta e 18 punti all'attivo. I numeri premiano l'Arezzo al di là di qualsiasi interpretazione, rafforzando l'immagine di squadra compatta e monolitica che è venuta fuori durante l'arco della stagione. Altro dato sensibile è la continuità di rendimento di un gruppo che, prendendo il Real Vicenza come termine di paragone, aveva raccolto 22 punti nel girone di andata e ne ha raccolti 21 nel ritorno. Gli amaranto hanno sempre marciato regolare, osservando la lotta per i play-out con invidiabile distacco. Non è poco. Anzi, è moltissimo.

QUANTO SIETE BRUTTI - Nell'analisi del post gara, Capuano ha ribadito un concetto che gli sta a cuore e che in effetti è quello più emblematico per spiegare le caratteristiche dell'Arezzo. L'allenatore ha sottolineato la capacità di “imbruttire l'avversario”, sterilizzando le fonti di gioco e spegnendo la fase offensiva di chi sta di fronte. E' un compito che non si assolve con la pura opposizione, rintanandosi dentro la tre quarti e sperando in Dio: servono organizzazione tattica e applicazione mentale. Poi di là può esserci Bruno, capocannoniere del torneo, oppure Evacuo o Ferretti o Iocolano, ma il risultato è sempre quello. Ed è giusto metterlo in evidenza.

EMOZIONI ZERO - Certo, dal punto di vista dello spettacolo tecnico e delle emozioni, le partite dell'Arezzo non verranno mai mostrate al museo del calcio di Coverciano. I novanta minuti di ieri sera, come quelli di Salò o di diverse altre uscite, sono stati soporiferi e poco affascinanti. Però quello dell'estetica è un tema che possono permettersi altri club, impegnati nel raggiungere traguardi diversi. A noi quest'anno non può non andare benissimo così.

 

Bruno francobollato da CrescenziL'APICE DEL PIACERE - Che poi alcune partite, tipo quella con il Bassano ma anche quella col Real Vicenza all'andata o quella con il Pavia o quella con il Renate sono state anche spettacolari e coinvolgenti. Non si vive esclusivamente di gioco arioso, di dribbling funambolici o di palloni sotto l'incrocio. A volte anche undici calciatori cattivi e motivati, uniti come fossero un uomo solo, sanno regalare grandi soddisfazioni in chi sta in tribuna a guardare. Non per caso il gol di Sabatino al Bassano, per quanto sia stato un gol sporco, frutto di un tiro finito in rete dopo una deviazione, resta l'apice stagionale del piacere.

LA CHIOSA FINALE - Cremonese, Como, Monza, Novara e Sud Tirol sono i prossimi avversari dell'Arezzo. A parte il Sud Tirol e forse il Como, gli altri si giocano un obiettivo importante. Diciamo subito che quanto fatto dalla squadra finora è lì e nessuno lo tocca. Un finale in calando, per essere chiari, non potrà scalfire il granito su cui sono scolpiti la salvezza e l'eventuale piazzamento in zona Tim Cup. Però è chiaro che chiudere in maniera dignitosa sarebbe il completamento ideale di un'annata che per molti aspetti resterà irripetibile. Per altri invece speriamo di no.

IL VUOTO INTORNO - Due tifosi nel settore ospiti, poche decine di spettatori in tribuna al “Menti”. Vero che il Real Vicenza ha un seguito scarsissimo, ma il discorso è più ampio. Davvero piacciono partite giocate davanti a un pubblico da scapoli contro ammogliati al campino del paese? Bisogna rivedere un po' di cose. E gli stadi moderni potrebbero e dovrebbero servire a risolvere pure questo problema. Chissà se lo capiranno.

 

scritto da: Andrea Avato, 03/04/2015





Real Vicenza-Arezzo 0-0 / Intervista a Capuano

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