SERIE D GIRONE E - 1a giornata
Flaminia | 4 set | 15 | Livorno |
Gavorrano | 4 set | 15 | Tau Altopascio |
Ghiviborgo | 4 set | 15 | Ponsacco |
Orvietana | 4 set | 15 | Arezzo |
Poggibonsi | 4 set | 15 | Grosseto |
Sangiovannese | 4 set | 15 | Ostiamare |
Seravezza | 4 set | 15 | Città di Castello |
Trestina | 4 set | 15 | Pianese |
Terranuova | 4 set | 15 | Montespaccato |
Il monumento ai Caduti del Mulinaccio
Lungo via Golgi, a un centinaio di metri dal Palasport “Le Caselle”, si stacca un sentiero, recentemente segnalato da adeguata cartellonistica, che in breve tempo ci conduce lungo le sponde del Castro. Qui troviamo un grande cippo che ricorda una delle più efferate rappresaglie subite dagli aretini durante l’occupazione nazista. 
TweetLungo via Golgi, a un centinaio di metri dal Palasport “Le Caselle”, si stacca un sentiero, recentemente segnalato da adeguata cartellonistica, che in breve tempo ci conduce lungo le sponde del Castro. Qui troviamo un grande cippo che ricorda una delle più efferate rappresaglie subite dagli aretini durante l’occupazione nazista.
Era il 6 luglio 1944 e le forze alleate si stavano avvicinando alla città, che sarebbe stata liberata una decina di giorni dopo. Nel casolare detto il Mulinaccio, lungo le rive del torrente, si trovavano alcune famiglie rifugiate.
I tedeschi giunsero alla colonica e, senza fornire spiegazioni, fecero uscire tutti gli uomini, lasciando dentro casa donne e bambini. In quelle famiglie non c’erano partigiani e per questo, nonostante la legittima preoccupazione, nessuno di loro immaginava che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbero visto i propri cari.
I nazisti disposero in fila gli inermi civili e li avviarono verso il Castro, che attraversarono in un punto detto “guado del Mulino Vecchio”. Dal casolare furono udite delle scariche di mitra, ma le donne le interpretarono per spari tra alleati e tedeschi, che si stavano combattevano nei boschi intorno alla città. Non era così e dopo qualche giorno lo straziante spettacolo dei quindici corpi crivellati di colpi si parò loro davanti.
Nella zona dell’eccidio fu innalzato un monumento a ricordo, con le quindici foto degli uomini trucidati, alcuni tra loro parenti. I loro cognomi erano Bianchi, Chimenti, Martini, Pelini, Roggi, Romanelli e Vestrucci.
Questo importante luogo di memoria, che con gli anni era andato incontro all’incuria e all’abbandono, grazie al forte interessamento della Circoscrizione Fiorentina è tornato a vivere. L’area intorno al cippo è stata risistemata e il 6 luglio 2008, nel 64° anniversario della strage, c’è stata l’inaugurazione.
Adesso quello del Mulinaccio è diventato un piccolo spazio verde lungo il Castro, delimitato da belle staccionate e dotato di panchine, dove gli abitanti della zona possono andare per difendersi dalla calura estiva, all’ombra di vigorosi alberi. Ma è un posto utile anche a tutti quelli che hanno voglia di fermarsi a riflettere su tragedie che la mente umana fa ancora fatica a spiegare.
Un piccolo suggerimento arriva dalle belle parole che si leggono sul davanti del cippo:
A ricordo perenne dei 15 trucidati dalle orde tedesche in fuga
in questo medesimo luogo la sera del 6 luglio 1944
possa l’estremo sacrificio di loro inermi e innocenti
segnare agli uomini la via della fraternità e della pace

scritto da: Marco Botti, 30/01/2009
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