SERIE D GIRONE E - 1a giornata
Flaminia | 4 set | 15 | Livorno |
Gavorrano | 4 set | 15 | Tau Altopascio |
Ghiviborgo | 4 set | 15 | Ponsacco |
Orvietana | 4 set | 15 | Arezzo |
Poggibonsi | 4 set | 15 | Grosseto |
Sangiovannese | 4 set | 15 | Ostiamare |
Seravezza | 4 set | 15 | Città di Castello |
Trestina | 4 set | 15 | Pianese |
Terranuova | 4 set | 15 | Montespaccato |
La Casa Museo di Giorgio Vasari
Nel 1541 il grande architetto, pittore, storiografo e scenografo aretino Giorgio Vasari acquistò una casa circondata da orti nel Borgo di San Vito, l’odierna via XX Settembre dove, a detta sua, si respirava “la migliore aria della città”.
TweetNel 1541 il grande architetto, pittore, storiografo e scenografo aretino Giorgio Vasari acquistò una casa circondata da orti nel Borgo di San Vito, l’odierna via XX Settembre dove, a detta sua, si respirava “la migliore aria della città”.
L’anno successivo l’artista iniziò la decorazione delle varie stanze con un complesso e spettacolare programma iconografico che lo impegnò, tra lunghe pause per i continui impegni lavorativi e riprese, fino al 1568.
Nel 1550 Vasari sposò Niccolosa Bacci, appartenente a una delle più facoltose famiglie aretine, stabilendosi con lei nella nuova dimora. Purtroppo la sua intensa attività in giro per l’Italia e soprattutto in terra fiorentina, alla corte del Granduca Cosimo I, lo fecero stare poco ad Arezzo.
Dopo il definitivo trasferimento nella zona di Santa Croce a Firenze, la residenza aretina si trasformò in un rifugio dove soggiornare per brevi periodi di riposo e dove collezionare numerose opere d’arte. Sopraggiunta la morte, nel 1574, l’abitazione del genio rinascimentale fu trasferita agli eredi, finché nel 1687 la dinastia Vasari si estinse e la struttura passò alla Fraternita dei Laici, come da testamento dell’ultimo discendente.
Nel 1871 la nobile famiglia dei Paglicci acquistò l’edificio, mantenendone la proprietà per quattro decadi.
Nel 1911, quarto centenario della nascita di Vasari, lo Stato italiano l’acquisì per farne un museo dove celebrare l’artista aretino e Alessandro Del Vita iniziò ad allestire le sale con alcune opere appartenenti alla Fraternita e al Comune di Arezzo.
Nel 1921 i conti Rasponi-Spinelli, proprietari dell’Archivio Vasariano, lo consegnarono in perpetuo deposito al Comune, che aveva il dovere di conservarlo e valorizzarlo proprio in Casa Vasari.
Tra le tante preziosità di questa straordinaria raccolta di documenti figurano i Ricordi della famiglia Vasari dal 1461 al 1530, i Contratti stipulati dal 1450 al 1586, le Ricordanze dal 1527 al 1573 e un carteggio con alcuni tra i più influenti personaggi del Cinquecento, comprese diciassette lettere di Michelangelo Buonarroti indirizzate al suo conterraneo. L’archivio da anni è al centro di una complessa diatriba legale, visto che Giovanni Festari, erede universale della famiglia Rasponi-Spinelli, ne reclama la proprietà.
Nel Dopoguerra la dimora del Vasari si trovò al centro di una decisa rivisitazione dell’allestimento e alle opere già presenti se ne aggiunsero una cinquantina provenienti dai depositi dei musei fiorentini, tutte realizzate da artisti formatisi alla scuola vasariana o a lui contemporanei, che ancora oggi impreziosiscono le varie pareti.
Nel 1967 l’edificio passò in gestione alla Soprintendenza di Arezzo che provvide a eseguire vari restauri conservativi negli anni Settanta, Ottanta e Novanta e a realizzare un percorso museale lungo il secondo piano dell’abitazione, quello signorile, tra i più visitati della città.
In occasione delle celebrazioni del Cinquecentenario dalla nascita dell'artista (1511-2011), il museo è stato oggetto di importanti lavori di riqualificazione e la quadreria è stata riallestita.
Per accedere agli ambienti si sale una breve rampa di scale. Dal pianerottolo si entra, a sinistra, nella “Sala del Camino”. Era la stanza di rappresentanza, splendidamente affrescata dal Vasari con l’aiuto di alcuni allievi. Da notare il grandioso soffitto a cassettoni con 17 tavole dipinte incastonate.
Continuando l’itinerario, sulla destra incontriamo una piccola cappella con pavimento in maiolica, prima di infilarci nel cosiddetto “Corridoio di Cerere”, che ci conduce alla “Sala di Abramo”. Questa era la camera nuziale, dove spicca un altro meraviglioso soffitto ligneo recante al centro un tondo con Dio che benedice il seme di Abramo coronato dalle Allegorie della Concordia, della Pace, della Virtù e della Modestia.
A destra del corridoio, invece, si apre la “Cucina”. La stanza probabilmente non era affrescata in origine, ma nel 1831 pensò a decorarla il pittore neoclassico Raimondo Zaballi.
Da questo ambiente si passa alla “Sala di Apollo e delle Muse”, dove tra l’altro Vasari immortala la giovane moglie, e infine alla “Sala della Fama e delle Arti”, dove si notano dei medaglioni dipinti da un allievo e raffiguranti sette personaggi: lo stesso artista, il bisnonno Lazzaro, Luca Signorelli, Spinello Aretino e Michelangelo Buonarroti, tutti nati in terra d’Arezzo, Bartolomeo della Gatta, aretino d’adozione e il fiorentino Andrea del Sarto, maestro di Vasari a Firenze.
Un’inequivocabile maniera per celebrare patria, famiglia e amici.
scritto da: Marco Botti, 25/01/2008
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