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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

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Trestina4 set15Pianese
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Un po' più avanti, un po' più offensivo. Capuano prepara un Arezzo che giochi per il gol

Analisi a mente fredda della partita d'esordio a Santarcangelo. I chiaroscuri di lunedì hanno confermato le luci e ombre del precampionato, ma adesso una certezza c'è: l'Arezzo si esprime meglio se può alzare il baricentro e sfruttare il palleggio dei suoi centrocampisti. Così facendo ne trae giovamento la difesa, più protetta, e soprattutto l'attacco, più incisivo. E l'allenatore si sta convincendo a cambiare modulo



metamorfosi tattica in vista per CapuanoTutto un altro Arezzo. Si aspettava l’esordio per cominciare a valutare l’effettiva consistenza di una squadra che nelle amichevoli estive aveva mostrato più ombre che luci. La prima in terra di Romagna ha confermato i chiaroscuri di questo inizio stagione ma ha dato anche indicazioni utili per il futuro. Il primo tempo, oggettivamente inguardabile, ha mostrato le difficoltà di replicare il modello dello scorso campionato con gli interpreti di questa stagione. Eravamo abituati a vedere una squadra a baricentro basso, che mordeva le caviglie avversarie a centrocampo neutralizzando fonti di gioco ed ispirazioni avverse per ripartire di rimessa. Dietro gli automatismi erano perfetti e orrori come il contropiede subito e l’occasione gialloblu a fine primo tempo (tutti a guardar la palla e avversari che ti scappano dietro le spalle) non si sono praticamente mai visti.

 

Adesso la situazione appare, per quanto visto nella prima, del tutto diversa; paradossalmente la difesa è apparsa in maggiori difficoltà quando doveva essere più coperta (nel primo tempo) mentre si è comportata meglio quando la squadra si è alzata ed è andata ad aggredire ed impostare gioco d’attacco. La copertura della mediana è stata confusionaria nel primo tempo, un po’ meglio nel secondo ma da domenica rientra tra i disponibili Gambadori e la sagacia tattica e la determinazione del capitano saranno molto utili (quanto l’ho rimpianto a vedere Petermann a lungo incontrastato padrone del “milieu”). Anche Capece ha dato il meglio quando ha potuto trovare maggiori riferimenti per i suoi lanci mentre nella prima frazione finiva spesso schiacciato dalla pressione avversaria, con compagni troppo vicini per allargare il gioco come sa. Tremolada, praticamente nullo nel primo tempo, arretrando di qualche metro ha guadagnato in lucidità (meno aggressiva la pressione su di lui) facendo intravedere qualche sprazzo della sua tecnica anche se ancora manca ritmo, intensità e un po’ di “cojones”…. Là davanti Defendi può essere la spalla ideale per Cori perché è veloce, sa inserirsi, può sfruttare il lavoro di sponda del compagno e a sua volta creare spazi per l’ex Cosenza che per la struttura fisica che possiede, non ha lo scatto breve tra i suoi colpi ma può diventar letale se ha spazio per muoversi (vedi gol, bello tra l’altro).

 

Luca Tremolada, 24 anni, ago della bilancia del gioco amarantoInfine Capuano: lo schema iniziale è quello a lui più caro, lancio lungo del regista sulla boa offensiva e ripartenze, ma la formula non pare adeguata all’organico assemblato con abilità quest’anno. L’uomo è esperto ed intelligente ed ha cominciato a capire che bisognerà muoversi su binari differenti. L’ha fatto rivoluzionando tatticamente la squadra tra primo e secondo tempo, mettendo da parte convinzioni radicate e qualche timore per lo sbilanciamento offensivo. Per quel che si è visto si potrebbe convincere, strada facendo, che probabilmente questi giocatori si muovo meglio con la difesa a 4 perché hanno meno campo da coprire (Madrigali non è un fulmine e Panariello è ancora lontano dal top ) e nel contempo (e viceversa) il centrocampo assicura comunque filtro e rilancio sulla base del fatto che i piedi quest’anno sono più “educati” che in passato. Inoltre gli esterni difensivi (Carlini, Sperotto, Mascianngelo , lo stesso Vinci che è però ancora indietro) possono assicurare spinta aggiuntiva, superiorità e densità anche nella zona nevralgica del campo, facendo l’elastico tra difesa e centrocampo. Capece ha bisogno di spazio per affondare i suoi lanci, così Tremolada che soffre il fiato sul collo e non ha (almeno per ora) la grinta di un Erpen. Poi c’è Cori che con una spalla vera può far male ( agli altri).

 

Insomma il 4-3-1-2 potrebbe essere il vestito giusto per l’Arezzo nuovo corso, anche meglio del 3-5-2 provato in precampionato, perché assicurerebbe probabilmente ai difensori maggiori riferimenti e minor dispendio di energie. Domenica contro L’Aquila, avversario difficile e con ambizioni di vertice, si potranno verificare meglio intendimenti e strategie. Intanto si va ad inaugurare la stagione del Comunale. Sarebbe bello essere in tanti per quest’esordio e ancor più bello cominciare con una di quelle corse che sappiamo...

 

scritto da: Paolo Galletti, 10/09/2015





Santarcangelo, la partita della svolta tattica

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