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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

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Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
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Oggi non ci sono più capitani coi baffi

Menchino Neri, un rigore sbagliato e la rovesciata che ci salvò



Oggi non ci sarebbero i carabinieri con le loro divise avana a bordo campo. Non ci sarebbe chi si fa prendere dalla gioia e scavalca le inferriate della curva. Oggi non c'è più quella curva. E non ci sarebbe chi grida al cielo il nome di un giocatore perché di giocatori simbolo, al di sopra di ogni sospetto, giocatori bandiera che si potevano amare a prescindere, non ce ne sono più. Oggi nessun arbitro rinuncerebbe ad ammonire uno che è stato cinque minuti a festeggiare. E se quella fosse la seconda ammonizione, a maggior ragione non rinuncerebbe a buttarlo fuori. Nessun portiere, dopo aver preso un gol che per lui significa retrocessione, andrebbe a stringere la mano a chi l'ha appena uccellato con una magia. Oggi nessuno si stupirebbe di vedere le immagini tivù da dietro la porta, mentre all'epoca furono una primizia che lasciò a bocca aperta. E non potrebbe succedere più che uno sbaglia dal dischetto e due minuti più tardi segna in sforbiciata, sotto la sua curva, a poco dalla fine, nella partita che vale una stagione, perché certe cose capitano una volta nella vita. Nessun presidente andrebbe ad abbracciare il suo pupillo a bordo campo, sentendo dentro che trent'anni dopo, se mai si trovasse in difficoltà, il suo pupillo sarebbe il primo a dargli una mano. Nessun fotografo avrebbe modo di sospingere nella mischia un calciatore con il morale a pezzi che vuole farsi sostituire. Oggi non ci sono più capitani coi baffi. Oggi se un giocatore tirasse un rigore in quel modo, tutti penserebbero che se l'è venduta. E magari c'ha pure scommesso sopra. Invece Menchino, il 9 giugno 1985, dopo un tiraccio maldestro da undici metri segnò in rovesciata. E ci salvò.

 

scritto da: Andrea Avato, 09/06/2011





La rovesciata dei sogni di Menchino Neri