SERIE D GIRONE E - 1a giornata
Flaminia | 4 set | 15 | Livorno |
Gavorrano | 4 set | 15 | Tau Altopascio |
Ghiviborgo | 4 set | 15 | Ponsacco |
Orvietana | 4 set | 15 | Arezzo |
Poggibonsi | 4 set | 15 | Grosseto |
Sangiovannese | 4 set | 15 | Ostiamare |
Seravezza | 4 set | 15 | Città di Castello |
Trestina | 4 set | 15 | Pianese |
Terranuova | 4 set | 15 | Montespaccato |
Pontedera, l'ultimo campo di Lauro. Ricordi del passato e un presente che ha bisogno di punti
Era il 12 ottobre 1997, serie C2: Minghelli causò il rigore della sconfitta, protestò e venne espulso. Da quel giorno non giocò più a calcio, impegnato nel combattere una tremenda malattia. Tre anni fa in serie D i tifosi aretini lo ricordarono con alcuni striscioni e abbandonarono gli spalti anzitempo, anche per non vedere la festa promozione dei padroni di casa. Oggi l'Arezzo va in cerca di una vittoria che rimetterebbe in sesto la classifica
TweetA poco più di un mese dalla vittoria con il Tuttocuoio di Lucarelli, si torna a Pontedera, stavolta contro i veri padroni di casa. Per gli aretini al seguito, quindi, potremmo dire che sarà un settore ospiti un po’ più familiare. Inoltre, l’ultimo recentissimo precedente al “Mannucci” è stato favorevole e ci è valso la prima vittoria stagionale. Chissà che Defendi, anche con la maschera al naso, non possa replicare il gol di rapina segnato un mesetto fa!
Riaprendo i cassetti della memoria, però, i ricordi legati a quello stadio non sono altrettanto piacevoli.
Partiamo con ordine: il 12 ottobre 1997 Pontedera-Arezzo terminò 1-0 per i padroni di casa e rappresentò l’ultima partita della carriera di Lauro Minghelli. Fu proprio lui a causare il rigore che costò la sconfitta. Lauro non la finì nemmeno quella partita: espulso per proteste. Un epilogo che non rende merito al giocatore ma soprattutto all’uomo che era. Un uomo che ha dovuto fermarsi e lottare con una malattia gravissima che gli ha infranto tutti i sogni, da quello di una carriera lunga e vittoriosa nel mondo del calcio fino a quello che tutti dovrebbero avere il diritto di coltivare: vivere una vita normale. Lauro Minghelli ci ha lasciato ormai undici anni fa, a soli 31 anni. Conquistare una vittoria sarebbe il modo ideale per omaggiare la sua memoria e per dare una gioia ai gruppi della nostra curva, che porta il suo nome.
Un altro ricordo poco gradevole è quello relativo al campionato di serie D 2011/12, quando il Pontedera vestì il ruolo di schiacciasassi del girone e all’Arezzo rimase solo un secondo posto amarissimo che significava un altro anno di inferno. I granata non regalarono nulla e l’Arezzo prese una severa scoppola (3-0). Emblematica fu l’uscita dei sostenitori amaranto a partita in corso, dopo aver lasciato uno striscione proprio in ricordo di Minghelli. In panchina, ai tempi, c’era un certo Bacis, allenatore che suscitò, tra le altre cose, l’ironia pungente del tifo aretino, che si scatenò sui social network accostando il mister alle mirabolanti gesta del più celebre Chuck Norris (un ricordo che, nonostante il momento buio, resta esilarante!).
Dopo questo excursus, però, è tempo di tornare ai giorni nostri. La vittoria col Prato è stata ossigeno puro per giocatori, mister, staff e tifosi tutti. L’avevamo detto: contava solo la vittoria, anche senza una prestazione spumeggiante, ed è proprio quello che è successo; per cui rimaniamo coerenti con quanto affermato: è quello che serviva e quindi va bene così, per ora. Festeggiare finalmente una vittoria tra le mura amiche ha ridato un po’ di serenità all’ambiente e ha allontanato i fantasmi che aleggiavano sopra le teste di Capuano & Co. La paura di vincere, sabato, è stata lampante: il gol e la superiorità numerica paradossalmente ci hanno tolto fluidità di manovra e tranquillità, mentre saliva la pressione perché avevamo tutto da perdere e, a maggior ragione, non c’era altro epilogo possibile che la vittoria. Stavolta non ci si è messa di mezzo la sfortuna e così gli amaranto l’hanno sfangata, ma a Pontedera forse servirà qualcosa in più contro una squadra in forma e sull’onda dell’entusiasmo per le caterve di gol realizzate negli ultimi incontri. Gol che noi, invece, continuiamo a trovare con eccessiva fatica.
In questo senso, il rientro da titolare di Cori potrebbe essere la soluzione: Cori è insostituibile là davanti, per quantità, qualità e anche esperienza (tutto sommato, è uno dei più “anziani” in rosa). Per quanto riguarda il mister, avrà anche fatto qualche altra comparsata in radio e in tv questa settimana, ma l’impegno che mette per la causa amaranto è fuori discussione! Ecco perché ci affidiamo ancora a lui per la preparazione della partita e lo studio degli avversari: arginare il loro attacco sarà forse la priorità, cercando magari di pungerli in ripartenza e in velocità. Aggregati alla squadra ci sono anche tre giovani della Berretti, complici alcuni infortuni ma anche l’inizio di campionato strepitoso dei giovani, che sta inorgogliendo una città intera. Stasera, a partita finita, vogliamo essere orgogliosi anche della prima squadra, perché vorrebbe dire che ha dato tutto, è uscita A testa alta (come il titolo del libro che ricorda la vita di Minghelli) e ha vinto in terra “nemica”. Andiamo a prenderci i tre punti, insieme! “Dai, segna un gol per noi!”
scritto da: Luca Amorosi, 24/10/2015
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