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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Sava, Poggio, Strip e Gamba in posa con Riccardo Schicchi
NEWS

A pranzo fuori - Il Forte di Civita Castellana

L'Arezzo va a giocare in provincia di Viterbo, nella cittadina famosa per le caratteristiche difensive delle sue mura e della sua fortezza. Chi vuole, potrà anche assaggiare piatti tipici come i ravioli ripieni di coda alla vaccinara, le fettuccine e i ragù di lepre e cinghiale, annaffiati con un Doc dei colli Etruschi Viterbesi. 166 i chilometri da percorrere, quasi tutti di autostrada fino al casello di Magliano Sabina



il Forte Sangallo di Civita CastellanaAssaltare il Forte. Questo il difficile compito delle “truppe amaranto” di mister Bacis in vista della prima trasferta dell’anno in casa del Civita Castellana. La piccola cittadina, in provincia di Viterbo, si è resa famosa nel corso dei secoli proprio per le caratteristiche difensive delle sue mura, costruite in origine dal popolo dei Falisci, e della sua fortezza, ristrutturata inizialmente da Antonio da Sangallo il Vecchio su incarico di Papa Alessandro VI Borgia e terminata sotto il papato di Giulio II da Antonio da Sangallo il Giovane, tanto da passare alla storia come “Forte Sangallo”. Il nostro giro turistico parte proprio dalla Fortezza, oggi sede di un museo con numerosi reperti archeologici di epoca etrusca, proseguendo alla scoperta della Porta Borgiana, Palazzo Baroni, Palazzo Trocchi-Alessandrini e il Palazzo Vescovile. La visita continua poi con la Cattedrale di Santa Maria e infine la Chiesetta di Santa Chiara.
Giunta l’ora di pranzo, la consueta triplice proposta ristorativa si apre con il ristorante Beccofino, via delle Palme 18 (tel. 0761/540776), dove ci aspettano deliziosi piatti della tradizione, rivisitati dalla grande abilità dello chef (assolutamente da provare i ravioli ripieni di coda alla vaccinara oppure i tonnarelli con polpo, bottarga e salsa d’arancio) in abbinamento a ottimi vini del territorio e non solo. Proseguiamo poi con il ristorante-pizzeria la Vecchia Quercia, via Nepesina km 11,800 (tel. 0761/599164), un ambiente informale dove potrete gustare bistecche di qualità, cotte alla brace, oppure le ottime pizze lievitate 48 ore condite con i migliori ingredienti stagionali. Concludiamo il trittico con la Scuderia Relais Falisco, via Don Minzoni 19 (tel. 0761/516798) ristorante di charme situato all’interno di uno splendido palazzo di fine ‘600 con piatti ricercati e un occhio di riguardo per le ricette tradizionali romane, accompagnati da un’ottima carta dei vini.

A PRANZO FUORI CONSIGLIA
Trovandosi dentro la “tuscia viterbese” obbligatorio diventa assaggiare grandi piatti della tradizione come l’acqua cotta, le fettuccine o gli strozzapreti conditi con ragù di lepre o cinghiale. Passando ai secondi troviamo la pignattaccia, stufato con carne di suino e bovino, la famosa porchetta, la trippa. Concludiamo con formaggi come il pecorino romano, e dulcis in fundo i “tozzetti dei Monti Cimini”, biscotti caserecci a base di nocciole. Come vini ci affidiamo alla caleidoscopica Doc Colli Etruschi Viterbesi con addirittura 12 tipologie di vini dal secco, all’amabile, al frizzante, prodotti con vitigni locali tra cui la malvasia del Lazio e il Grechetto tra i bianchi, Montepulciano (in loco chiamato Violone) e il grechetto rosso tra i vini rossi.

PER LO STADIO
Civita Castellana, 16mila abitanti, dista 166 chilometri da Arezzo, da percorrere quasi interamente in autostrada. Il tragitto consigliato, infatti, prevede di imboccare la A1 e uscire al casello di Magliano Sabina. Da lì bisogna imboccare la statale Flaminia e dopo 12 chilometri immettersi su via di Corchiano. Lo stadio “Turiddu Madami” si trova in via Enrico Minio e ha una sola tribuna coperta dove verranno sistemati sia i tifosi di casa che quelli amaranto.

scritto da: Fabio Panci, 13/01/2012