SERIE D GIRONE E - 1a giornata
Flaminia | 4 set | 15 | Livorno |
Gavorrano | 4 set | 15 | Tau Altopascio |
Ghiviborgo | 4 set | 15 | Ponsacco |
Orvietana | 4 set | 15 | Arezzo |
Poggibonsi | 4 set | 15 | Grosseto |
Sangiovannese | 4 set | 15 | Ostiamare |
Seravezza | 4 set | 15 | Città di Castello |
Trestina | 4 set | 15 | Pianese |
Terranuova | 4 set | 15 | Montespaccato |
No, non è una partita come le altre. Cuore e gambe, tutta Arezzo vuole vincere il derby
C'è una rivalità storica che affonda le sue radici nei secoli. C'è un campanile che divide due popoli a pochi chilometri di distanza. C'è una tradizione di lotte sul campo di calcio. Contro il Siena non può essere una giornata qualsiasi e la squadra ha il dovere di giocare con un piglio speciale: i tre punti conteranno poco per la classifica ma contano moltissimo per la tifoseria
Tweet“Siamo nell’anno 650 quando emergono le prime diatribe tra le Diocesi di Arezzo e Siena per il controllo di alcune Pievi e Chiese … ed i contrasti si inaspriranno con il passare degli anni...”.
Così si legge facendo una ricerca sui rapporti tra la nostra città e quella del Palio; così è dai tempi dei Longobardi, passando dalla battaglia di Pieve al Toppo fino ad episodi più recenti e meno cruenti (ma altrettanto animosi), dai rospi in gabbia alle scazzottate all’Olmo fino alla paventata provincia unica; la rivalità non si è certo sopita per il fatto che negli ultimi anni alterne vicende hanno diradato le occasioni per misurarsi sul campo (ormai, e per fortuna, solo di calcio). Ci dividono abitudini, carattere (i senesi coltivano con cura quel sentimento di superiorità rispetto a chiunque altro che è tratto caratteristico degli abitanti “entro le mura”) e pochi chilometri: tanto basta per far sì che quando Arezzo e Siena incrociano i tacchetti non sia una giornata come tutte le altre.
Capisco che a qualche fiero giovanotto delle nostre schiere, nato altrove e vissuto in altri contesti, sentir parlare di questioni che datano oltre 13 secoli faccia venire il sorriso, come l’odor di campanile nell’era della globalizzazione. Ma ho iniziato volutamente con un riferimento temporale e storico proprio per contribuire a rendere edotti squadra e società sulle aspettative per la partita di domenica. Non è vero che questa (come l’altra coi biancorossi d’oltretrasimeno) “alla fine è una partita come le altre”: sarà bene che tutto il gruppo se ne renda conto e si prepari ad affrontare gli avversari con uno spirito diverso. Alla nostra squadra quest’anno non si può quasi mai rimproverare la mancanza d’impegno e di generosità, si può invece lamentare abbastanza spesso una carenza di carattere e di cattiveria agonistica, quella ricerca del risultato a tutti i costi che discende da una applicazione feroce su ogni palla e per ogni minuto. Ecco, questo ci aspettiamo di vedere tradotto sul terreno del “Città di Arezzo” contro i bianconeri di Carboni. Non importa se (come previsto) farà ancora caldo, non importa se la stagione è ormai sostanzialmente consegnata agli archivi, non importa se qualcuno (o, purtroppo, molti) ha già la testa altrove e prospettive diverse dall’amaranto.
Per questa partita chiediamo con forza ad ogni giocatore di essere aretino dentro per almeno 95 minuti, di portare nella contesa sportiva l’anima e la voglia che tutto lo stadio avrà in testa e nel cuore. E’, deve essere, una partita da vincere. In campionato non troviamo il Siena dalla stagione 1998-99 (curiosamente nelle stesse identiche date, anche se a campi invertiti, ovvero il 22 novembre si giocò ad Arezzo e il 3 aprile a Siena; in entrambi i casi la vittoria andò alla squadra di casa per 2-0). L’ultima uscita in Coppa Italia è finita con una sconfitta che ci ha bruciato un po’ nonostante l’ovvia e giustificata scelta di affrontare l’impegno con le seconde linee. Però quel gol di Paramatti sotto la Sud (e la relativa esultanza) ha già allora fatto girare parecchia roba sugli spalti. Insomma, aspettiamo da 16 anni e non vogliamo che l’attesa sia vana.
E’ vero che, oltre al derby, di vicende di cui parlare ce ne sarebbero a bizzeffe; dalla crisi economica della Lega Pro (sai che scoperta...), alla situazione sempre più confusa in casa nostra, alimentata da atteggiamenti alla Maramaldo che non fanno onore a chi li adotta, al futuro sempre nebuloso. Per questa settimana fermiamo ogni altra considerazione e pensiamo solo al campo. Dopo le ultime prestazioni osserveremo con attenzione gli atteggiamenti e la volontà espressa dagli atleti sul campo. Vogliamo e pretendiamo una prestazione di alto livello, tecnico e agonistico, di determinazione e carattere. Vogliamo lo “strapazzo illimitato” che quest’anno si è visto raramente e che è nelle corde del nostro allenatore, uno il cui nome di battesimo è ormai ufficialmente virato in diminutivo, come un altro grande della nostra storia, il vincitore delle “Giostre del Toppo”, Guglielmino degli Ubertini, che di sicuro vigilerà dal suo sepolcro in Cattedrale sull’esito della contesa. Lui fu allora (26 giugno 1288) tattico esemplare. Non da meno vorrà essergli il nostro trainer oggi. Da Guglielmino ad Eziolino, battaglie diverse, stesso amore per la nostra terra, stessa voglia di vittoria. Ai giocatori tradurla in fatto concreto. Senza De e senza Ma.
scritto da: Paolo Galletti, 31/03/2016
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