SERIE D GIRONE E - 1a giornata
Flaminia | 4 set | 15 | Livorno |
Gavorrano | 4 set | 15 | Tau Altopascio |
Ghiviborgo | 4 set | 15 | Ponsacco |
Orvietana | 4 set | 15 | Arezzo |
Poggibonsi | 4 set | 15 | Grosseto |
Sangiovannese | 4 set | 15 | Ostiamare |
Seravezza | 4 set | 15 | Città di Castello |
Trestina | 4 set | 15 | Pianese |
Terranuova | 4 set | 15 | Montespaccato |
Non è tempo per noi... L'Arezzo, i tifosi, i risultati, un'annata strana: meritiamo di più!
La colonna sonora del dopo derby, ma di tutta la stagione, è una canzone di Ligabue. Perché qua, forse, ''abbiamo sogni troppo grandi e belli''. E' sempre così: non appena sale l'entusiasmo, arrivano batoste dure da digerire. Oggi contro la Lupa Roma la squadra deve dare una risposta forte con prestazione e risultato: il pubblico lo chiede a gran voce
TweetSe dovessimo trovare una colonna sonora adatta a descrivere il nostro stato d’animo dopo l’ennesima cocente delusione, forse questa sarebbe “Non è tempo per noi” di Ligabue. “E forse non lo sarà mai. Abbiam sogni però troppo grandi e belli sai”.
Chissà, infatti, quando potremo tornare a gioire davvero e con regolarità dei risultati del nostro Arezzo e cullare quei sogni troppo grandi e troppo belli riassumibili in una sola lettera, la B. Ogni volta è così: appena sale l’entusiasmo e allo stadio si torna a respirare l’aria di altri tempi e di un’altra curva, ecco che arrivano le batoste. Ogni volta che accorre un po’ più di gente a colorare d’amaranto il Città di Arezzo, la squadra esce sconfitta, a testa bassa, fischiata per la delusione di un’altra occasione persa per far festa. La lista sta diventando lunghina: su tutte, restano sfortunatamente nella memoria la sconfitta nel 2009 ai playoff col Crotone (per altro battuto sia in casa sia in trasferta durante la regular season) e nel 2010, ancora ai playoff, stavolta con la Cremonese. Sempre davanti al pubblico delle grandi occasioni, vestito a festa e pieno di legittime speranze. Rose diverse, ambizioni differenti, livelli di gioco decisamente non paragonabili, ma stesso esito amaro. Tanto da tornare a chiedersi, come sempre senza risposta, perché. Perché sempre a noi? Perché mai una gioia?
Questo finale di stagione sembra diventato un calvario, come se non fossero bastati quattro anni interminabili di serie D, due fallimenti, una penalizzazione assurda che ci ha di fatto privati della serie B e, roba di questi anni, un ripescaggio in Lega Pro in un primo momento rifiutato che sembrava veramente il fondo del barile (chi dimentica è complice). È un peccato che questa stagione stia finendo così, perché la squadra, dopo un inizio stentato, era decollata, aveva trovato fiducia, gol e soprattutto vittorie. Poi sono arrivate persone nuove, al posto giusto ma al momento sbagliato; sono scoppiati altri casi più o meno eclatanti con provvedimenti inidonei; si sono insinuate fastidiose voci di mercato senza, di contro, concretizzare almeno una manciata di rinnovi.
Il tutto è andato ovviamente a discapito dei risultati sul campo, dove i giocatori, pur non essendo giustificati a farlo, probabilmente scendono con qualche altro pensiero in testa. I playoff sono stati una fugace chimera, l’obiettivo Tim Cup non scalda i cuori né di chi sostiene né di chi scende in campo e, così, con la salvezza quasi in banca, la squadra sembra aver tirato i remi in barca troppo presto. Con la Lupa Roma parrebbe l’appuntamento ideale per tornare al gol e ai tre punti. Diciamocelo, l’avversario è abbordabile, anche se probabilmente si gioca le residue speranze di salvezza diretta proprio domani. Il rischio concreto è che abbiano più motivazioni di noi. Per questo motivo Eziolino farà bene a cambiare qualche titolare, facendo giocare chi ultimamente si è seduto in panchina. Serve gente che vuole lasciare il segno perché non mette il piede in campo da un po’; magari domani servono due animali da battaglia come Panariello e Gambadori e, chissà, una punta che non faccia parte di quei quattro che il mister prova a giostrare disperatamente senza ottenere risultati.
C’è ancora spazio per rimediare almeno in parte alla parabola discendente culminata con la sconfitta nel derby che ha fatto infuriare la tifoseria. Ma per fare ciò c’è bisogno di ritrovare il mordente e un po’ di sana cattiveria, specialmente in area di rigore, e un pizzico di sfrontatezza in più una volta arrivati sulla trequarti avversaria: lì ci spegniamo, non troviamo più spazi ma non osiamo la giocata, eccezion fatta per il solo Tremolada. È necessario che regaliate una soddisfazione a chi, strenuo, si presenterà anche ad Aprilia. A proposito, il presidente ci sarà, almeno là? Roma è poco più su. Arezzo, invece, è un bel po’ più su, ma non dubitate, perché qualche guardiano della nostra fede ci sarà, a dimostrare ancora una volta quanto noi facciamo per voi e quanto, quindi, voi dovreste fare per noi. Ci dovete una vittoria. Ce la dovete perché da domenica, dopo quella coreografia da brividi, quella curva brulicante, quei canti incessanti, è evidente che siete in debito. Meritiamo di più.
scritto da: Luca Amorosi, 09/04/2016
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