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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Simone, Marco e Riccardo sulla Mole Antonelliana - Torino
NEWS

Novemila spallini contro 74 aretini. Ma nonostante tutto, l'amore per la maglia vince sempre

L'Arezzo nel suo momento peggiore, contestato e in crisi di risultati. La Spal nel suo momento migliore, con la serie B a portata di mano. Eppure una rappresentanza amaranto ci sarà anche oggi, dopo le polemiche, gli esoneri, le contestazioni e tutto il resto. Perché alla fine l'unico, vero legame che non si spezza mai, è quello con i colori del cuore



l'amore per la maglia amaranto più forte di tuttoA volte il destino è crudele: ti mette di fronte a degli incroci che sembrano costruiti ad arte e invece sono frutto dell’evolversi di situazioni sorprendenti. Chi pensava, infatti, di rimettere in discussione una salvezza acquisita a febbraio? Fatto sta che andiamo a Ferrara nel nostro momento peggiore, che guarda caso coincide con il loro momento migliore e con la necessità di racimolare qualcosa nonostante tutto. Cosa che onestamente pare impossibile: loro pronti a far festa, euforici; noi in un clima da depressione totale. Loro stadio pieno, biglietti introvabili e un sogno distante appena novanta minuti; a noi hanno lasciato 74 posti (e forse ne sarebbero bastati anche meno), il nostro stadio pieno lo vediamo solo in vecchie foto, testimonianze di momenti agli antipodi di questi, e il nostro sogno, che poi è lo stesso dei ferraresi, si allontana sempre di più e gradualmente si dissolve nel grigiore che ci circonda.

 

Chi domani a Ferrara ci andrà comunque probabilmente non si aspetta niente di niente: se va bene un po’ di mordente e quanto meno il tentativo di opporre resistenza. Dopo le ultime prestazioni sconcertanti, d’altronde, chi sarebbe pronto a scommettere qualcosa di più di una degna figura che consenta di non dover usare il pallottoliere alla fine…

Siamo arrivati a questo punto, a dover sperare di non perdere pesantemente, di non umiliare il nome di Arezzo in giro per l’Italia. Roba da matti quello che si è venuto a creare in pochissimo tempo. Roba da riporre la bandiera nel ripostiglio, appendere la sciarpa all’attaccapanni e al massimo seguirli alla radio, perché, come recitava un geniale striscione di qualche anno fa, con sagace coreografia annessa, “non ve se pol vedere”. Roba da preferire una gita al mare o un pomeriggio in famiglia. Questo direbbe la razionalità. Ma quest’ultima col tifo ha ben poco a che vedere.

 

i tifosi aretini nell'ultima trasferta di ApriliaE allora una cinquantina di tifosi amaranto ci sarà. Chi glielo fa fare? Forse il fatto che l’Arezzo è più di undici giocatori indecorosi che scendono in campo; è più di una dirigenza assente, ingrata, inconsistente. L’Arezzo è una fede incrollabile, un amore sviscerato, che giochi bene o giochi male. Ma che ne sanno loro. Che ne sa chi va in campo; che ne sa chi si presenta in conferenza stampa una volta all’anno; che ne può sapere un allenatore, povero lui, catapultato in un contesto ai limiti dell’autodistruzione. Ma che ne sanno.

Solo noi sappiamo cosa si prova a soffrire (tanto) e gioire (poco) per quella meravigliosa maglia. Già, la maglia: noi sosteniamo solo la maglia, come cantava la Sud sabato scorso. Lei non ci tradisce; lei non passa. Lei vive anche quando cadiamo, anche quando falliamo e ripartiamo, anche quando chi la indossa se ne strafrega e la infanga. Lei ci sarà sempre e noi ci saremo sempre per lei. L’unico legame indissolubile è tra noi e lei. Ma che ne sanno gli altri. Ci potranno far sprofondare anche solo per il gusto di farci un dispetto; ci potranno umiliare; ci potranno persino minacciare di chiudere tutto, di fare come gli pare, che l’Arezzo è roba loro…

 

Non hanno capito che a noi non ci sposta nessuno dal nostro posticino sugli spalti; che a noi l’Arezzo non ce lo toglierà proprio nessuno; che più ci affosseranno e più risorgeremo dalle ceneri. Di fronte a uno stadio intero, sarà ancor più bello far parte di quei pochi non graditi, messi in un angolino in punizione, contro tutti e contro tutto. E quando dico tutti e tutto dico i nostri giocatori e la nostra società, che hanno più volte dimostrato di non sopportarci, prima ancora degli avversari. Ma tanto che ne sanno loro. Non ne sanno nulla di novant’anni di storia amaranto; non ne sanno nulla di quello che si prova a ogni gol e a ogni vittoria; non sanno che prima o poi la ruota girerà e ci prenderemo ogni rivincita, alla faccia vostra. L’Arezzo al cospetto della capolista e futura neopromossa, di uno stadio pieno e di un entusiasmo invidiabile è rappresentata unicamente da quel gruppetto di tifosi che seguirà la maglia amaranto. Perché l’Arezzo siamo noi, solo noi.

 

scritto da: Luca Amorosi, 23/04/2016





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