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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Elisa, Sara e Beatrice fuori da San Siro
NEWS

19 maggio, dal ricordo di Arezzo-Juve al periodo delle ipotesi. C'è una frattura da ricomporre

Nove anni fa, dentro un Comunale stracolmo, i bianconeri vinsero 5-1 e festeggiarono il ritorno in serie A. Oggi sono cambiati gli avversari e anche le prospettive: la società sta lavorando dietro un fragoroso silenzio e i primi nomi che circolano per la panchina sembrerebbero di livello, in attesa che i fatti concreti possano iniettare fiducia in una piazza disillusa dagli ultimi mesi di gestione



la Minghelli strapiena a pochi minuti da Arezzo-Juventus19 maggio 2007: la Signora del calcio italiano, clamorosamente retrocessa per vicende poco agonistiche e per niente etiche, scende per la prima volta nella storia sul terreno del ”Città di Arezzo” per una partita di campionato. Per lo squadrone guidato da Deschamps è la partita della possibile matematica promozione, per l’Arezzo riaffidato da qualche tempo ad Antonio Conte, è uno dei passaggi cruciali sulla via di una difficile salvezza. La squadra amaranto è in pieno recupero, non sembra nemmeno parente di quella che ha balbettato nel girone di andata, zavorrata da una penalizzazione ingiusta e da equilibri interni un po’ ballerini.

 

Nella partita di Torino eravamo riusciti a strappare un epico 2–2, un risultato che rimarrà negli annali delle imprese compiute dall’Arezzo nel calcio. Adesso si tratta di ricevere la squadra più blasonata d’Italia, infarcita di campioni, per continuare la rincorsa. L’Arezzo viene da 5 vittorie consecutive. Lo stadio è stracolmo (e sarà l’ultimo pienone), tante bandiere amaranto e, naturalmente, anche tantissime bandiere bianconere, compresa qualcuna di troppo (à mon avis, s’intende) perché legata a club cittadini o di zone limitrofe che all’amore per la propria terra hanno preferito il fascino della vecchia dama piemontese (ahi fratelli, perché nemmeno 90 minuti per le nostre radici?).

 

La differenza di valori in campo è palese ma la squadra di Conte lotta e cerca di rispondere alla superiorità degli avversari. Il primo tempo ce lo giochiamo; segnano Del Piero e Chiellini, accorcia Floro Flores. Sembra ancora tutto aperto, ma la ripresa segnerà lo strapotere juventino e altri 3 gol seppelliranno le nostre speranze di bissare l’impresa del girone di andata. Alla fine festa sul campo per lo scontato ritorno in A di Buffon e compagni e lotta da continuare per i nostri. Giusto così, la Juventus ha giocato mettendo sul campo la propria qualità e la propria voglia di vincere, l’Arezzo ha fatto tutto quel che poteva. Festa di pubblico e di sport anche se, per noi, con l’amaro in bocca.

 

il presidente amaranto Mauro FerrettiPeccato che poi, nelle giornate successive, la formazione bianconera non abbia tenuto lo stesso passo e la stessa determinazione affrontando avversari impelagati nella lotta salvezza, finendo così con il concedere tre punti al Bari e tre, decisivi, cedendo clamorosamente in casa allo Spezia.

Fu quella una partita almeno strana per le modalità, la formazione schierata, le silenziose polemiche di chi ha rifiutato di non prestarsi al gioco. Dietro la scrivania dei liguri c’era allora Ceravolo, poi arrivato da queste parti dove però il miracolo gli è riuscito alla rovescia. Fu una stagione maledetta, cominciata con una penalizzazione assurda che poi i processi dimostreranno infondata (ma nessuno mai che rifonda il danno), proseguita con una partenza moscia, il solito “manciniano rifrullio” di allenatori e poi il rientro di un Antonio Conte maturato, tornato sulla panchina con un cipiglio da condottiero e che aveva portato la squadra a vincere 7 delle ultime nove partite, viatico di quella sfolgorante carriera che lo ha portato agli scudetti, alla nazionale e l’anno prossimo sulla panchina del Chelsea.

Sono passati solo nove anni e pare un secolo. Ora l’avversario di prestigio quando va bene si chiama Spal (con tutto il rispetto per il pur glorioso club biancazzurro) e in campo invece di Floro Flores o Martinetti abbiamo Mendicino, Greco e Bentacourt. O tempora o mores.

 

Si va a ripercorre l’album dei ricordi perché questo è il tempo delle parole, delle ipotesi, delle congetture. Ci aiuta parecchio in questa attività che è tipica dei periodi privi dell’adrenalina agonistica, il fragoroso silenzio che arriva dalla società e dai suoi rappresentanti. Tace Ferretti. Tace De Martino. Non può che tacere Riccioli senza il copione da illustrare, né può parlare Gemmi che qualche contatto magari ce l’ha già ma senza l’avallo della proprietà né la conferma che il suo contratto verrà prolungato (anche lui in scadenza al 30 giugno come già noto) poco può fare.

Circolano sui siti e nelle chiacchere d’ambiente nomi di allenatori di livello, ciò che rappresenterebbe finalmente un segnale importante di possibili ambizioni, quel che si chiede da tempo e che potrebbe avviare una ricomposizione della frattura con la piazza; ma ad oggi siamo sempre al punto di partenza: fatti zero. E senza fatti niente fiducia.

 

scritto da: Paolo Galletti, 19/05/2016





Arezzo-Juventus 1-5, le immagini della partita

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