SERIE D GIRONE E - 1a giornata
Flaminia | 4 set | 15 | Livorno |
Gavorrano | 4 set | 15 | Tau Altopascio |
Ghiviborgo | 4 set | 15 | Ponsacco |
Orvietana | 4 set | 15 | Arezzo |
Poggibonsi | 4 set | 15 | Grosseto |
Sangiovannese | 4 set | 15 | Ostiamare |
Seravezza | 4 set | 15 | Città di Castello |
Trestina | 4 set | 15 | Pianese |
Terranuova | 4 set | 15 | Montespaccato |
Ecco gli allenatori che piacciono in Lega Pro. L'Arezzo stringe il cerchio: Sottili e Asta in pole
Abbiamo analizzato curriculum, carattere personale e moduli di gioco dei tecnici più corteggiati in terza serie e anche in serie B. Sono i nomi caldi per la panchina amaranto e se Auteri, De Zerbi e Vivarini sembrano obiettivi irraggiungibili, per altri due lo scenario è diverso. Il mister che ha condotto il Bassano al terzo posto avrebbe il profilo giusto, l'ex granata potrebbe trovare la piazza ideale per il rilancio
TweetGli allenatori, croce e delizia di presidenti, dirigenti e tifosi, in questo momento dell’anno sono più corteggiati, richiesti e ricercati dei giocatori stessi, perché mettere in panchina un pezzo da “90” è sempre un bell’iniziare per ogni società. In quest’articolo cercheremo di conoscere meglio quelli che in Lega Pro vanno per la maggiore e che sono stati contattati anche dall'Arezzo.
Cominciamo con Stefano Sottili, nato nel 1969 a Figline Valdarno, ex difensore di Spezia, Bologna e Sansovino, reduce dalla buona annata trascorsa alla guida del Bassano, condotto al terzo posto nel girone A, ma sconfitto nei play-off dal Lecce. Iniziata la carriera nel 2008 in D con la Sarzanese, nel 2011 conduce il Carpi, dal quale si separa a fine stagione, alla vittoria della Lega Pro Seconda Divisione. Dopo una stagione a Carrara, nel 2013, da subentrato guida il Venezia alla conquista della Lega Pro Prima Divisone, grazie alla vittoria nei play-off. Questo gli vale la chiamata del Varese in B, dove viene prima esonerato, richiamato e poi nuovamente esonerato a due giornate dalla fine del campionato, con la squadra in lotta per la salvezza. Nel gennaio 2015 viene ingaggiato dalla Pistoiese in sostituzione di Cristiano Lucarelli e conduce gli arancioni ad una difficile salvezza diretta. Allenatore pragmatico, è meticoloso nel lavoro sul campo, non lasciando nulla al caso, preferisce schierare i suoi col il 4-4-2 o con il 4-2-3-1, sfruttando molto il lavoro degli esterni. Carattere positivo, non ama la ribalta, mai una parola fuor posto. Esempio lampante ne è il primo esonero a Varese, quando era ottavo in classifica: se ne andò senza rilasciare nemmeno un'intervista sopra le righe. Le quotazioni di Sottili, in chiave amaranto, sono in rialzo: avrebbe il profilo giusto, anche se c'è la concorrenza del Padova.
Gaetano Auteri, siciliano classe ’61, è una certezza se si vuole puntare in alto (5 campionati vinti in carriera tra D, C e Lega Pro) e per questo soprannominato lo Special One di Floridia. Discreto attaccante in gioventù, in B con il Genoa, inizia ben presto ad allenare, nel ’94, alla giuda dell’Atletico Catania. La sua carriera si svolge quasi esclusivamente al sud, ottenendo la promozione con Igea e Siracusa (dalla D alla C), Gallipoli (dalla C2), Nocerina e quest'anno col Benevento in B. E' portatore di un calcio d’assalto, fatto di velocità, pressing e dispendio fisico, privilegiando il 3-4-3come modulo. Carattere spiccato, spesso in astio nelle conferenze stampe con colleghi (quest’anno spesso in polemica con De Zerbi, alcune stagioni fa con Zeman) e giornalisti, memorabili le sue sfuriate nei post partita. L'Arezzo ha sondato il terreno con Auteri, che però dovrebbe restare a Benevento in B.
Arriviamo ad Antonino Asta. Classe ’70, ex ala con discreta tecnica e grossa carica agonistica, ha vestito le maglie di Napoli, Torino (idolo e beniamino della Maratona) e Palermo, dove ha chiuso la carriera causa un bruttissimo infortuno alla caviglia. Nell'estate del 2005 inizia la carriera da allenatore con gli Allievi del Torino appena risorto dal fallimento. Dopo 3 stagioni alla guida della Primavera, con una finale scudetto persa con Lazio, decide di accettare la corte del Monza, allora in Seconda Divisione. Due discrete stagioni in Brianza gli valgono la chiamata di Rosso, ambizioso presidente del Bassano, che Asta guida fino alla doppia finale play-off persa contro il Como. Questa estate passa al Lecce, ma in terra salentina l’avventura finisce presto. Il 12 ottobre gli è fatale la sconfitta nel derby col Foggia per 4-0 e dopo 6 giornate ed una sola vittoria, viene esonerato. Asta ama il calcio offensivo e il 4-2-3-1, cercando di sfruttare il campo in ampiezza, con gli esterni che attaccano molto la profondità. E' in cerca di riscatto dopo l’esperienza non positiva di Lecce e Arezzo potrebbe essere la piazza giusta.
Continuiamo con Roberto De Zerbi, bresciano classe ’79, ex trequartista dal talento sopraffino (ad Arezzo nel 2004/05), fermato in carriera da troppi infortuni, considerato dagli addetti ai lavori tra i migliori giovani allenatori dell’intero panorama calcistico nazionale. Dopo un esperienza poco edificante in D con il Darfo Boario, con cui retrocesse in Eccellenza, arriva nell’estate 2014 a Foggia, dove da giocatore aveva lasciato un ottimo ricordo. Alla prima stagione ha guidato i rossoneri ad un agevole salvezza, sfiorando i play-off, facendo giocare ai suoi un calcio piacevole. In questa stagione, che lo vede ancora impegnato negli spareggi per la B, ha portato la squadra al secondo posto finale e alla conquista della Coppa Italia di Lega Pro. Anche lui predilige un gioco puramente offensivo, non è legato a sistemi di gioco fissi, mantenendo però come idea di base la difesa a 4, alternando il 4-3-3 al 4-2-3-1. Centrocampo solido, terzini propositivi, la manovra trova sempre sbocco nel centravanti: quest’anno Iemmello ha realizzato la bellezza di 24 reti in campionato. Legato al Foggia fino al 2018, nonostante la giovane età dimostra già un carattere spiccato e deciso, dimostrato dal fatto che la scorsa estate ha rifiutato la B (Avellino e Salernitana) per restare alla giuda dei satanelli ed ottenere la promozione. Piace a tanti club, quasi impossibile che resti in Lega Pro l'anno prossimo.
Chiudiamo con Vincenzo Vivarini, nato ad Acri nel ‘66, che dopo una carriera da attaccante in terza serie ha iniziato nel 2003 l’avventura in panchina con le giovanili del Giulianova. Allievo di Galderisi, a cui ha fatto da vice a Giulianova e Pescara (dove ha collaborato anche con Sarri), ha iniziato la sua carriera tra i “grandi” in D con il Luco Canistro. Nel 2009 arriva al Chieti con cui ottiene a fine stagione la promozione in C2. Dopo una comoda salvezza passa all’Aprilia ma viene esonerato alla seconda stagione. Nel 2013 giunge a Teramo che nella stagione successiva guida alla conquista di una storica promozione in B. L’inchiesta Dirty Soccer nega la gioia della promozione ottenuta sul campo, costringendo il Teramo e Vivarini ad una nuova annata di Lega Pro, chiusa con un dignitoso ottavo posto. Gran motivatore, è allenatore pratico, preparato tatticamente, alterna al 4-4-2 ad un più prudente 3-5-2, bravo a far gruppo. Premiato con la “Panchina d’Oro 2015“, quale miglior allenatore della Lega Pro. Appassionato di caccia e di hi tech, ad inizio carriera curava personalmente il montaggio video di tutte le varie fasi delle avversarie, che poi mostrava alla squadra. Carattere forte ed autoritario, nonostante il contratto fino al 2017 ha deciso di separarsi dal Teramo, soprattutto a causa di un rapporto conflittuale, specialmente negli ultimi tempi, con il presidente Campitelli. Su di lui potrebbe puntare anche il Pescara e Vivarini, che all'Arezzo non ha detto no, si è preso altre due settimane di tempo prima di scegliere. Pare comunque destinato a salire di categoria.
scritto da: Mauro Guerri, 21/05/2016
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