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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
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Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
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Enrico e Simone alle cascate del Vachiratharn - Thailandia
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Stadio più allenatore, l'Arezzo finalmente mette a fuoco il futuro. E riconquista un po' di fiducia

Due novità oggettivamente importanti: l'accordo con l'amministrazione per la concessione del Comunale e l'ingaggio di Sottili in panchina. Una svolta che si preannuncia redditizia per le casse della società e un punto fermo per la costruzione della nuova rosa. Ci sono i margini per coltivare le giuste speranze, anche se il grosso del lavoro è ancora da sbrigare. Ma forse il vento sta cambiando



un momento della conferenza sull'accordo con il Comune per lo stadioVolevamo i fatti. Ne sono arrivati due. Oggettivamente importanti: l’accordo con il Comune e l’ingaggio di Sottili come nuovo allenatore (non considero annoverabile tra i “fatti concludenti” il rinnovo del contratto di Gemmi, perché era scontato ed in difetto saremmo caduti nella farsa). Certamente restiamo ancora a credito di fiducia e non si può dire che le nuvole che si sono addensate nel cielo amaranto durante il triste e velenoso finale di stagione si siano dissolte. Parrebbe però che si fosse alzato un venticello propizio.

 

La “quasi-concessione” dell’impianto di Viale Gramsci alla società traduce in realtà un auspicio tante volte formulato e fino ad oggi sempre rimasto sulla carta. Giusto quindi, a fronte di critiche che pure mantengono un loro fondamento, dare merito ad Ente e Direttore Generale per la felice conclusione della trattativa. Ora possono nascere opportunità interessanti dallo sfruttamento commerciale dell’area, cose che possono contribuire ad ottenere l’effetto congiunto di avvicinare sempre più gente allo stadio (anche come luogo di aggregazione sociale oltre che come fonte di investimento e “tempio” del rito agonistico) facendo affluire nelle tasche della società proventi non trascurabili e capaci di implementare le risorse della proprietà, sulla via di quell’equilibrio economico-finanziario che è ormai indispensabile mantenere. Certo il lavoro è tutto da fare, ma se resta la consapevolezza e la determinazione nel portare avanti il lavoro (così come espressa lunedi sera a Block Notes dal nuovo direttore organizzativo Stefano Brandini Dini) credo sia possibile attendersi qualcosa di positivo.

 

La sensazione (attenzione, solo di sensazione si tratta e per avvalorarla serviranno conferme ripetute) è che qualcosa possa cambiare e stia cambiando dentro alle stanze dell’Unione Sportiva; certe assenze, come quella notata in occasione della firma del nuovo tecnico, possono essere casuali, ma forse anche no. L’organigramma vede crescere il numero di “indigeni” e la definizione di certe intese dovrebbe poter aumentare anche la fiducia e la credibilità verso i suoi collaboratori da parte del presidente. Staremo a vedere. Senza retropensieri o posizioni precostituite, dato che l’unico interesse e l’unica linea guida di ogni nostro pensiero (sebbene qualche tristo mestatore sostenga il contrario, non si sa su che basi) è esclusivamente il bene della nostra squadra del cuore.

 

flo staff dirigenziale con il nuovo allenatore Stefano SottiliL’ingaggio di Sottili è il secondo fatto positivo. Per i tempi e per la qualità della scelta. Sul curriculum e persino sugli hobbies del nuovo mister s’è detto già tutto. Personalmente mi hanno colpito un paio di cose nelle parole dell’allenatore ex Bassano: l’entusiasmo nell’affrontare la nuova avventura ed il richiamo a valori come il gruppo, la squadra, l’integrità morale e caratteriale. Il finale di campionato appena concluso ci ha riempito di amarezza proprio per il venir meno di questi aspetti. La rottura ed il logoramento dei rapporti stanno nelle cose e nella storia del mondo del pallone e non solo; quello che proprio non si può sopportare è la mancanza di dignità e di rispetto, prima di tutto verso se stessi e poi verso tifosi e allenatore.

 

Di questo si sono macchiati tanti di coloro che hanno indegnamente indossato la nostra maglia amaranto nelle ultime partite di campionato e che speriamo di rivedere solo da avversari. Non abbiamo bisogno di gente che si sente molto migliore delle proprie possibilità, di giocatori che se ne fregano di chi va allo stadio e/o si permettono di sbeffeggiare chi ha fatto magari tanta strada per andarli a vedere. Rivogliamo atleti che ci facciano inorgoglire, rivogliamo calciatori che in campo danno tutto e fanno tutto quello che possono per raggiungere il risultato, ciò che da solo giustifica il nostro appoggio e sostegno indipendentemente dall’esito della partita (non siamo un popolo di scimuniti, la differenza la vediamo e la sappiamo valutare come largamente dimostrato nel corso di questa sciagurata annata). Vogliamo gente leale: con l’allenatore, i tifosi, la città.

 

I principi cui si ispira la filosofia di vita, prima ancora che quella di gioco, del nuovo allenatore sembrano incarnare esattamente questi sentimenti, quelli di cui è stato fatto scempio contro Siena, Lupa Roma e Pistoiese. Il suo entusiasmo ricorda quello che ci ha regalato per un anno e mezzo Eziolino Capuano e seppur con le differenze caratteriali e di stile di gioco potrebbe servire a ricucire l’ambiente, a riprendere il filo di quella trama che la mano dell’uomo di Pescopagano aveva saputo tessere e che si è sfilacciata non per colpa sua. Certo adesso c’è da fare la squadra (sempre che i soloni che dirigono la Lega Pro si degnino di farci conoscere come intendono organizzare il prossimo campionato) e da lì si attendono altri fatti più che parole, ma ora si intravede una strada che da aprile in poi s’era smarrita. Saranno Gemmi e Sottili a tracciarla, sperando che sia diritta.

 

scritto da: Paolo Galletti, 02/06/2016





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