SERIE D GIRONE E - 1a giornata
Flaminia | 4 set | 15 | Livorno |
Gavorrano | 4 set | 15 | Tau Altopascio |
Ghiviborgo | 4 set | 15 | Ponsacco |
Orvietana | 4 set | 15 | Arezzo |
Poggibonsi | 4 set | 15 | Grosseto |
Sangiovannese | 4 set | 15 | Ostiamare |
Seravezza | 4 set | 15 | Città di Castello |
Trestina | 4 set | 15 | Pianese |
Terranuova | 4 set | 15 | Montespaccato |
Una stagione dalla A alla Z. Numeri 10, tradimenti, qualunquemente e una sfilza di pareggi
Lo zibaldone di un'annata calcistica che avrebbe potuto fruttare qualcosa di più e che ci mette nelle condizioni di aspettare, ancora una volta, un domani migliore. La B della Berretti e la I di investitori, la P di programmazione e la S di smartphone (o Sperotto): un campionato intero rivisitato a bocce ferme e con il senno di poi
TweetA come A volte ritornano. Notizia di queste ultime ore, ufficializzato - per la terza volta - Horacio Erpen in maglia amaranto. Bene, visto lo spessore tecnico del giocatore e la partenza di Luca Tremolada. Lo scriviamo oggi, a rischio di essere smentiti: scommettiamo che non sarà l’unico a tornare all’ovile?
B come Berretti. Le note più liete della stagione amaranto non vengono dalla prima squadra ma dai “ragazzi terribili” di mister Alessandria. Vittoria del girone mai in discussione dopo l’incredibile filotto iniziale, Lecce e Catania vittime illustri nei playoff, prima di cedere, solo di misura, nella finale contro il Cittadella. Non è arrivato il titolo nazionale, ma per i giovani amaranto ci sono davvero solo applausi.
C come Coppa Italia. Prima di gridare “eh no, alla C dovevate mettere Capuano!” leggete poco sotto. Per la terza volta negli ultimi cinque anni, l’Arezzo parteciperà alla Coppa Italia “vera”. In attesa che anche in Italia si decidano a metter mano alle formule cervellotiche che la caratterizzano da tempo, aspettiamo fiduciosi di vedere cosa ci riserverà l’urna.
D come Difesa. Due salvezze consecutive conquistate in largo anticipo grazie soprattutto alla solidità del reparto arretrato imbastito in queste due stagioni. Nella miglior tradizione del calcio italiano, dove i risultati si ottengono in primo luogo subendo un gol in meno degli altri. E pazienza se qualcuno storceva il naso: come funziona, se lo fa Simeone è figo e se lo fa Capuano è un incapace?
E come EziolinoCapuano. Serve aggiungere altro? No, vero?
F come Fantasista. Luca Tremolada, numero 10 vero, ha fatto sgranare gli occhi ai tifosi amaranto e a mezza Italia con le sue giocate e coi suoi gol, tanto che a un certo punto della stagione è diventato opportuno interrogarsi su cosa ci facesse uno così in Lega Pro. Cavallino d’Oro per distacco, ha preso il volo verso la B, destinazione Entella. Ad maiora, Luca.
G come Gol (subiti). 0,94 a partita con Benassi tra i pali la scorsa stagione, idem quest’anno con Baiocco. Il dato dice che l’Arezzo ha preso tendenzialmente sempre pochissimi gol, e infatti ha ottenuto due salvezze tranquille che tutto sommato sarebbero anche potute diventare qualcosa di più. Primo, non prenderle.
H come Haters gonna hate. Espressione molto in voga negli USA, che più o meno è una versione attualizzata del dantesco “non ti curar di lor, ma guarda e passa”. Detto in altre parole, ci sarà sempre chi rema contro, ad Arezzo come in ogni altro posto al mondo. L’importante, come in tutte le cose, è dare il giusto peso a questi soggetti.
I come Investitori. Checché se ne dica, la causa principale della caduta di livello del calcio italiano è la mancanza di investitori. Non è un caso se in questi anni la geografia del calcio di club si stia un po’ ridisegnando in tutta Europa, per dire: da che mondo è mondo, i giocatori più forti vanno da chi li tratta meglio. In questo senso, ad Arezzo non si sono ancora visti sceicchi a bussare alla porta di Ferretti. Se qualcuno ne conosce, è tempo di portarli in via Gramsci.
L come Lauro Minghelli. Se lo leggiamo come Curva Sud Lauro Minghelli abbiamo uno dei protagonisti in positivo della stagione amaranto – purtroppo o per fortuna più qualitativamente che quantitativamente. Se invece ci riferiamo a lui, Lauro, fa piacere come ancora oggi, a 12 anni dalla sua scomparsa, il canto “Lauro è sempre con noi” sia tutto tranne che retorico.
M come Marco Malvaldi. Per chi non lo conoscesse, è un chimico e scrittore pisano, autore della famosa serie dei romanzi del BarLume, da cui è tratta anche una serie TV. Nel suo ultimo libro, uscito il 21 aprile di quest’anno, uno dei personaggi a un certo momento guarda in televisione i festeggiamenti dei tifosi del Pisa per il ritorno in serie B. Profetico.
N come Nono posto. Per il secondo anno consecutivo, l’Arezzo termina a metà classifica, ma nella colonna di sinistra. Non sono vittorie di campionati, certo, ma se non altro – al netto delle aspettative iniziali e di come si è dipanata l’annata – tra vent’anni, riguardando negli almanacchi, verranno considerate stagioni positive.
O come Ottima presa! I giovani della Berretti lanciano, Jorge Mario Bergoglio afferra al volo e sventola. I colori amaranto hanno avuto un nuovo simpatizzante, che tra l’altro ha pure portato bene, visto che dopo questo “lancio” gli amarantini hanno battuto 2-0 il Catania alle semifinali nazionali. Speriamo che la simpatia di Papa Francesco ci porti tanta fortuna quanta ne ha portata al “suo” San Lorenzo.
P come Programmazione. Poiché nel calcio odierno manca il pila (vedi alla lettera I), l’unica ricetta alternativa conosciuta per creare una squadra di successo è quella della programmazione. L’abbiamo scritto talmente tante volte che ci siamo venuti a noia da soli. Perdonateci. Senza spendere capitali mostruosi, sono arrivati in serie A Carpi, Frosinone e Crotone, oltre al Trapani che l’ha sfiorata (peccato per Serse Cosmi). Per dire.
Q come Qualunquemente. “Però come criterio di massima, come sistema di riferimento, come atteggiamento preferenziale, tu fatte i c…i tuoi!”. A tratti, siamo stati a tanto così da Cetto Laqualunque, ad Arezzo.
R come Ritorni. Di quelli dei giocatori abbiamo già detto. Ma ci sono anche ritorni di altro genere: dopo 14 anni, infatti, torna il derby di campionato tra Arezzo e Livorno. Una sfida di quelle dal sapore particolare, per i tifosi amaranto (di entrambe le sponde). L’ultima volta che venne giocato, tra i labronici militavano Mezzanotti, Gelsi, Ruotolo, Serafini, Scichilone. Un po’ come a dire che nella vita, presto o tardi, le strade si incrociano. Aspettiamo e pregustiamo.
S come Smartphone. Prima o poi, un “caso Sperotto” doveva esplodere, da qualche parte nel mondo, in quest’epoca di smartphone che monopolizzano la vita di ognuno di noi. Di essere stati i precursori di questo genere letterario-sportivo, tuttavia, ne avremmo fatto volentieri a meno.
T come Traditori. Ovviamente nessuno ammetterà mai di esserlo, e a questo punto è anche di nessuna utilità saperlo. Sta di fatto che le otto partite senza vittorie a metà del girone di ritorno, oltre ad un atteggiamento decisamente non “da squadra di Capuano”, hanno fatto saltare la mosca al naso a più di una persona.
U come Under. Non faremo certo la scoperta dell’acqua calda, se diciamo che inserire un regolamento con l’obbligo di schierare gli under (come avviene oggi in serie D) non aiuta il movimento calcistico a crescere, ma al massimo aiuta tanti giovani promettenti a bruciarsi. Questo è quello che abbiamo potuto vedere coi nostri occhi negli anni scorsi. Bello constatare come in Italia si fanno le repetita anche quando non iuvant.
V come ventinove. I pareggi dell’Arezzo targato Capuano (su 69 giocate). Se ci aggiungiamo i due 1-1 di Bucaro, arriviamo a 31 su 72 in due anni. Il dato eclatante, in realtà, è quello di questa stagione, con gli amaranto che si sono divisi la posta con gli avversari in oltre la metà delle partite giocate. Sembra Riccomini ma non è….
Z come Zibaldone. Per la quarta volta negli ultimi sei anni, l’Arezzo ha chiuso il campionato al nono posto, abbiamo detto. Ma nessuno di questi piazzamenti ha avuto lo stesso sapore. Nel 2011 fu tutto sommato una soddisfazione, nel 2013 una delusione bruciantissima, nel 2015 un risultato molto al di sopra delle aspettative.
Questo zibaldone ha cercato di riassumere un 2016 che avrebbe potuto essere qualcosa in più, e invece sempre lì siamo finiti. Aspettando un domani migliore, ancora una volta.
scritto da: Roberto Gennari, 17/06/2016
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