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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

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Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
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Sciocca arroganza e spiragli di luce. Alcuni indizi per capire se l'Arezzo sta cambiando davvero

Una buona casa si costruisce dalle fondamenta e il Ds Gemmi ha cominciato dalla difesa, con le conferme di Sabatino e Masciangelo cui vanno aggiunti gli arrivi di Muscat e Luciani. L'ingaggio di un allenatore di prima fascia e la gestione dello stadio sono altri dettagli che fanno pensare positivo. Perché è giusto tenere in memoria gli errori del passato commessi da Ferretti, così come è giusto modificare le opinioni di fronte ai fatti. Ovviamente, tenendo sempre gli occhi aperti



alle porte una stagione decisiva per l'Arezzo di FerrettiUna buona casa si costruisce partendo dalle fondamenta. Il principio base dell’architettura è stato evidentemente fatto proprio da Roberto Gemmi e Stefano Sottili per impostare la squadra che andrà ad affrontare la prossima stagione. Ad oggi infatti gli arrivi si contano tutti nel pacchetto arretrato, così come le conferme di Sabatino e Masciangelo. I nuovi sembrano avere un profilo niente male e dovrebbero garantire sicurezza e qualità. Tutto da definire invece per gli altri reparti, dove ad eccezione del ritorno di Erpen campeggiano solo punti interrogativi. Nonostante questo, parrebbe si possa riporre fiducia nel lavoro del direttore tecnico, indirizzato verso la costruzione di un gruppo in grado di assecondare le dichiarazioni societarie sul livello dell’asticella, nonché le aspirazioni ed i sogni della tifoseria.

 

Riguardo a questo aspetto, quello della fiducia dico, si leggono spesso tra i commenti più o meno velate accuse di esser passati dalla critica al sostegno in virtù di pochi fatti ed in presenza di un numero ancora elevato di incognite. Ora, credo che in pochi altri organi d’informazione legati alle vicende amaranto si sia mai parlato altrettanto chiaro che su AM circa le mancanze, le responsabilità, le ipocrisie e la sciocca arroganza più volte emersa dalle parole dello staff dirigenziale dell’Unione Sportiva. Chi scrive ritiene disgustoso oltre che evitabile il modo in cui è stato liquidato Eziolino Capuano, una caduta di stile che rimarrà una macchia indelebile nella storia della gestione Ferretti. Altrettanto poco accettabile il modo di porsi verso la città e gli aretini, sempre condito da un senso di superiorità che non si capisce da dove provenga e da un concetto proprietario della principale società sportiva cittadina che mal si addice alle caratteristiche specifiche di un bene che è certamente di chi ci mette i soldi, ma che è altrettanto patrimonio comune di una collettività.

 

Horacio Erpen, ritorno in amarantoTutto ciò premesso però, non si può e non si deve aprioristicamente mantenere una posizione distruttiva davanti a segnali indiscutibilmente positivi. Nell’avvelenato finale di stagione avevamo chiesto fatti e non parole. Ad oggi abbiamo: 1) l’ingaggio di un allenatore di prima fascia; 2) la definizione della gestione dello stadio che potrebbe essere un veicolo interessante ed importante sia lato introiti che lato socializzazione; 3) una campagna acquisti iniziata con l’arrivo di tre giocatori di qualità (Erpen, Muscat, Luciani).

 

Siamo ancora all’inizio certamente, c’è ancora tanto da fare sul fronte tecnico e su quello amministrativo (la vicenda dei campi di allenamento continua ad essere una irrisolta “neverending story”). La squadra che verrà dovrà essere adeguatamente puntellata con innesti di livello, sia che si giochi in orizzontale che in verticale (l’Amleto della LegaPro ancora medita…), non mancheranno avversari agguerriti e con ambizioni illimitate. La differenza in campo la faranno (considerato anche lo schema abituale di Sottili) la qualità di chi deve gestire il gioco in mezzo al campo e, su tutto, di chi dovrà finalizzare il gioco; questa alla fine sarà la vera cartina di tornasole della nostre effettive intenzioni, ma non si può non considerare positivamente il lavoro fino ad ora svolto. Su tutto e sopra tutto conta l’Arezzo, conta quella maglia che vogliamo tornare a tifare con il cuore sgombro dei sospetti e della rabbia delle ultime uscite, per la quale vogliamo tornare a gioire e soffrire. Da osservatore che prova ad essere oggettivo mi pare giusto prendere atto di quanto di buono trova concretizzazione sotto forma di contratti nero su bianco; da innamorato dell’Arezzo vedere (finalmente!) qualche segnale incoraggiante porta a chiudere gli occhi e sognare. Ma è solo per un attimo perché è bene invece tenerli spalancati: l’apertura di credito abbisognerà di tante conferme prima di essere ratificata come definitiva.

 

scritto da: Paolo Galletti, 24/06/2016





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