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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

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Poggibonsi4 set15Grosseto
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Gol sbagliati, Moscardelli nella rete dello scetticismo. Il momento un po' così del capitano

L'aspetto hipster, il personaggio social, i 171 gol in carriera: il numero 9 era ed è ancora oggi il più atteso, il più osservato, il più giudicato. Finora ha messo in mostra una generosità incredibile e qualche errore non da lui. ''Si fosse chiamato Pinamonte, l'avremmo fischiato'' pensano in tanti. Ma il pubblico di Arezzo sa distinguere una bistecca da una ciabatta e al Mosca, nonostante tutto, ha riservato solo applausi. Perché tra lui e altri mestieranti del pallone c'è la differenza che passa tra i Coldplay e i The Kolors



Davide Moscardelli, 36 anni, un gol su rigore con l'ArezzoDavide Moscardelli è il personaggio più mediaticamente esposto della storia dell’Arezzo Calcio. A parte qualche breve fuoco di paglia, qualche momento fugace di notorietà, non c’è – e non c’è mai stato – nessuno che abbia avuto così tanta esposizione quanta ne ha avuta lui. Sarà per l’aspetto tremendamente hipster, sarà per l’uso costante e intelligente dei social network, sarà per le prese di posizione coraggiose che non si è mai fatto scrupolo di avere in un mondo, quello del calcio professionistico, dominato al 99% da frasi fatte e interviste preconfezionate. E sarà anche, perché no?, per i 171 gol in carriera con cui si è presentato all’Arezzo, di cui 75 in B e 12 in A, diciamocelo.

 

Ma Moscardelli non è solo personaggio mediatico: è anche, anzi, soprattutto, un professionista impeccabile. Al di là delle provocazioni, al di là del “Messi è più forte di me ma solo perché io ho da fare”, il Mosca non si è presentato ad Arezzo per sbarcare un finale di carriera vada come vada. Sempre lottatore in campo, sempre nel cuore dell’azione, partite di una generosità incredibile. Il pubblico di Arezzo questa cosa l’ha capita, e nonostante in queste prime sette giornate sia arrivato solo un gol, per giunta su rigore, e anche qualche errore di lucidità sotto porta, di quelli che da lui non ti aspetteresti, non ha fischiato, anzi, non ha smesso e non smette di incoraggiarlo.

 

Perché anche ad Arezzo, che non abbiamo palati abituati a piatti troppo raffinati, sappiamo riconoscere la differenza tra una bistecca e una ciabatta. E Davide Moscardelli, oltre ad avere una carriera che parla per lui – in questo momento parla più la carriera dei suoi profili social, che tengono un profilo un po’ più basso – è un giocatore davvero difficile da discutere, anche di fronte all’obiezione che “eh, ma se invece di Moscardelli si fosse chiamato Pinamonte, a quest’ora lo avresti fischiato”.

 

Ammettiamolo: è un pensiero che è passato per la mente di tutti, dopo lo stop in corsa, dribbling e assist di Polidori sotto la curva Minghelli, sul punteggio ancora inchiodato sullo 0-0 contro la Pro Piacenza, con Moscardelli che la incoccia di sinistro e la spara un bel po’ fuori dallo specchio. Non facciamo le anime candide. E poi a giudicare dalla faccia che ha fatto il nostro numero 9 dopo l’occasione sprecata, probabilmente anche a lui è passato per la testa qualche cosa di simile. Ma la tifoseria amaranto ha capito che il Mosca è pur sempre il Mosca dei 171 gol di cui sopra, non è uno che puoi liquidare come il perdigiorno che è venuto ad Arezzo perché non aveva voglia di appendere gli scarpini al chiodo, come quello che una volta prese due gialli per simulazione in cinque minuti, per dire.

 

È un po’ come nel mondo della musica: ci sono i Coldplay e ci sono i The Kolors, e magari a te può venire in mente di dirlo ad entrambi, “ma chi c…o sei?”, ma se lo fai coi secondi è probabile che tu prenda ragione, mentre coi primi c’è una possibilità assai concreta che tu pigli del coglione. Ecco, Moscardelli ad Arezzo è un po’ come i Coldplay: possono piacerti o non piacerti, ma è difficile poter mettere seriamente in discussione il loro posto nel mondo della musica pop. Anche se il Davide, così a occhio, sembra più un tipo da musica indie.

 

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scritto da: Roberto Gennari, 05/10/2016





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