Macelleria Bruschi, passione amaranto a Lucignano. ''Aretinità allo stadio e anche a tavola''

I fratelli Alessandro e Massimiliano gestiscono l'attività di famiglia portata avanti da più generazioni: carni di prima qualità destinate a una clientela affezionatissima e molto numerosa. In parallelo c'è il tifo per l'Arezzo, con una campagna pubblicitaria ideata grazie a slogan e striscioni della curva e un gruppo fondato addirittura nel 1994

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Lo stadio veste tutti i tifosi di uno stesso colore e per un'ora e mezza ci dimentichiamo chi siamo. Nel momento in cui la domenica, dopo la partita, torniamo a casa, allora ci immergiamo di nuovo nella quotidianità.

E' quello che capita ai fratelli Alessandro e Massimiliano. A Lucignano potete trovare l'ormai affermatissima Macelleria Bruschi, che loro due, tifosi amaranto, gestiscono da anni. Un’attività portata avanti da più generazioni, come la stessa passione per l’Arezzo.

 

Quando nasce la Macelleria Bruschi?

“La nostra attività - spiega Alessandro - ha avuto inizio nel 1894, quando i miei bisnonni aprirono una macelleria certificata. Negli ultimi 15-20 anni ci siamo allargati come salumificio, rimanendo sempre a carattere familiare. Tutte le carni provengono da suini e bovini allevati in Val di Chiana e tutte le lavorazioni avvengono all’interno della nostra azienda: dall’ingresso della mezzena macellata fino all’uscita del prodotto finito. Una produzione che negli ultimi anni è stata destinata anche all’ingrosso. Proprio grazie alla tradizione che ormai è parte di questa attività, abbiamo una clientela fissa per la macelleria, ma non solo. Anche i turisti che si recano a Lucignano ogni anno tornano con grande piacere a trovarci per acquistare da noi. Per quanto riguarda il salumificio, abbiamo richieste da parte di tutta la provincia di Arezzo e quasi da tutta la provincia di Siena, poi ci sono anche clienti da Milano o da Napoli. Il nostro negozio si trova a Lucignano, in via Rosini 24, mentre il laboratorio in Località Casella 33”.

 

Come ha avuto inizio la vostra passione per l’Arezzo?

“Io e mio fratello abbiamo iniziato a seguire l’Arezzo da piccolini insieme al nostro babbo, che la domenica ci portava a vedere la partita. Soprattutto quando l’Arezzo salì in serie B nel 1982, ma a quell’età frequentavo poco. Poi non appena compiuti i diciotto anni, sono diventato autonomo e andare allo stadio è diventata una cosa fissa. Siamo stati tra i fondatori del gruppo "Lucignano ovunque" nel 1994, abbiamo donato anche una targa ricordo al mister Gustinetti. Adesso sono vent’anni che seguo l’Arezzo, ma la trasferta purtroppo si guarda al computer, lavoro permettendo”.

Cosa lega la vostra attività all’Arezzo?

“Alcuni anni fa abbiamo utilizzato foto e striscioni dell’Arezzo per realizzare delle campagne pubblicitarie per la nostra azienda. In un primo volantino c’era la foto dello stadio sopra e quella dei nostri salumi sotto. Nella prima parte c’era riportata la scritta ''allo stadio grida forte la tua aretinità'' e invece nell’altra metà del foglio c’era scritto ''a tavola degusta la vera aretinità''. In un secondo volantino invece non abbiamo usato foto, ma solo la scritta ''mangia anche tu la soprassata da capolista''. E’ stato un modo simpatico per unire due delle cose che seguiamo di più”.

Come ti sembra questo campionato?

“Quest’anno l’Arezzo sta andando bene, ovviamente qualcosa da sistemare c’è, ma vogliamo essere ottimisti e fiduciosi, anche perché per adesso va molto meglio rispetto agli anni passati. La partita di domenica contro la Racing Roma non è andata malissimo, abbiamo vinto, ma considerato l’avversario si pensava potesse andare meglio. La partita di Cremona è stata peggio. L’importante comunque è vincere e portare a casa i punti”.

 

Ps - Questa rubrica è dedicata agli sponsor di Amaranto Magazine, aziende e attività legate al nostro sito web dalla comune passione per l'Arezzo e che hanno scelto di garantirsi la giusta visibilità grazie ai contatti e alle interazioni che Am è in grado di offrire sul web e sui social. Un abbraccio a tutti!

 

scritto da: Giulia Basagni, 19/10/2016

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