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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
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Roberto Bacci, i ricordi dell'ex: "Cosmi, Cabrini, i play-off, i miei giovani. Che anni"

L'allenatore della Pianese ha vestito la maglia amaranto per tre stagioni, poi è tornato per guidare le giovanili e con la Berretti ha conquistato le finali nazionali. Domani però sarà un avversario. "Il sintetico è a posto e si affronteranno due squadre a cui piace giocare a calcio. Col Pontedera sarà duello fino alla fine, ma l'Arezzo ha qualche fuoriclasse che può fare la differenza"



Roberto Bacci, classe '67, primo anno alla PianeseQuesta settimana alle dieci domande d’intervista ha risposto Roberto Bacci, allenatore della Pianese nonché ex calciatore amaranto e tecnico delle giovanili. Con una carriera piena di soddisfazioni alle spalle, comprese le partite di serie A con le maglie di Lazio e Torino, Bacci dal 1999 si è fermato a vivere in città. Domani guiderà la sua squadra contro l’Arezzo per la terza volta in stagione dopo le partite del girone di andata e di Coppa Italia.

 

1. Mister, nelle panchine di questo campionato ci sono un sacco di ex amaranto...
Eh si, ci sono io, poi c'è Mezzanotti, Pino Scattini, Fratini... Del resto Arezzo è una piazza importante, con una tradizione alle spalle, quindi è normale che ci sia diversa gente che è passata dall'Arezzo e continua a gravitare nell'ambiente del calcio. Soprattutto in questa categoria, dove molti allenatori vivono le loro prime esperienze. A proposito di Arezzo, nella mia Pianese ci sono anche Giomarelli, che è cresciuto nelle giovanili amaranto, poi Padelli, i fratelli Verdelli... insomma, mi sono portato dietro un po' di Arezzo anche qua.
2. Parliamo dei tuoi anni in amaranto, prima da giocatore, anni di gioie ma anche di dolori...
Il primo anno con Cosmi è stato bellissimo, ci siamo qualificati ai playoff per la serie B in un girone difficilissimo (lasciando alle spalle squadre come Palermo e Catania, NdR), e anche negli spareggi con l'Ancona ce la siamo giocata, pareggiando in modo sfortunato ad Arezzo e passando in vantaggio con un mio gol nella gara di ritorno, dove purtroppo abbiamo subito il gol del pareggio subito dopo e poi, complice anche la mia espulsione, abbiamo finito per perdere 2-1. L'anno dopo iniziò nel peggiore dei modi, con Bovini che voleva lasciare: andammo in ritiro senza neanche avere le tute della squadra! Perdemmo le prime cinque partite, poi anche grazie all'arrivo di Mancini e ad innesti importanti, con Cabrini in panchina riuscimmo ad agguantare i playoff, dove purtroppo arrivammo completamente senza benzina. Il terzo anno poi non stava andando bene, e io avevo visto che la società stava puntando su altri giocatori, quindi a metà campionato decisi di ritirarmi.
3. ...e poi da allenatore delle giovanili, con più gioie che dolori.
Le prime esperienze sono state coi ragazzi più giovani, e posso dire che il mio primo periodo da allenatore all'Arezzo mi è volato, quei pochi mesi sono stati molto belli e intensi. Nel 2008-2009 invece, quando sono tornato per allenare la Berretti, è stata una stagione incredibile. Era la mia prima esperienza con una squadra di ragazzi più “grandi”, e c'era la possibilità di lavorare a stretto contatto con la prima squadra, che abbiamo affrontato spesso in amichevole. I risultati, poi, ci hanno dato delle grandi gioie, portandoci fino alle finali nazionali, dove purtroppo il nostro cammino si è fermato.
4. Parlando di allenatori, tu hai ricordato di aver fatto il primo anno ad Arezzo con Cosmi. Quanto è stato importante per te Serse Cosmi come mister?
Quella con Cosmi è stata un'annata importante, anche grazie a lui, che era giovane e si vedeva che aveva molta voglia di emergere. Serse è un grande motivatore, ricordo che negli spogliatoi i suoi discorsi pre-partita puntavano molto sul lato “emotivo” della squadra. Nella mia carriera ho avuto la fortuna di avere tanti allenatori importanti, gente come Zoff, Zeman, Mondonico, Scoglio. Da tutti ho potuto prendere qualcosa di buono, anche se sono convinto che ognuno come allenatore debba trovare la propria strada.
5. A proposito della tua carriera di giocatore, c'è qualche tuo compagno di squadra che ricordi in modo particolare?
Io normalmente ho avuto sempre un rapporto buonissimo con tutti i miei compagni di squadra. Ad esempio, nel mio ultimo anno alla Lazio, quando terminammo il campionato al secondo posto dietro alla Juve di Lippi, c'era un gruppo incredibile, fatto di gente molto intelligente. Non a caso, dei miei compagni alla Lazio in quegli anni, tanti altri sono diventati allenatori, come Bergodi, Madonna, Gregucci, Pin, Orsi, o sono comunque rimasti nel mondo del calcio, come Marchegiani (opinionista) o Sclosa (procuratore). A volte ci sentiamo ancora, per farci gli auguri o per scambiarci informazioni su qualche giocatore...
capitano dell'Arezzo 2000/01 con Frick e Ricchiuti6. Torniamo al presente. Nella gara di andata, la Pianese riuscì a rimanere in partita contro l'Arezzo fino al 3-1 di Raso. Il risultato finale fu una punizione eccessiva o era lo specchio di un divario tecnico che in quel momento esisteva tra le due squadre?
In quella gara non abbiamo fatto una buona partenza, abbiamo sentito un po' la pressione di giocare in uno stadio vero, con un pubblico da altre categorie, così siamo andati in campo troppo contratti e abbiamo chiuso il primo tempo sotto di due gol, anche meritatamente. Poi nella ripresa ci siamo sbloccati, siamo riusciti subito a portarci sul 2-1 e abbiamo avuto anche un paio di occasioni per il pari. Il gol di Raso, però, ci ha tagliato le gambe definitivamente. In quel momento noi eravamo una squadra “in costruzione”, con un nuovo allenatore e tanti nuovi giocatori. Andando avanti nel campionato, siamo riusciti a mettere a posto tanti automatismi che prima non c'erano, e le cose hanno cominciato a girare per il verso giusto.
7. Il vostro, comunque, è stato un campionato di altissimo livello fin qui. Siete in lotta per il terzo posto, alla pari di squadre che ad inizio campionato erano più considerate di voi, come lo Sporting Terni e soprattutto il Castel Rigone, che domenica affronterà proprio il Pontedera. Vi sentite un po' l'ago della bilancia di questo campionato?
L'obiettivo iniziale della squadra era quello di conquistare una salvezza tranquilla, e nel girone di andata avevamo girato a 23 punti, quindi con qualche punto in più rispetto ad un'ipotetica tabella di marcia per la salvezza. Poi nel girone di ritorno abbiamo fatto tre vittorie e un pari, fin qui; la nostra classifica è migliorata di molto, e la cosa non può che farci piacere. Noi ago della bilancia? La mia Pianese è una squadra a cui piace giocare a calcio, con una grande propensione per l'attacco, come testimoniano anche le cifre, e questo indipendentemente dall'avversario che ci troviamo davanti. Se siamo in giornata, siamo una squadra che può giocarsela con chiunque.
8. Si ritorna a giocare dopo che l'ultima partita si era disputata il 29 gennaio. A chi fa bene questa sosta e a chi no? E tra Arezzo e Pontedera, chi ne avrà tratto i benefici maggiori?
A Piancastagnaio abbiamo avuto un metro di neve, e nella settimana tra il 29 gennaio e il 5 febbraio siamo riusciti ad allenarci solo una volta. Poi abbiamo girato molto, cambiando tre campi prima di riuscire a fare un allenamento a casa nostra: solo da ieri ci siamo potuti tornare, dopo che il terreno è stato liberato dalla neve. Ai miei ragazzi ho detto che è vero che abbiamo avuto delle difficoltà, ma come noi le hanno avute tutti, e che quindi questo è stato un periodo di riposo che ci è servito a ricaricare le batterie. Tra l'altro venivamo da un momento positivo, quindi non avevamo la fretta di tornare in campo per riscattare qualche sconfitta. Per Arezzo e Pontedera non ci saranno state delle differenze con la sosta, secondo me: sono due grandissime squadre, ma gli amaranto hanno al loro interno cinque o sei fuoriclasse che da qui alla fine del campionato potrebbero fare la differenza.
9. Domanda d'obbligo: domani che partita vedremo?
Di sicuro vedremo una partita dove si affronteranno due squadre a cui piace giocare a calcio. Il campo in erba sintetica, poi, farà si che non ci siano problemi per il fango, come ci sono stati a voltela scorsa stagione. Il terreno di gioco è completamente sgombro, e vederlo circondato dalla neve darà l'impressione di stare giocando in uno stadio nelle Alpi, sarà un bel colpo d'occhio. Ci sono tutte le condizioni perché si possa vedere una bella partita.
10. Un'ultima domanda. In questi anni, il tuo nome è stato accostato spesso agli amaranto: ti ci vedi, un giorno, ad allenare l'Arezzo?
Nella mia carriera sono stato sempre molto realistico: qua a Piancastagnaio ho trovato un ambiente serio, dove c'è un'ottima società e tutte le condizioni per lavorare al meglio. Proprio in questi giorni stiamo trovando l'accordo per il rinnovo e quindi anche per il prossimo anno sarò quasi sicuramente l'allenatore della Pianese. Il mio pensiero, quindi, non può che andare alla mia attuale squadra. Parlare di altro, in questo momento, ha poco senso.

 

scritto da: Roberto Gennari, 18/02/2012





Allenamento sul sintetico allo Junior Camp
COMMENTI degli utenti

Commento 1 - Inviato da: chiana, il 18/02/2012 alle 09:06

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Roberto Bacci... gran giocatore e gran signore.

Commento 2 - Inviato da: il ferro, il 18/02/2012 alle 17:55

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grande bacci. superior quality

Commento 3 - Inviato da: il ferro, il 19/02/2012 alle 14:50

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cabrini puzza