SERIE D GIRONE E - 1a giornata
Flaminia | 4 set | 15 | Livorno |
Gavorrano | 4 set | 15 | Tau Altopascio |
Ghiviborgo | 4 set | 15 | Ponsacco |
Orvietana | 4 set | 15 | Arezzo |
Poggibonsi | 4 set | 15 | Grosseto |
Sangiovannese | 4 set | 15 | Ostiamare |
Seravezza | 4 set | 15 | Città di Castello |
Trestina | 4 set | 15 | Pianese |
Terranuova | 4 set | 15 | Montespaccato |
Aspettando l'Alessandria con il sorriso sulle labbra. Dal derby a un altro big match
Gli effetti benefici della vittoria a Siena si avvertono ancora oggi: la squadra ha interpretato alla grande la partita del ''Franchi'' e ha potuto condividere la gioia finale con i tantissimi tifosi in trasferta. Nelle ultime 8 giornate gli uomini di Sottili hanno conquistato 17 punti: una media che lascia ben sperare per le prossime settimane. Qualcosa da migliorare c'è (approccio, poco cinismo in zona gol e il Mosca che non andrebbe tolto mai) ma l'umore è al top, nonostante il fraintendimento sulla giornata amaranto. E contro la capolista non è vietato sognare
TweetAbbiamo colorato di amaranto il panforte! Una soddisfazione grandissima che va molto oltre un successo comunque importante in chiave classifica. Abbiamo riportato dopo 53 anni il vessillo del cavallino a sventolare vittorioso sui tetti di Siena e lo abbiamo fatto con una partita di discreta personalità e voglia, il che ci fa avvicinare con ragionata fiducia al big match con la capolista. Bravi tutti i ragazzi in campo; bravi soprattutto per avere capito lo spirito con il quale li volevamo vedere incrociare i tacchetti con gli avversari di turno. Vero che per capire che non era una partita come le altre bastava alzare lo sguardo verso quella porzione di curva occupata da quasi 700 cuori appassionati, frementi e alla fine pazzi di gioia; ma il passato anche recente ci insegna che se sul terreno di gioco vanno mezzi uomini si può incorrere in delusioni feroci. Il grupppo Sottili ha dimostrato compattezza ed intelligenza. Ritorno su un concetto già espresso: dopo l’oscena ed irrispettosa partita di Pontedera qualcosa è cambiato. Nella testa dei giocatori, nell’anima del gruppo. Tolta l’eccezione di Olbia (dove però, prima delle due autoreti, non avevamo approcciato male la gara) l’Arezzo ci ha messo sempre cuore e voglia, che unite alle qualità che ci sono e che tutti ci riconoscono, ci hanno consentito di mettere insieme 17 punti in 8 partite, con una media punti di 2,125. A tenere questo passo da qui alla fine (è teoria, lo so) si scalerebbe la classifica in maniera significativa.
La squadra vista a Siena, ma anche a Como, ci ha messo tecnica e “cojones”, ha lottato, ha sofferto, ha conquistato tante seconde palle (uno dei nostri punti deboli fino a poco fa). Partiti un po’ col freno a mano a subire i tagli verticali di Marotta e del suo socio, eterno aspirante attaccante di livello, abbiamo risposto comunque colpo su colpo fino a prendere pian piano le misure alla tigna dei senesi e comandare il gioco da squadra superiore. Con un po’ di lucidità sarebbe finita in maniera più larga e con maggior scorno per la modesta pattuglia di supporters bianconeri. Tutto bene dunque? Nella settimana della celebrazione e dell’orgoglio, è difficile parlare di pecche, ma siccome il mondo ed il campionato non finiscono al “Rastrello” diciamo che ci sono ancora buoni margini di miglioramento, a cominciare dall’approccio alle gare (si regalano spesso 10/20 minuti, bisogna entrare al 100% da subito).
Poi nonostante la bella partita di Foglia e Corradi, coadiuvati dalla corsa e dalla abnegazione di Bearzotti, abbiamo finito col lasciare troppi metri a centrocampo soprattutto dopo l’uscita del ragazzo col numero 21 (che sbaglierà tanto ma è dovunque). Arcidiacono è meno disciplinato tatticamente e si è sofferto forse oltre quel che si poteva. Quando venivano avanti, i bianconeri trovavano la prima opposizione all’altezza della trequarti e per conseguenza ci schiacciavano negli ultimi 20/25 metri. Forse copririsi con un centrocampista (posto che anche Yamga aveva finito la benzina) invece che con un esterno d’attacco ci avrebbe fatto alzare il baricentro e soffrire meno. Del resto il centrocampo a due deve per forza contare sul sacrificio degli esterni altrimenti, come accaduto in passato, ci mettono in inferiorità là in mezzo e si balla. Infine, ragazzi in amaranto, pur prendendo atto di sensibili miglioramenti anche sotto questo aspetto, vi chiediamo più cinismo e cattiveria. In troppe occasioni ci capita di non chiuderla, di non dare il colpo del k.o. finendo inevitabilmente col rischiare rimonte indebite.
Due parole sul “Mosca”; personalmente non lo toglierei mai. Difende palla, lotta (fantastici un paio di recuperi a centrocampo), è un pericolo per gli avversari soltanto vedere la sua barba in movimento. Se poi come accaduto esce lui e si acciacca Polidori... Beh, qui ci vuole Gemmi a rimediare da oggi al 31.
A proposito, la fresca notizia dell’operazione a Benassi impone un’altra urgenza. Ci fidiamo del direttore e della società che fin qui hanno ben operato e dispiace per il “misanderstunding” sulla giornata amaranto. Vale ribadire (ma è stato abbondantemente chiarito nei vari post subito dopo annuncio e disdetta) che non era una questione di prezzo ma di modo. Chi ha curato la comunicazione ha sbagliato. Chi ha ecceduto in commenti sopra le righe, lo stesso. Fine; ripartiamo con immutata stima che speriamo ed auspichiamo reciproca. Quanto detto serve giusto per non cullarsi sugli allori di un risultato che ancora a giorni di distanza ci fa camminare col sorriso sulle labbra. Adesso sotto con l’Alessandria. Capolista fortissima, con un piede già in serie B. Quell’altro in Lega Pro dobbiamo farglielo tenere noi. Tutti insieme, la città, i tifosi, la squadra, perché come recita un antico adagio “se si sogna da soli, è solo un sogno. Se si sogna insieme, è la realtà che comincia”.
scritto da: Paolo Galletti, 25/01/2017
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