SERIE D GIRONE E - 1a giornata
Flaminia | 4 set | 15 | Livorno |
Gavorrano | 4 set | 15 | Tau Altopascio |
Ghiviborgo | 4 set | 15 | Ponsacco |
Orvietana | 4 set | 15 | Arezzo |
Poggibonsi | 4 set | 15 | Grosseto |
Sangiovannese | 4 set | 15 | Ostiamare |
Seravezza | 4 set | 15 | Città di Castello |
Trestina | 4 set | 15 | Pianese |
Terranuova | 4 set | 15 | Montespaccato |
Quella volta che... l'Arezzo vinse i play-off. Spettacolo al Comunale, Teramo annichilito
C'è un'unica circostanza in cui gli amaranto sono riusciti a superare lo scoglio degli spareggi promozione. Risale al 1998, quando la squadra di Serse Cosmi piegò il Teramo in semifinale, pareggiando 0-0 in trasferta e vincendo 1-0 in casa con un gol di Signorini. Allo stadio il colpo d'occhio fu spettacolare, prologo alla indimenticabile finale di Pistoia contro lo Spezia. Un precedente che potrebbe essere beneaugurante in vista delle prossime partite...
TweetRipubblichiamo un pezzo che avevamo messo online nel 2012 a firma di Daniele Turchini. Con la rubrica ''quella volta che...'' riportammo alla memoria degli sportivi una serie di partite che meritavano la ribalta della cronaca. Tra queste anche l'unica circostanza in cui l'Arezzo è riuscito a vincere i play-off: 1998, ecco come venne battuto il Teramo. Sperando che sia beneaugurante per questa edizione degli spareggi promozione...
Nella storia degli spareggi promozione tutti ricordiamo quell’unica volta dove la vittoria è giunta dalla nostra parte e l’amarezza e il dispiacere hanno invaso i settori avversari, e per una volta non siamo stati noi a tornare a casa col morale sotto i piedi, gli occhi gonfi e lo stomaco in gola, in una città deserta e piena di parole condannanti. L’anno era il 1998, e a Pistoia arrivò la vittoria per 2-1 nella finale Play Off contro lo Spezia, una delle gioie recenti più nitide e sentite, che ha restituito un bel po’ del seminato fino a quel momento dalla società, da Serse Cosmi e da tutti i giocatori che avevano riportato l’Arezzo in Serie C1.
Nella semifinale, però, la squadra amaranto se la vide con il Teramo; nei confronti durante la “regular season” gli abruzzesi avevano chiuso il girone di andata imponendosi per 5-0 al Comunale in quello che fu il momento decisamente peggiore e più delicato dell’intera annata. La paura che Cosmi venisse esonerato era tanta, anche perché la squadra aveva raccolto la miseria di un punto in 4 gare e perché Franco Fedeli (oggi presidente della Samb, allora dirigente amaranto) spingeva per un cambio al timone degli amaranto. Per fortuna l’allora presidente Francesco Graziani si oppose e gli sportivi si schierarono completamente a protezione del mister, e diciamo che iniziò una nuova stagione per gli amaranto, che chiusero al terzo posto dopo il pari per 1-1 nell’ultimo incontro proprio a Teramo. Quel pareggio dette molta sicurezza, perché si ebbe proprio la sensazione che i giocatori fossero scesi in campo senza timori, nonostante l’ambiente poco amichevole trovato in Abruzzo; gli assalti del Teramo al terzo gradino della graduatoria furono respinti in maniera autorevole, e il gol di Pilleddu scrisse indelebilmente il nome della squadra più forte e tarpò le ali all’entusiasmo teramano. Il pari dei padroni di casa servì a ben poco, perché quasi tutti avevano capito chi fosse favorito per l’ingresso in finale.
Sono bellissime le interviste su Amaranto Story ai protagonisti di quell’anno, ogni volta che le riguardo mi si chiude lo stomaco; forse questa sensazione si chiama nostalgia, nostalgia non solo di quei risultati, ma anche di quei momenti, di quel gruppo e del pensiero di come venne vissuta la preparazione agli spareggi da parte delle due compagini. Il Teramo si chiuse in ritiro sulle montagne delle Marche a fare le ripetute in salita e tanti altri lavori allucinanti dal punto di vista fisico e atletico; l’Arezzo andò a Procchio, sull’Isola d’Elba, in quella che Serse Cosmi ribattezzò una proposta da Tour Operator, un Club Méditerranée, utile non solo per mantenere la brillantezza fisica, ma soprattutto per cementare ancora di più quello spirito di gruppo che si rivelò fondamentale per attutire il colpo della gara di andata del 31 maggio a Teramo e poi affondare la stilettata decisiva nel ritorno.
La cosa strana è che sono in possesso del biglietto dell’andata senza però esserci stato, e non ricordo assolutamente come ho fatto ad avere quel tagliando; la sofferenza di ascoltare la partita alla radio me la ricordo benissimo però, anche perché il segnale era pessimo e il frastuono indecente. Il ritorno si giocò il 7 giugno e purtroppo ricordo poco di quello che avvenne in campo, escluso il gol di Signorini (uno dei miei preferiti di quell’annata) che esultò arrampicandosi alla rete della maratona insieme a Pilleddu, l’Arezzo in maglia bianca e pantaloncini amaranto, la fantastica coreografia iniziale, con la Sud ricolma di bandiere amaranto, e la maratona piena di gente che sventolava cartoncini bianchi sopra allo striscione “90 minuti da leoni”. Prima del triplice fischio c’era già tantissima gente ai bordi del terreno di gioco pronta a festeggiare con l’invasione, per abbracciare i giocatori, ma l’episodio più “caratteristico” fu quello di Serse Cosmi, che dopo l’annuncio dello speaker della vittoria dello Spezia ai danni del Rimini, rientrò negli spogliatoi esultando nel tripudio generale. Scene davvero fantastiche e che scuotono dentro ogni volta che tornano agli occhi o anche semplicemente alla memoria.
scritto da: Daniele Turchini, 10/05/2017
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