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Arezzo, il cerchio si stringe: Calabro, Franzini, Pavanel per la panchina. C'è anche Braglia

Dopo la separazione con Sottili, la società sta scremando la lista dei papabili per sostituirlo. Il dg Riccioli a Block Notes, lunedì scorso, spiegò che per la scelta finale conteranno soprattutto le motivazioni del nuovo tecnico: contatti avviati con l'artefice del periodo magico della Virtus Francavilla, condotta dall'Eccellenza agli ottavi dei play-off in Lega Pro. In lizza anche il mister del Piacenza, che ha già all'attivo quattro promozioni, e quello del Verona Primavera, abilissimo a lavorare con i giovani. La dirigenza è orientata verso un emergente, ma resta aperta la pista che porta a un profilo più esperto



Antonio Calabro, artefice del periodo d'oro della Virtus FrancavillaL'Arezzo stringe il cerchio. Dopo la separazione con Sottili, è partito il tourbillon di nomi per la panchina, come sempre accade a tutte le latitudini: alcuni avevano un fondo di concretezza, altri sono serviti solo a muovere un po' le acque. Adesso Gemmi e Riccioli hanno scremato la lista dei papabili e nel giro di una settimana, massimo dieci giorni, si dovrebbe arrivare alla fumata bianca. Da viale Gramsci l'imperativo è muoversi senza fretta: c'è tutto il tempo per ponderare caratteri, attitudini tecniche, adattabilità all'ambiente e al progetto. E però cominciare il mese di giugno con il nuovo allenatore farebbe guadagnare giorni preziosi per la definizione delle linee guida del mercato.

Lunedì scorso a Block Notes il dg Riccioli chiarì pubblicamente il profilo del tecnico che verrà e la parola ripetuta più spesso fu ''motivazioni''. L'Arezzo cerca un professionista che abbia voglia di vincere, di salire di categoria, di affermarsi, di lavorare con gli stimoli sempre al top. 

In più, ricollegandoci alla conferenza stampa dello scorso 17 maggio, l'anno prossimo non dovranno esserci alibi di sorta: né le strutture d'allenamento, né il budget, né la rosa. Una volta definiti gli obiettivi sulla base di valutazioni oggettive, la dirigenza, lo staff e la squadra dovranno marciare all'unisono, inseguendo il miglior piazzamento possibile che dovrà essere un po' più su del quarto posto di quest'anno.

 

Arnaldo Franzini, quattro promozioni in carrieraNell'elenco amaranto c'è sicuramente Antonio Calabro, 41 anni ad agosto, da due stagioni sulla panchina della Virtus Francavilla. Ex difensore senza grande pedigree, da allenatore ha subito spopolato. Promozione in D con il Gallipoli, poi doppio salto dall'Eccellenza alla Lega Pro con i biancazzurri, condotti fino agli ottavi dei play-off con il Livorno. Il Cosenza sta corteggiando alla grande sia lui che il ds Trinchera, ma è arrivato dopo l'Arezzo che ha qualche chance in più. Gemmi infatti aveva inserito da mesi il tecnico leccese nel ristretto novero dei nomi caldi. Calabro nelle ultime stagioni ha affinato il 3-5-2, costruendo le sue fortune su un'interpretazione dinamica e omogenea del modulo: l'anno scorso ha vinto la D con la miglior difesa, quest'anno ha subìto più gol ma ha avuto l'ottavo attacco del torneo. E' sotto contratto fino al 2019, ma la società non gli farà la guerra per liberarlo.

 

Motivatissimo è anche Arnaldo Franzini. Classe '68, piacentino, è diventato un simbolo nella sua provincia: con il BettolaPonte in tre anni ha vinto Promozione ed Eccellenza, poi è andato alla Pro Piacenza e ha vinto la serie D, quindi è passato al Piacenza e ha rivinto la D con il record di punti (96) e di vittorie (30). Quest'anno, con una squadra neopromossa, ha chiuso al sesto posto e nei play-off si è arreso al Parma. E' un tecnico abituato a vincere, predilige il 4-2-3-1, in passato ha ospitato Gemmi alle sue sedute di allenamento e ha il contratto in scadenza. Lavora e vive nella sua terra dove ha inanellato un successo dietro l'altro e questo potrebbe essere un buon motivo per cercare stimoli altrove. Su di lui, com'è ovvio, c'è concorrenza.

 

Massimo Pavanel, allenatore della Primavera del VeronaIl nome nuovo, almeno per il pubblico amaranto, è quello di Massimo Pavanel, da cinque stagioni alle giovanili del Verona. Nato il 16 dicembre 1967, veneto, è un allenatore di pochi fronzoli e molta sostanza, che solitamente utilizza il 4-3-1-2 ma che sa lavorare con il 4-3-3 e non solo, abituato com'è a plasmare la tattica sui ragazzi a disposizione. La sua potrebbe sembrare la candidatura più debole, ma attenzione: Gemmi, che lo ha tenuto d'occhio in passato, lo aveva sondato anche l'anno scorso e Pavanel aveva preferito rimandare l'approdo a una prima squadra. Stavolta, dopo l'ottimo quarto posto dietro Lazio, Fiorentina e Samp e l'eliminazione ai rigori contro il Torino nei quarti scudetto Primavera, potrebbe andare in modo diverso.

 

Infine c'è Piero Braglia. 62 anni, un curriculum che non ha bisogno di troppe presentazioni, ha all'attivo una promozione in C1 con il Montevarchi e tre promozioni in B con Catanzaro, Pisa e Juve Stabia. L'anno passato ha condotto il Lecce fino alla semifinale play-off (persa con il Foggia), quest'anno ha dominato l'andata a suon di record, poi la sua Alessandria è crollata: Braglia ci ha rimesso il posto, la squadra ci ha rimesso la promozione diretta. Solitamente utilizza il 3-4-3, ha un carattere spigoloso da toscano doc ed è tra i più esperti della categoria: dopo il flop con i grigi, pare abbia voglia di rivalsa e Arezzo potrebbe essere la piazza giusta. Ma a oggi, fermo restando che gli scenari potrebbero cambiare in un attimo, Riccioli e Gemmi sembrano orientati su un emergente che sposi appieno la linea societaria: la fame di successi, specialmente in Lega, fa veramente la differenza.

 

scritto da: Andrea Avato, 27/05/2017





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