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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
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NEWS

I protagonisti degli anni '80 e poi più nulla. Arezzo, il giocatore bandiera che non c'è

Un simbolo, un calciatore legato ai colori, che meritasse una lacrima nel giorno dell'addio: da noi non ne abbiamo da decenni. Colpa della categoria, di una programmazione mai definita fino in fondo, del destino o chissà che... La suggestione del Totti day s'infiltra ovunque e da queste parti ci sarebbe bisogno di qualcuno in grado di riempire le tribune per un ultimo giro di campo, che trattenga diecimila persone con il groppo in gola e la sciarpa amaranto stretta tra le mani. Ma forse non lo vedremo mai



Qual è stato l'ultimo giocatore bandiera che abbiamo avuto? Bisogna spremersi le meningi per ricordarlo e già questo è indicativo. Ad Arezzo è tutto fluttuante: oggi c'è, domani non c'è. Colpa della categoria, di una programmazione mai definita fino in fondo, dei calciatori che sono nomadi nell'anima, del destino o chissà che...

Riavvolgendo il nastro, si torna sempre lì, a Menchino Neri. E poi a Stefano Butti e Andrea Mangoni. Anni '80, un altro calcio, un altro mondo, una vita fa. 

 

 

Di lì in poi non abbiamo più goduto, né forse ce lo siamo meritato, un simbolo vero, autentico, che incarnasse certi ideali e meritasse una lacrima nel giorno dell'addio. Anche perché di addii ce ne sono stati, sì, quasi tutti avvelenati dalle polemiche e dalla sensazione pesante del tradimento.

 

 

La suggestione del Totti day s'infiltra ovunque e certi problemi d'identità riguardano pure i grandi club. Calciatori capaci di suscitare emozioni forti, di metterti davanti all'epilogo di una carriera e sbatterti in faccia il tempo che passa, ammantando di nostalgia i ricordi della tua vita, si contano sulle dita di una mano o al massimo due.

 

 

Al di là del tifo, al di là delle inclinazioni personali, c'è ancora gente che piange per il congedo di un campione. E' la magia del calcio, è il senso di appartenenza ed è il brivido che si prova quando ti accorgi che un pezzo di te sta scivolando via lontano, insieme a quel numero 1, 7, 8, 9 o 10 che ti ha accompagnato non solo allo stadio ma anche nel cuore.

 

 

Mi manca un giocatore così. Uno che vada oltre le solite barriere e la solita normalità, che un giorno riempia le tribune per un ultimo giro di campo e trattenga diecimila persone con il groppo in gola, la sciarpa amaranto stretta tra le mani e gli occhi lucidi. Mi manca e chissà se lo vedremo mai.

 

scritto da: Andrea Avato, 29/05/2017





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