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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

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Cercasi allenatore. Cinque profili per l'Arezzo: ci sono Braglia e Pavanel, ma non solo...

Il primo tassello del puzzle per la prossima stagione riguarderà la panchina. I nomi più caldi sono quelli degli ex mister dell'Alessandria (quattro promozioni in carriera e due esoneri nelle ultime due stagioni) e della primavera del Verona: quest'ultimo ha deciso di lasciare i giovani per arrivare alle prime squadre come il collega Guidi, venti giorni fa a un passo dallo scudetto con la Primavera della Fiorentina. Attenzione a due new entry: Pasquale Padalino, quest'anno a Lecce, e Ottavio Palladini, il cui nome è legato a doppio filo a quello della Samb



Massimo Pavanel, ex primavera del VeronaArchiviata la vicenda della mancata vendita della società, cerchiamo adesso di capire quali saranno le mosse di mercato del direttore Roberto Gemmi. Il primo tassello del puzzle riguarda la scelta del nuovo allenatore. Al vaglio ci sono alcuni profili, ma con molta probabilità si andrà su un emergente, anche se un tecnico più scafato e navigato in categoria, non è da escludere del tutto. Quali sono i tecnici ancora liberi che potrebbero fare al caso dell'Arezzo?

 

Se si andasse sulla seconda tipologia di mister, il nome giusto potrebbe essere quello di Piero Braglia. Il mister, classe ’55, originario di Grosseto, quattro promozioni in carriera con Montevarchi, Juve Stabia, Pisa e Catanzaro, è rinomato per il suo carisma e per l'abitudine a disputare campionati di vertice. Da oltre venticinque anni in panchina, ha iniziato la carriera proprio in provincia di Arezzo, alla Bibbienese. Nonostante sia tra i tecnici maggiormente considerati in categoria, è reduce da due grosse delusioni: con il Lecce, sconfitto in semifinale playoff nel derby col Foggia, ma soprattutto con l’esonero subito ad Alessandria, quando la squadra ha dissipare un vantaggio di ben 10 punti sulla Cremonese. La voglia di rimettersi in gioco e la grande esperienza, sono le caratteristiche che potrebbero far pendere la bilancia dalla sua parte.

 

Pasquale Padalino, quest'anno in panchina a LecceAltro tecnico interessante che, pur essendo relativamente giovane, ha la giusta esperienza in categoria, è Pasquale Padalino, contattato dall'Arezzo già un anno fa. Foggiano di nascita, 45 anni da compiere a luglio, discreto difensore in A con le maglie di Bologna e Fiorentina, vanta anche una presenza in nazionale maggiore contro la Bosnia. Nella stagione appena conclusa è stato esonerato dal Lecce (secondo in classifica), a due giornate dalla fine, dopo aver fallito l’obbiettivo stagionale, ovvero la promozione diretta in B. Precedentemente per lui esperienze prima come vice di Ventura, poi come primo allenatore sulle panchina di Nocerina, Foggia (primo anno in D, poi l’anno seguente, dopo il ripescaggio, la promozione dalla Lega Pro Seconda Divisione), Grosseto e Matera (dove subentrato in corsa ha sfiorato i play-off). Tecnico che ama prevalentemente il calcio offensivo (il suo 4-3-3 si ispira a quello di Zeman, da cui ha ereditato molte delle sue idee di gioco), basato soprattutto sul gioco sugli esterni e sulla corsa, potrebbe rappresentare il giusto mix tra gioventù ed esperienza in categoria.

 

Il nome però che pare più caldo in queste ultime ore è quello di Massimo Pavanel. Nato a Portogruaro nel ’67, dopo cinque anni di buoni risultati e molti ragazzi lanciati in prima squadra (Zaccagni, Cappelluzzo, Fares per citarne alcuni), ha lasciato la guida tecnica della Primavera dell’Hellas Verona. Divorzio che arriva dopo la storica conquista dei play-off, traguardo che i giovani scaligeri non avevano mai raggiunto. Nel suo palmarès anche una finale del Torneo di Viareggio persa contro l’Inter. Indizio che rafforza la sua candidatura è che fu proprio Gemmi (che già lo voleva all’Arezzo lo scorso anno) a lanciarlo nella Primavera quando Pavanel allenava gli Allievi Nazionali. E' un allenatore le cui squadre sono solitamente impostate col 4-3-3 o col 4-3-1-2, il suo calcio è fatto di possesso palla, pressione alta, ricerca della verticalità. Al momento è il favorito alla panchina amaranto, anche se, fino ad oggi, non ha mai allenato tra i “grandi”.

 

Ottavio Palladini, due promozioni con la SambAltro allenatore reduce dall’esperienza in Primavera, con la Fiorentina, è Federico Guidi. Era alla guida della formazione viola dalla stagione 2014/15 quando ereditò la panchina da Leo Semplici. Nato a Cerreto Guidi, 40 anni compiuti a dicembre, ha iniziato la sua carriera di allenatore nel 1997 con i Pulcini del Montalbano Calcio. Dopo di che quattro anni all’Empoli, categoria Giovanissimi, che gli hanno fruttato la possibilità di approdare alla Fiorentina, prima con i Giovanissimi B, poi con i Giovanissimi Nazionali con cui nel 2011 ha vinto lo scudetto di categoria. Poi gli allievi, infine la promozione nella Primavera gigliata, divenuta famosa per la trasmissione di Mtv Giovani Speranze. Quest’anno ha sfiorato lo scudetto perdendo la finale contro l’Inter, dopo aver eliminato la Juve ai rigori. Allenatore dal carattere forte, determinato, bravo a lavorare a livello tecnico e tattico con i giocatori, grazie a lui hanno spiccato il volo verso la A Babacar, Chiesa, ma soprattutto Bernardeschi. Il suo modulo di riferimento è il 4-3-3, previlegiando le giocate in velocità palla a terra. Anche lui sarebbe alla prima esperienza alla guida di una prima squadra.

 

Chiudiamo con un nome che potrebbe essere una sorpresa, ovvero quello di Ottavio Palladini. Ex centrocampista che ha legato la sua carriera soprattutto al Pescara dove, con 322 gettoni, è il recordman di presenze della compagine adriatica. Nato a San Benedetto del Tronto il 29 dicembre 1971, ha legato la sua avventura da allenatore alla squadra della sua città natale. E' stato alla guida dei rossoblù in tre diverse occasioni: nella prima ha conquistato la vittoria del campionato di Eccellenza (2010), ma l’anno successivo si è dimesso dopo poche giornate. Nella seconda, nel 2011 da subentrante, ha portato la squadra alla salvezza, conducendola la stagione successiva alla vittoria della D, vanificata dal fallimento della società. Nel 2015 l’attuale presidente Fedeli lo ha richiamato alla Samb per sostituire Loris Beoni e conquistare la promozione in Lega Pro con sette turni d’anticipo. Riconfermato anche in questa stagione, la sua terza esperienza si è conclusa il 3 gennaio 2017, quando ha rassegnato le proprie dimissioni, nonostante la squadra fosse settima in classifica ma reduce da sette giornate senza vittorie, a causa di screzi con parte dello spogliatoio. Allenatore di carattere, che ricerca il risultato attraverso il bel gioco, solitamente si affida anche lui al 4-3-3 come modulo di partenza.

 

scritto da: Mauro Guerri, 25/06/2017





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