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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
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Paolo e la maglia regalo per Lorenzo
NEWS

Il caos organizzato della serie C, 139 anni in quattro, profilo basso sì, solo salvezza no

La terza serie professionistica italiana è diventata ormai terreno di sperimentazione per qualsiasi idea, anche la più malsana. Con Rende e Lumezzane che hanno inoltrato ricorso contro il mancato ripescaggio, le incertezze restano tante. Eppure basta un bagliore d'amaranto per riportarci allo stadio. Quello di Cellini è un acquisto che intriga e in attacco l'Arezzo potrebbe stupire anche per longevità. E comunque è giusto tenere i piedi per terra, ma senza pessimismi ingiustificati



il messaggio della sud a tutto l'ambienteSe presto e bene raro avviene, si dovrebbe dedurre che facendo le cose con calma si ottengono risultati migliori. Ebbene, i vertici del calcio di terza serie, tra pressioni incrociate, invasioni di campo, veti reciproci, dispettucci e attaccamento alle rispettive e personalissime “cadreghe”, son riusciti nell’impresa di metterci un bel po’ di tempo senza definire nemmeno tutto e tirar fuori comunque un pasticcio ancor più clamoroso di quello che aveva riguardato la stagione appena conclusa. Ormai la serie C-Legapro è diventata terreno di sperimentazione di tutte le nefandezze mentali che possono balenare nella mente dei maggiorenti federali e dei loro adepti. Così mentre le società naufragano sempre di più in un mare di debiti si decide di insistere su una irrazionale e demenziale divisione territoriale dei gironi del centro nord, moltiplicando le spese. Si confezionano gironi difformi per numero e regole di partecipazione con un guazzabuglio su retrocessioni, play-out e play-off che non è ancora stato del tutto chiarito e con tanti saluti alla parità di impegni tra le varie squadre (quelle del girone A giocheranno 4 partite in più rispetto alle squadre degli altri due gironi e 360 minuti non sono pochi, chiedere all’Alessandria).

 

Si preannuncia il solito spezzatino osceno di orari per le partite. Il tutto sempre infischiandosene di chi va (o vorrebbe andare) allo stadio. Si proclama di voler lottare contro le gestioni allegre e di voler aiutare le società virtuose, poi si respingono le domande di ripescaggio di chi ci ha rimesso sul piano sportivo perché ha cercato in ogni modo di rispettare le regole e si mantengono e si salvano società dal presente incerto e dl futuro dubbio; con ciò esponendosi anche agli inevitabili ricorsi (e voglio vedere se Rende e Lumezzane vincono la causa che cosa inventano).

 

Marco Cellini in allenamento a SansepolcroSi parla di campionato sempre più affascinante e si rimpinzano le squadre di ragazzini non per merito ma per obbligo (gente che in molti casi tra due anni andrà ad aumentare le liste dei disoccupati del pallone), si moltiplicano le sostituzioni (cinque significa che nel corso di una partita si può cambiare il 45% della formazione iniziale) incasinando le partite e il lavoro degli allenatori. Insomma qualcosa di simile al caos organizzato che fu uno dei must di quel personaggio incredibile d’un calcio ancora vero come Corrado Orrico. Ma lui lo diceva per prendere in giro i giornalisti, questi invece ci credono pure. Insomma, davvero ci vuole la nostra passionaccia per continuare a seguire le giravolte e le stramberie di questi strani soggetti.

 

Il punto è che se la ragione ci suggerirebbe di mandare tutti a “feminas perdutas”, poi ci basta annusare l’odore dell’erba tagliata e intravedere qualche bagliore d’amaranto che con uno sbuffo ci mettiamo tutto alle spalle e torniamo sugli spalti. Anche perché nel frattempo i nostri ragazzi lavorano sodo sotto la guida della fresca “trinità tecnica” che quest’anno li dirige. Gemmi continua a scervellarsi cercando un equilibrio faticosissimo tra i vincoli finanziari e le necessità tecniche. Ci ha portato bomber Cellini, uno che ci ha fatto piangere spesso (l’ultima volta con quel gol al 93° che vanificò le prodezze di Tremolada in un bellissimo Arezzo-Spal) e che adesso avrà l’occasione di restituirci almeno altrettanta gioia. Quota 107 là davanti è un azzardo consapevole (139 se nel mazzo ci mettiamo anche Paolo Grossi), ma in linea con i dettati della vigilia: stupire (per longevità in questo caso). Restano 17 giorni prima del via (sciopero permettendo). Manca ancora qualcosa soprattutto in mezzo al campo, perché con lo schema che ha fino ad ora prescelto Bellucci si avverte l’assenza di un metronomo davanti alla difesa (posto che tra Cutolo e Grossi si riesca a ricavarne un trequartista vero). Sarò ottimista ed accecato dal tifo, ma continuo a non trovare le ragioni per il pessimismo di cui spesso leggo e sento parlare. Profilo basso va più che bene, ma non parliamo di obiettivo salvezza.

 

scritto da: Paolo Galletti, 10/08/2017





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