SERIE D GIRONE E - 1a giornata
Flaminia | 4 set | 15 | Livorno |
Gavorrano | 4 set | 15 | Tau Altopascio |
Ghiviborgo | 4 set | 15 | Ponsacco |
Orvietana | 4 set | 15 | Arezzo |
Poggibonsi | 4 set | 15 | Grosseto |
Sangiovannese | 4 set | 15 | Ostiamare |
Seravezza | 4 set | 15 | Città di Castello |
Trestina | 4 set | 15 | Pianese |
Terranuova | 4 set | 15 | Montespaccato |
Il calcio d'agosto, le 16.30 dell'esordio, profilo basso e le ambizioni a cui non rinunciare
Una volta in estate c'erano le amichevoli per scoprire i nuovi acquisti e aspettare le partite vere. Adesso è tutto compresso, spremuto da interessi e televisioni, e anche illogico: l'Arezzo giocherà di pomeriggio la prima di campionato, con oltre trenta gradi di temperatura, e poi magari in notturna a dicembre e gennaio... E se il progetto tecnico amaranto va ridimensionato, come ha detto Ferretti, la gente capirà. Quel che conta è non fare a meno di qualche obiettivo importante
TweetAgosto: una volta, quando il calcio era meno spremuto da interessi e tv, in questo mese si giocavano le prime amichevoli, le piccole squadre ospitavano le grandi per fare incasso. Si giocava nel tardo pomeriggio o in notturna e la gente andava per la curiosità e la voglia di vedere i campioni che allora si potevano ammirare più negli album delle figurine che nelle sbiadite cronache video, a telecamera fissa e in bianco e nero. Altri tempi.
Ora è tutto forsennato, tutto compresso e tutto di corsa. Si gioca praticamente sempre e si comincia a fare sul serio quando ancora l’estate impazza. A questo si aggiunge che la lucida praticità di chi governava il pallone è da tempo andata a farsi benedire (o forse, meglio, è stata venduta ai network e ai procuratori) e così ci tocca vedere un campionato ancora una volta geograficamente sbilenco e che inizia per noi il 27 agosto (sciopero permettendo) con partite alle 16.30 (ovvero probabilissimamente ben oltre i trenta gradi di temperatura) per poi aspettarci notturne in dicembre e gennaio…
Che dire? Finchè resiste la passione e la voglia di veder sventolare l’amaranto si sopporta tutto. Anche un precampionato con più partite dello scorso anno ma anche stavolta contro avversari modesti, con poca possibilità di valutare l’effettiva consistenza dell’organico; anche un’altalena di dichiarazioni e di prospettive che avrebbero fatto venire la tachicardia a chiunque; anche un profilo basso che più basso non si può…
Nella nostra storia siamo abituati a convivere più con le amarezze e le sconfitte che con le vittorie, coltiviamo il dubbio ormai quasi come un addendum strutturale alla nostra esistenza sportiva, ma niente e nessuno riuscirà ad intaccare lo smisurato amore per questa maglia e per questa città. In questi giorni di calura e di immobilismo (vano il titillare i siti di calciomercato cercando il nome dell’Arezzo che non compare mai) si cerca conforto in tante vigilie sommesse poi sfociate in campionati brillanti.
Non c’è solo l’anno magico di Somma, ma anche la stagione di Cabrini, iniziata con il tecnico chiamato a farsi carico di trovare le maglie per la gara di esordio e finita con l’approdo agli spareggi-promozione, oppure il Capuano anno primo, col ripescaggio praticamente fuori tempo massimo e un tourbillon di giocatori, per non parlare di alcune delle stagioni con Ballacci in panca, sempre precedute da timori e con squadre costruite al risparmio (niente di nuovo sotto il sole) ma capaci di divertire quando in campo scendeva la coppia Colusso-Pasquali. In due casi sui tre citati anche l’allenatore era all’esordio o quasi, ma questo non ha pesato sull’esito finale.
Così sebbene i “mugugnanti” siano ad oggi largamente maggioritari rispetto agli ottimisti e pur concedendo che argomenti pro e contro le rispettive tesi ce ne siano a bizzeffe, credo si possano trovare anche oggettive ragioni per confidare in una stagione non grigia. Uno dei punti focali sarà l’atteggiamento della società, del presidente Ferretti anzitutto, dato che ad oggi la società è lui. Ridimensionare le ambizioni, almeno ai nastri di partenza, ha un senso logico sulla base delle affermazioni fatte e della situazione economica generale. Rinunciare alle ambizioni invece no, non avrebbe un senso né ora né mai.
Assicurare la continuazione del progetto, seppur dilazionato nei tempi, sarebbe fondamentale per dare forza e sicurezza ai dirigenti, all’allenatore, alla squadra. Vedremo e sentiremo il 23 cosa ci sarà detto, tornando a ribadire che le parole ci interessano se non sono vacue (continuiamo a preferire verità anche dure e scomode) e che comunque, ora e sempre, contano e conteranno solo i fatti.
scritto da: Paolo Galletti, 17/08/2017
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