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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
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Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
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Gemmi torna al centro del progetto. Coerenza, motivazioni e rischi di una decisione forte

L'annata amaranto era nata sotto il segno dell'ambiguità: la collaborazione con la Sampdoria dai bordi indefiniti, le turbolenze societarie, il direttore generale tra l'incudine e il martello, l'allenatore senza padri calcistici. Era difficile che funzionasse e infatti non ha funzionato. Adesso se non altro si recupera un minimo di logica: Pavanel l'ha scelto il capo dell'area tecnica, che lo conosce bene e lo considerava pronto per la C già un anno fa. I pericoli non mancano: alla squadra sarebbe servito il polso fermo di un profilo più esperto, alla tifoseria il nome rassicurante di un mister più scafato. Ma il ds è convinto che i risultati premieranno il lavoro del nuovo tecnico. E anche il suo



Roberto Gemmi, direttore sportivo dell'Arezzo da febbraio 2015A Roberto Gemmi non si potrà rimproverare la mancanza di coerenza. Pavanel lo considerava pronto per il salto in C già l'anno scorso e fu l'allenatore a optare per un altro campionato a Verona perché aveva un lavoro da finire. Il ds ci ha riprovato quest'estate, poi Pavanel sembrava promesso sposo della Triestina, l'Arezzo era in un periodo di turbolenze societarie ed è successo quel che è successo, fino all'ingaggio di Bellucci. Il quale ha lavorato due mesi e mezzo senza padri calcistici: la genesi del suo arrivo è nota e non lo ha aiutato neanche un po'. Al di là di quel che hanno detto i risultati, c'è tutto il contorno che non era inquadrato nel modo giusto.

Diciamo la verità: l'annata amaranto era nata sotto il segno dell'ambiguità. Il presidente che mette in piedi una collaborazione con la Sampdoria dai bordi indefiniti, il direttore generale che si trova tra l'incudine e il martello, il direttore sportivo che pensa alle dimissioni e poi rimane (obtorto collo?), l'allenatore che deve galleggiare tra lo scetticismo di una piazza scottata da una stagione, quella scorsa, decollata fino a gennaio e poi declinata clamorosamente. Era difficile che funzionasse e infatti non ha funzionato.

 

Adesso, se non altro, si recupera la giusta logica. L'allenatore lo ha scelto il capo dell'area tecnica, come dovrebbe essere sempre. Già questa è una differenza sostanziale che mette Bellucci e Pavanel su piani diversi e che aiuta il secondo molto più di quanto sia stato aiutato il primo. Al di là dei percorsi professionali e dell'anagrafe dei due mister, che non sono uguali, c'è una valutazione di base che dovrebbe garantire qualche certezza in più: Gemmi conosce bene Pavanel, ci ha lavorato a Verona, lo ha seguito negli anni scorsi e lo ha seguito negli ultimi dodici mesi, quelli trascorsi dal primo contatto alla firma di ieri pomeriggio. Il ds è andato su Pavanel da subito, con la sconfitta di Piacenza ancora calda, e non ha mai avuto troppi dubbi. 

 

il ds con Claudio Bellucci, esonerato dopo quattro giornateSi può pensare, non senza fondamento, che sulla decisione abbiano pesato anche motivi economici legati al budget. Però, rileggendo la cronistoria degli eventi che abbiamo ricordato, è verosimile che l'opzione di Gemmi sia stata molto calcistica: secondo lui il tecnico di Portogruaro ha le doti caratteriali e gestionali per spremere il massimo da una rosa che vale più dei 3 punti in quattro giornate raccolti finora.

 

Se Pavanel farà bene, sarà una vittoria di Gemmi. Se Pavanel non riuscirà a risalire la china, Gemmi avrà toppato un punto di svolta cruciale per la società. I pericoli non mancano: la squadra è altalenante nel rendimento, ha giocatori cardine che sono lontani parenti di quelli visti all'opera un anno fa, ha perso quattro volte in cinque gare ufficiali, ha un'identità tattica e tecnica ancora da trovare, ha anche una condizione mentale ridotta al minimo. Per tirarla su poteva tornare buona l'esperienza di un allenatore scafato, smaliziato, abituato a tenere in pugno uomini e spogliatoi. Pavanel, all'esordio in C, sotto questo aspetto è tutto da scoprire.

Poi c'è la tifoseria, sballottata dentro un progetto che non si sa bene quale sia, con un'asticella tirata su e giù all'impazzata. Nell'aria si fiutava il bisogno di un nome forte, di un profilo rassicurante che rimettesse insieme i cocci e sopisse la diffidenza del pubblico. Pavanel, suo malgrado, non ha queste caratteristiche. Gemmi però lo ha scelto consapevolmente, mettendo il suo timbro sulla stagione e invitando la gente ad andare oltre le apparenze, convinto che il campo darà ragione al lavoro dell'allenatore. E quindi anche al suo.

 

scritto da: Andrea Avato, 20/09/2017





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