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L'uomo nero, l'armata brancaleone e il nuovo orizzonte di Matteoni: adesso dipende da lui

Mauro Ferretti ha un milione di responsabilità riguardo l'Us Arezzo ma la milionesima e uno, che vorrebbero affibbiargli quelli di Neos Solution, fa acqua da tutte le parti. E' facile additare l'uomo nero e scaricargli addosso ogni male. Tanto, una più una meno, poco cambia. Invece no. In realtà il consorzio è imploso di fronte alla scadenza del 16 e la letterina di risoluzione sa tanto di pretesto per sfilarsi. Il cerino è in mano al presidente, catapultato dentro uno scenario difficile che però potrebbe aprirgli nuove prospettive



Mauro Ferretti ha un milione di responsabilità riguardo l'Us Arezzo ma la milionesima e uno, che vorrebbero affibbiargli quelli di Neos Solution, fa acqua da tutte le parti. Come il consorzio del resto. Però, siccome in questo momento nessuno capisce bene come stanno le cose, al punto che siamo tutti dentro un gigantesco cul de sac, viene facile additare l'uomo nero e scaricargli addosso ogni male. Tanto, una più una meno, poco cambia. Invece no.

Neos Solution imputa a Ferretti di non aver eliminato la posta debitoria iscritta a bilancio con la denominazione ''debiti finanziari vari''. Trattasi di 238.500 euro versati a suo tempo da Ferretti stesso in quota capitale. Mancherebbe una rinuncia scritta da parte dei creditori (cioè Ferretti) e mancherebbe anche la documentazione necessaria per la verifica della situazione patrimoniale e finanziaria. Cioè, quelli di Neos Solution hanno comprato la società, nominato il Cda e poi, due giorni prima dei bonifici ai tesserati, si sono accorti che mancavano documenti importanti. Non ci fosse da piangere, verrebbe da ridere. E' chiaramente un pretesto per battere in ritirata.

 

Va da sé che, visure alla mano, Neos Solution risulta ancora proprietario dell'Us Arezzo. Non è con una letterina raccomandata, tipo quelle spedite in questi giorni a Babbo Natale, che si fa il passo dal gambero, arrivederci e grazie. E' vero relativamente, quindi, che Marco Matteoni oggi sia un signor nessuno. E' a tutti gli effetti presidente di un Consiglio d'amministrazione imploso alle prime difficoltà, con qualche membro in odore di dimissioni, ma regolarmente in piedi. 

Come non è vero che Ferretti avrebbe dovuto fare fronte alla scadenza del 16 dicembre (d'importo ben superiore ai 238.500 euro citati da Neos nella presunta risoluzione). L'unica cosa vera, reale, riguarda il revisore unico che è ancora Rodolfo Patrignani e l'ufficio amministrativo che è ancora in via della Magliana, presso gli uffici di Ferretti. La prassi è questa quando ci sono società che cambiano proprietario sul finire dell'anno: la contabilità resta a quelli di prima fino al 31 dicembre e poi si cambia. Stop.

 

Marco Matteoni all'arrivo in tribuna domenica scorsaE' comprensibile che Marco Matteoni, catapultato da presidente senza quote sociali a unico architrave della situazione, si sia trovato in difficoltà. Del resto il consorzio l'ha mandato allo sbaraglio, facendolo esporre pubblicamente per poi lasciarlo solo alla mercè di una piazza infuriata. Idem Zavaglia, direttore generale spedito a tagliare il nastro a Le Caselle mentre alcuni suoi colleghi del Cda gli facevano franare la terra sotto ai piedi, sfilandosi dietro le quinte. Più che un consorzio, Neos Solution si è rivelato un'armata brancaleone che adesso, per aprirsi la fuga, scarica la responsabilità sul capro espiatorio perfetto, cioè Ferretti.

Che poi si parla tanto di bilanci, di buchi, voragini eccetera eccetera, dimenticando che il 16 dicembre non c'era da coprire nessun buco e nessuna voragine. Bisognava soltanto saldare due mensilità di stipendio a tesserati e dipendenti. Il resto serve a poco. Come servì a poco a Ferretti giustificare il primo mancato ripescaggio, dando dei ''rubagalline'' a quelli di prima. Un boomerang che è meglio non ritirare fuori.

 

Quella di aver venduto a una cordata facoltosa ma tenuta insieme con lo scotch è una colpa di Ferretti? Può anche essere. E' una colpa di Ghinelli, che in realtà poteva e può solo supervisionare e di fronte a gente solida come Matteoni o Gatto o Di Paola non poteva che alzare il pollice? Può essere. Ma è più verosimile pensare che Neos Solution si sia presentato bene per poi franare quando c'è stato da frugarsi in tasca, tant'è che la fideiussione depositata in Lega è ancora quella di Ferretti.

Le zone d'ombra non mancano. Siamo di fronte a uno status quo opaco e in cui molte dinamiche interne restano incomprensibili. Chi teme sia stata tutta una manfrina tra vecchi e nuovi ha pure qualche argomentazione a favore, ma adesso è importante la volontà di Marco Matteoni, il quale non è un imprenditoricchio da due soldi ma un personaggio noto, un costruttore affermato e un uomo risoluto, che si trova a un bivio: mollare e farsi da parte oppure rilanciare, portare Neos Solution davanti a un notaio e acquisire il 99 per cento dell'Us Arezzo, gestendolo in prima persona, con capitali e con trasparenza. Uno scenario imprevisto soltanto pochi giorni fa, ma che potrebbe aprirgli nuove prospettive professionali oltre che le porte del cuore di una città intera.

 

Ps - la presenza di Riccioli in tribuna, domenica scorsa, l'ho interpretata al contrario di molti. E cioè come una dimostrazione di totale buona fede.

 

scritto da: Andrea Avato, 22/12/2017





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