SERIE D GIRONE E - 1a giornata
Flaminia | 4 set | 15 | Livorno |
Gavorrano | 4 set | 15 | Tau Altopascio |
Ghiviborgo | 4 set | 15 | Ponsacco |
Orvietana | 4 set | 15 | Arezzo |
Poggibonsi | 4 set | 15 | Grosseto |
Sangiovannese | 4 set | 15 | Ostiamare |
Seravezza | 4 set | 15 | Città di Castello |
Trestina | 4 set | 15 | Pianese |
Terranuova | 4 set | 15 | Montespaccato |
La noce di Reggio Calabria, mai di giallo, i tiri all'incrocio. Il mondo aretino di Angelillo
Ricordi sparsi di un allenatore che ha segnato un periodo importantissimo nella storia amaranto: l'arrivo al posto di Pierino Cucchi, la Coppa Italia dell'81 e la doppia finale con la Ternana, la cavalcata verso la B, gli allenamenti con Pellicanò e quel carattere senza compromessi, fino alla scelta di vivere in città. Il cordoglio del sindaco Ghinelli
TweetCiao mister Angelillo. Ti sia lieve la terra. La triste notizia della tua partenza rattrista questo inizio anno che ci aveva fatto tornare almeno la speranza di un sorriso. Sei stato e rimarrai per sempre una delle figure centrali nella storia dell’Arezzo. Ricordo benissimo il tuo arrivo: avevo 18 anni ed ero già da tempo malato d’amaranto. Quell’anno, era il 1980, il presidente Terziani aveva messo insieme una squadra che aveva non celate ambizioni di primato e l’aveva affidata a quel Pierino Cucchi che già nella precedente stagione aveva fatto cose egregie. L’inizio fu però difficilissimo; l’insofferenza dei giocatori più tecnici e la sfortuna precipitarono la squadra nelle ultime posizioni. Si era rotto l’equilibrio dello spogliatoio ed inevitabilmente si impose il cambio di guida tecnica.
Arrivasti tu, preceduto dalla fama di grande campione (record tuttora imbattuto nei tornei a 18 squadre di gol segnati, 33). Era il novembre del 1980. Dicono che dopo i primi allenamenti ti mettesti le mani nei capelli. C’era da ricostruire tutto: morale, condizioni, convinzione. Partita dopo partita cominciasti a costruire quella squadra che l’anno dopo, con il solo fondamentale innesto di Pellicanò tra i pali, condusse una corsa di testa fin dalla prima giornata e conquistò di nuovo la serie B (la terza promozione della nostra storia).
In mezzo ci mettesti la conquista della Coppa Italia nella stagione del tuo arrivo, nella memorabile doppia finale con la Ternana. E poi due stagioni bellissime di serie B, con l’Arezzo per la prima volta nella sua storia in testa alla classifica per qualche settimana. Aneddoti infiniti, perché eri un personaggio per davvero e sapevi di esserlo. Dall’idiosincrasia per il colore giallo (facesti cambiare subito il colore delle maglie dei portieri) alla famosa vicenda della noce smarrita in coincidenza con la prima sconfitta dell’Arezzo in campionato a Reggio Calabria; dal modo di caricare la squadra alle esternazioni sempre decise a difesa delle proprie idee e dei propri giocatori. Un caratteraccio si diceva già da prima del tuo approdo, che poi voleva dire un uomo che non accettava compromessi, che difendeva le proprie idee ed il proprio lavoro senza guardare in faccia a nessuno.
Probabilmente è questo, in un paese di chierici e bacia pantofole (non necessariamente pontificie ma anche laiche e purché vi si intraveda la scorciatoia per il successo e il potere), che ti ha impedito di arrivare stabilmente sulla panchina di qualche club di seria A, come le tue capacità avrebbero largamente consentito. Ho ancora in mente, al termine di un allenamento nella stagione della vittoria, il modo in cui allenavi il grande Pino con tiri dal limite. Non so più se fu lui a dire che i palloni arrivavano troppo morbidi o se fu il genio del grande calciatore che tornò per un attimo dentro la tua figura un po’ appesantita, fatto sta che cominciasti a calciare infilando il “sette”, prima a destra, poi a sinistra, e ancora per quattro, cinque, sei volte. La dimostrazione dell’incarnazione del dio del calcio in una persona.
Ti siamo grati per tutto ciò che hai fatto per la nostra bandiera. Anche quando hai cercato di salvare l’insalvabile, anni dopo; anche quando hai scelto, dopo tanto girovagare per l’Italia, di mettere radici da noi. Adesso potrai tornare a palleggiare ed infilare l’angolo alto della porta tra le nuvole, ritroverai tanti che ti furono compagni allora, nel Boca e nell’Inter. Magari in panchina avrai un altro che da queste parti gode di tanto affetto, magari ti allenerà Dino Ballacci. Insieme a lui, ogni tanto, guardate dalla parte dello stadio e se potete, dateci una mano come ce l’avete data in vita.
IL CORDOGLIO DEL SINDACO GHINELLI - Anche il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli esprime il proprio cordoglio per la scomparsa di Antonio Valentin Angelillo, l'allenatore che ha legato il proprio nome ai successi conseguiti dalla squadra amaranto negli anni ottanta.
“E' con profondo dispiacere che ho appreso la notizia della scomparsa di Angelillo, figura di grande rilievo per il mondo del calcio aretino e il cui nome è legato ai successi più importanti della squadra. Aveva scelto di vivere con la propria famiglia ad Arezzo, e per tantissimi anni ha fatto parte della nostra comunità, orgogliosa di ospitare un grande uomo di sport. A nome mio personale e a nome dell'intera Città, alla famiglia vadano le condoglianze più sincere”.
scritto da: Paolo Galletti, 09/01/2018
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