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L'importanza di De Feudis. Ordine tattico e regia: torna l'equilibratore di centrocampo

Cinque promozioni in carriera e oltre quattrocento presenze tra i professionisti: la scorsa estate il 35enne centromediano sembrava sul piede di partenza, poi è rimasto e si è conquistato un posto fisso. Costanza di rendimento, filtro davanti alla difesa, tempi di manovra le caratteristiche che ne fanno un elemento indispensabile per Pavanel. Domenica contro l'Alessandria il rientro dopo la squalifica



Giuseppe De Feudis, 35 anni, seconda stagione ad ArezzoSolitamente l'importanza di qualcuno si capisce quando non c'è. Per Beppe De Feudis, o meglio per il Beppe De Feudis di quest'anno, il ragionamento torna fino a un certo punto, nel senso che non c'era bisogno della sua assenza a Lucca per comprenderne il valore all'interno dello scacchiere tattico.

Inizialmente sacrificabile sul mercato estivo per questioni legate al budget, il giocatore è rimasto ad Arezzo. Un po' perché di andarsene non ne aveva granché voglia, un po' perché la società non era così convinta di privarsi di un elemento d'esperienza a metà campo. E un po' perché l'anagrafe ha giocato a sfavore di De Feudis, ormai 35enne.

 

Fatto sta che prima Bellucci e poi Pavanel si sono ritrovati in rosa un centromediano affidabile e, fors'anche perché pungolato nell'orgoglio, dal rendimento nettamente superiore alle attese. Sulle abilità del calciatore, c'è poco da aggiungere a quanto si sa già: cinque promozioni in carriera e oltre quattrocento presenze tra i professionisti la dicono lunga su ciò che ha combinato negli anni passati.  

San Marino, Cesena, Lucchese, Torino, Padova, Lecce le tappe di un percorso che ha portato De Feudis ad Arezzo a luglio del 2016, dopo aver macinato tanta B, un pizzico di A e abbastanza C da comprendere come si gioca e cosa serve per fare bene in terza serie.

 

 

De Feudis non è mai stato un Pirlo, nel senso che la sua è una regia di costanza più che di lampi, di scarichi facili e sicuri piuttosto che di palle verticali a scavalcare la difesa avversaria, di appoggi corti invece che di cambi gioco sul fronte opposto. Però già l'anno scorso Sottili lo aveva messo dentro l'ingranaggio (25 presenze, 24 da titolare), salvo privarsene forzatamente nel momento migliore. De Feudis giocò un partitone a fine anno contro la Carrarese, servendo due assist a Moscardelli, e poi si fece male. Quando tornò, andò così così come tutta la squadra, precipitata in una spirale di prestazioni sgonfie.

Quest'anno è cresciuto settimana dopo settimana e, con l'avvento di Pavanel, si è conquistato un posto fisso, confermando le sue caratteristiche di play ordinato e tatticamente intelligente, aggiungendovi un dinamismo maggiore e anche qualche giocata sopra le righe. 

 

L'importanza di De Feudis, parafrasando l'incipit dell'articolo, si avverte anche, se non soprattutto, quando la palla ce l'hanno gli altri. E' lui lo schermo davanti alla difesa, il recupera palloni, l'equilibratore di una squadra che, giocando 3-5-2, ha assolutamente bisogno di qualcuno che detti i tempi e che faccia da guida ai compagni. E' vero che l'Arezzo se l'è cavata dignitosamente anche a Lucca, ma un sostituto naturale di De Feudis in organico non c'è, eccezion fatta per l'under Criscuolo.

Domenica contro l'Alessandria il numero 18 riprenderà il suo posto e per Pavanel è un rientro fondamentale, anche in considerazione delle qualità di un avversario costruito per puntare alla promozione e che sta ritrovando un passo spedito. Da cedibile a titolare: un saliscendi che accomuna diversi giocatori amaranto e che per De Feudis è stato un toccasana.

 

scritto da: Andrea Avato, 07/02/2018





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