SERIE D GIRONE E - 1a giornata
Flaminia | 4 set | 15 | Livorno |
Gavorrano | 4 set | 15 | Tau Altopascio |
Ghiviborgo | 4 set | 15 | Ponsacco |
Orvietana | 4 set | 15 | Arezzo |
Poggibonsi | 4 set | 15 | Grosseto |
Sangiovannese | 4 set | 15 | Ostiamare |
Seravezza | 4 set | 15 | Città di Castello |
Trestina | 4 set | 15 | Pianese |
Terranuova | 4 set | 15 | Montespaccato |
Quindici giorni per capire se Arezzo c'è o ci fa. E Gatto ha una strada sola: soldi, non parole
Due settimane per dimostrare che la città è solidale con uno dei suoi simboli, che c'è la volontà di riappropriarci della nostra bandiera e che non meritiamo un altro fallimento. Dovranno muoversi gli imprenditori ma anche la gente comune, compreso chi allo stadio non viene mai. Perché il calcio è di tutti. E a quelli di Neos, che adesso dimostrano tanto zelo per ''dare un futuro alla società'', chiediamo di finirla con le bugie e le mezze verità. Parlino chiaro e si presentino con i bonifici. Allora, forse, potremmo credergli. Altrimenti la squadra ce la salviamo da soli
TweetQuindici giorni per dimostrare se ci siamo o se ci facciamo. Da qui al 15 di marzo la città intera deve mobilitare le sue forze per raccogliere il denaro necessario a salvare la squadra amaranto, per spingere il giudice fallimentare a concedere l’esercizio provvisorio e così avviare quel faticoso percorso che dovrebbe portarci a riappropriarci della nostra bandiera e a sottrarla ai cialtroni che hanno tentato, con pervicacia e tenacia tanto misteriosa quanto insistente, di gettarla nel fango. Dovranno esserci anche gli imprenditori, senza dubbio; ma più ancora adesso serve la gente comune, serve chi va a versare 10, 20 euro; conterà tanto anche il numero oltre al valore delle donazioni e questo dobbiamo averlo tutti ben chiaro e presente. Attiviamoci presso amici, parenti, conoscenti, dobbiamo farlo perché dobbiamo tutti quanti contribuire a salvare un patrimonio comune e importante, dobbiamo salvare quasi cento anni di storia e dobbiamo anche rispondere coi fatti a chi ci addita ancora una volta, l’ennesima in questi ultimi anni, come la città dei falliti e degli sfigati.
L’inizio è stato promettente ma il timore è che a muoversi siano stati i soliti fedelissimi che per la maglia farebbero qualunque cosa. Invece no; questa volta si deve mobilitare la città intera, anche coloro che allo stadio vanno una volta l’anno ed anche quelli che non ci vanno mai, perché non è in gioco solo la sopravvivenza di una gloriosa società sportiva ma l’onore ed il decoro di tutta una popolazione sbeffeggiata, derisa e offesa da comportamenti inqualificabili. Lo dobbiamo a mister Pavanel che ci ha spronato a cacciare i mercanti dal tempio, lo dobbiamo ai meravigliosi ragazzi in amaranto che hanno onorato sempre i nostri colori, ma lo dobbiamo soprattutto a noi stessi per non vergognarci ancora davanti all’Italia intera. Dunque forza Arezzo, la città stavolta, fai vedere che ci sei.
Nel frattempo continuano le dichiarazioni del signor Fabio Gatto che sta mettendo in pratica l’inverso della celebre allocuzione di Amleto a Polonio: ''straordinario come costui che è stato per tre mesi quanto mai silenzioso, misurato e grave sia adesso un fatuo chiaccherone''. Fioccano infatti (sarà una delle conseguenze di Burian pure questa?) i comunicati della Neos e del suo amministratore verdonianamente sempre tesi ad assicurare all’Arezzo un futuro ''più grande e importante che pria''. Considerando le dinamiche che hanno accompagnato l’andirivieni neosiano nella compagine sociale dell’Arezzo calcio, spontaneo viene fare alcune domande all’ineffabile.
1) Per quale ragione gli è scoppiata in core questa voglia matta di salvare la società amaranto proprio adesso? Non vale rispondere che ci tiene tanto a salvare questo club da fine indegna. Non vale perché...
2) Il 16 dicembre, a quindici giorni circa dall’acquisto delle quote ed in occasione del primo impegno concreto, Neos si è dileguata. Allora cos’è oggi, una passione tardiva?
3) Quando Neos ha acquistato l’Arezzo, il bilancio era stato chiuso con, oggi lo sappiamo, un milione e 800mila euro di perdita. Se n’era accorto? Quale logica imprenditoriale vi ha condotto a rilevare una società con questo debito senza avere la voglia (sui mezzi non so e poi magari ci sono davvero) di porvi immediato riparo? Era solo un modo per dilazionare i tempi in vista di un fallimento inevitabile ma auspicabilmente (per voi) abbastanza lontano?
4) Chi e perché ha condotto Matteoni alla presidenza di rappresentanza?
5) Perché Neos ha ceduto le sue quote a Matteoni per poi riacquistarle dopo l’ennesimo danno, in un balletto incomprensibile?
6) Quali rapporti di amicizia, affari, conoscenza, legano le famiglie Gatto, Matteoni e Ferretti?
7) Con quale logica sono stati chiesti soldi (300mila euro secondo quanto affermato da Roberto Cucciniello) al fondo americano contattato da OA e 450mila secondo quanto affermato da Lucchesi per cedere le quote? Non è che l’obiettivo finale è intortare qualcuno e recuperare (in proprio o conto terzi) quanto verrà escusso in caso di fallimento?
Se nel prossimo comunicato ci risponde in maniera franca e credibile, mettendo poi sul tavolo i bonifici a copertura almeno delle scadenze di dicembre e febbraio, potremmo anche essere indotti in tentazione e crederle. Diversamente sorry mister Gatto, abbiamo già dato. L’Arezzo è nostra e ce la salviamo da soli.
scritto da: Paolo Galletti, 01/03/2018
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