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AMARANTO TV

SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Ecaterina di Bucarest
NEWS

15 marzo, la tifoseria con il fiato sospeso. Il futuro dell'Us Arezzo lo decide il tribunale

Tutti coloro che hanno a cuore i colori amaranto si augurano che oggi sia l'inizio di una nuova storia, la fine del dileggio sistematico ai danni delle istituzioni e della città. Il collegio fallimentare non dovrà valutare soltanto codici e commi ma anche i sentimenti di tanta gente che si è stretta intorno alla propria squadra. E' come una partita decisiva che dobbiamo vincere, in rimonta, tutti insieme



Non sarà il giorno più lungo. Per noi che abbiamo nel cuore (e parlo per chi ce l’ha per davvero) le sorti del Cavallino Rampante potrebbe ed anzi vogliamo che sia l’inizio dell’alba, la fine di una lunga notte iniziata il 16 dicembre e protrattasi ormai per oltre novanta giorni. Oltre duemila ore di buio pesto, di disperazione e poche speranze, di rabbia e di fegato che s’ingrossa davanti all’unica costante che, come un “fil rouge”, ha segnato questo tempo: la presa in giro assoluta dei tifosi e il dileggio sistematico di tutta la città, comprese le istituzioni blandite e ingannate al pari di ogni sostenitore e di ogni persona che in questo periodo ha avuto l’idea di avvicinarsi all’Arezzo calcio.

Oggi sarà il giorno in cui, forse (e lo voglio scrivere più per scaramanzia che per precauzione) potremmo tornare in possesso della nostra squadra. Oggi potrebbe finalmente finire un quinquennio caratterizzato sempre da una distanza abissale tra la proprietà ed i sostenitori, tra la proprietà e gli aretini (eccetto pochi “collusi”), un periodo che poteva chiudersi in maniera comunque dignitosa e per il quale invece si è scientemente voluto un finale grottesco, in un gioco di maschere e caricature con un paradossale suk di quote che vanno e vengono e di advisor che non avvisano nessuno.

 

 

Certo i giochi restano tutti da fare. Sarà il tribunale fallimentare che dovrà valutare e decidere. Sarà il tribunale fallimentare ad essere l’arbitro ultimo delle sorti nostre e dei nostri amatissimi colori. Voglio sperare che i giudici nel valutare (serenamente ed obiettivamente, ça va sans dire) la situazione ed i conti tengano anche in considerazione il fatto che non si tratta di una normale azienda in difficoltà, ma di un patrimonio cittadino che ha mobilitato e sta mobilitando tanta gente, dal primo cittadino all’ultimo dei tifosi. Spero che vorranno tenere conto che in quel gruzzoletto che verrà portato a dimostrazione della buona volontà e delle possibili prospettive sportive, ci stanno anche i soldi di tanti che hanno fatto i conti prima di fare il bonifico o acquistare una quota (perché far quadrare le entrate con le uscite continua ad essere un esercizio di abilità) e che hanno magari rinunciato ad una cena o a qualcos’altro pur di contribuire alla possibile salvezza della squadra della propria città.

Tutti quelli che hanno aiutato sono persone che quando cantano “sono aretino e me ne vanto” ci credono per davvero e non lo fanno utilizzando il nome della nostra terra solo come uno dei possibili slogan da bottegai come purtroppo vediamo accadere troppo spesso sulle bocche di tanti che invece potrebbero ma non vogliono.

 

Qui si potrebbe entrare di nuovo in una querelle annosa e infruttuosa; non ce n’è bisogno, non ce n’è nemmeno voglia ma soprattutto non c’è tempo. C’è la dignità e l’immagine da salvare; quella di tutti noi e va fatto con chi ci sta. Di chi ha detto di no al lavoro di Ghinelli (finalmente!) e ai solleciti di OA speriamo di conoscere almeno i nomi e che a costoro sia inibito l’uso del “marchio” Arezzo per almeno un bel pò. Vogliamo invece pensare che anche in tribunale batta un cuore; non c’è nemmeno bisogno che sia del nostro amaranto; basta sia un cuore che abbia visto e capito quando occorso in questi mesi, che abbia capito con chi si troverà a che fare quando si presenterà il legale della supposta proprietà, che voglia oltre ogni ragionevole dubbio operare per assicurare un futuro (ove ne ricorrano i presupposti) alla nostra storia, escludendo ciarlatani e millantatori.

 

 

Ormai manca solo l’ultimo passo per raggiungere la riva della salvezza, per tornare fin da sabato a sostenere mister Pavanel (grandissimo ogni giorno di più) e i suoi ragazzi, per tornare a parlare di fuorigioco e di gol fatti e sbagliati. Manca solo un passo ma è il più difficile, il più incerto, il più atteso. In quelle stanze sono ammessi solo gli addetti ai lavori, ma là dentro ci starà anche il cuore vivo e pulsante di una tifoseria, ci staranno anche quasi cento anni di storia calcistica e ci starà l’onore di una città che vorrei veder reagire alla spoliazione progressiva che ci sta riducendo ad una provincia periferica nella Toscana e nel centro Italia. Ancora qualche ora e sapremo se potremo tornare a sorridere e combattere o se dovremo chiuderci in un lutto prolungato. I minuti oggi sono ancora più interminabili dei dieci finali di una sofferta partita in vantaggio. Questa oltretutto, se riusciamo a portarla a casa, sarebbe una vittoria in rimonta. Una delle più belle. Forza Arezzo, ancora uno sforzo.

 

scritto da: Paolo Galletti, 15/03/2018





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